Martina Rosucci

Mia madre ha segnato su un album, accanto ad ogni foto, le date dei miei primi passi, del primo dentino, del primo bagnetto, della prima passeggiata, della prima parola pronunciata.

È la magia della prima volta, la novità, il realizzare che si è davvero capaci di fare qualcosa.

Ne hanno parlato in tanti, il primo Fedez versione papà ci ha detto del “primo bacio, il primo giorno a scuola, il primo giorno in prova, il primo amore, il primo errore, il primo sole che ti scotta…”

Tutto quel che oggi ci fa compagnia, e anche quello che non c’è più, è iniziato una volta e il ricordo di quel momento e la più fiduciosa premessa del futuro.

Pensate a quanti nel secolo scorso avranno visto i primi gol delle squadre che oggi siamo ormai abituati a vedere segnare, squadre senza le quali il calcio neanche lo sappiamo pensare. Non conosciamo affatto il mondo senza Liverpool o Real Madrid ma abbiamo la fortuna di vivere ora gli esordi di tante squadre di donne che alle spalle hanno speranze e davanti agli occhi l’avvenire.

Capita così di poter celebrare il compleanno del giovanissimo primo gol della Juventus Women che oggi compie ben tre anni.

Quello della selezione maschile magari l’avrà segnato qualche studente torinese quando il mondo era in bianco e nero ma la Juve ancora no, non saprei ma il destino ha voluto che a firmare la prima marcatura delle donne della Madama fosse una ragazza proprio di Torino, una città così equilibrata e ariosa da poter ospitare le storie diverse seppur fraterne di Juventus e Torino: Martina Rosucci, numero 8, piemontese, tifosa nella Juventus ma cresciuta nelle fila granata.

La storia centenaria della Vecchia Signora in breve, un riassunto delle puntate precedenti, qualcosa che ci vuol ricordare che l’identità di un club, qualsiasi, è sempre la stessa addosso agli uomini e addosso alle donne.

Forse non lo sapremo mai ma assistere agli inizi potrebbe farci apprezzare maggiormente tutto prima che diventi abitudine.

Marialaura Scatena
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