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Ada Hegerberg ritrova la nazionale e torna a giocare un europeo dopo quasi cinque anni

Ada Hegerberg torna a disputare un grande torneo con la Norvegia dopo cinque anni di assenza in nazionale per via dei dissidi con la federazione.

La disastrosa eliminazione della nazionale norvegese a Euro 2017 era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, portando l’allora ventiduenne Hegerberg a lasciare la rappresentativa del proprio paese in polemica con le istituzioni calcistiche.

Nell’edizione dell’Europeo giocato nei Paesi Bassi, infatti, la Norvegia aveva chiuso il Gruppo A al quarto posto con zero vittorie e zero gol segnati. Un risultato rovinoso, considerando anche il fatto che Hegerberg e compagne si presentavano a Euro 2017 da vicecampionesse d’Europa in carica (la Germania aveva vinto il trofeo battendo le scandinave 1-0 in finale).

Il 16 luglio le norvegesi avevano perso 1-0 nella gara inaugurale contro le padrone di casa. Il 20 avevano subito una sconfitta per 2-0 contro il Belgio. Infine, il 24 erano uscite sconfitte per 1-0 nel derby nordico contro la Danimarca.

“La decisione di prendersi una pausa dalla nazionale norvegese è stata difficile, ma ben considerata”. Con queste parole Hegerberg il 29 agosto 2017 ha iniziato il lungo post in cui suoi propri profili social ha spiegato la scelta di rinunciare alla nazionale. La stella del Lione ha spiegato come la decisione non fosse solo una conseguenza del deludente europeo, ma si basasse ”sulle mie esperienze con la squadra nazionale da molto tempo”.

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“Se la nazionale vuole raggiungere gli obiettivi e i risultati che la federazione nazionale ha prefissato, a mio avviso, sono necessari miglioramenti in più ambiti, sia nel lavoro di progettazione sia nella fase di attuazione che nel seguito” ha scritto ancora nel post.

Hegerberg ha aggiunto che i miglioramenti dovevano essere fatti anche “in termini di comunicazione e dialogo”. Prima di arrivare a prendere la decisione dell’esilio volontario, l’allora ventiduenne aveva provato a spiegare ai piani alti della federazione ciò che secondo lei doveva e poteva essere migliorato, ma non era stata ascoltata.

“Voglio dire, ho cercato di influenzare in modo costruttivo le aree in cui posso avere voce” si legge ancora. Come spiegato in un’intervista su ESPN nel 2020, quando ha provato a parlare con la federazione di certe questioni hanno “cercato di abbassare la voce di inserirmi nel sistema”. Ciò, però, non faceva per lei.

“Neanche questo ha funzionato. Quindi ti rimane una scelta. Rimani nel sistema e non sei te stessa o fai una scelta e vai avanti. È così facile, anche così difficile” ha dichiarato nella medesima intervista a ESPN.

“La federazione nazionale conosce il mio punto di vista e non intendo approfondir qui sui social. Mi sono sentita orgogliosa di giocare in nazionale ma per come è la situazione ora non ho la motivazione per continuare” ha concluso nel post, per poi augurare comunque il meglio alla nazionale.

Sebbene nel post ha specificato quali erano secondo lei i problemi e gli aspetti in cui dovevano essere fatti dei miglioramenti, nel corso degli anni attraverso interviste su giornali e siti nazionali e internazionali è tornata più volte sull’argomento.

Come spiegato in “My name is Ada Hegerberg”, un documentario realizzato da Relevant Sport e andato in onda su ESPN, è stata praticamente costretta a parlarne. “All’inizio ho ricevuto molte critiche per non aver spiegato le ragioni” ha detto nel documentario. “Ma per come si sono sviluppate le cose, ovviamente ho dovuto parlare perché il modo in cui [la federazione] ha comunicato è stato piuttosto orribile. E anche quando ho parlato ho ricevuto critiche”.

Hegerberg aveva già accennato qualcosa sull’argomento ancora prima di lasciare la nazionale. “Si tratta di rispetto e penso che il calcio femminile non abbia il rispetto che dovrebbe avere in Norvegia” aveva dichiarato nel dicembre 2016 in un’intervista su Aftenposten.

Come ha raccontato sempre nel documentario su ESPN, ciò che serviva era “un cambiamento culturale”. L’attaccante ha descritto la federazione calcistica norvegese come “una federazione che funzione in un modo così antiquato. Ha preso un treno per tornare al 1800 ed è rimasto lì”.

Julie Foudy, ex calciatrice della nazionale Usa che ha fatto parte del gruppo di calciatrici che negli anni ’90 ho portato avanti le prime proteste contro la Us Soccer, ha elogiato la norvegese per aver combattuto da sola. “Quello che gli Stati Uniti hanno fatto come squadra, Ada l’ha fatto individualmente, il che doveva essere spaventoso da morire. Applaudo il suo impegno per l’uguaglianza e il suo coraggio per aver capito che ci sono cose che sono semplicemente più importanti [del giocare a calcio]”.

Sempre ad ESPN Hegerberg ha parlato proprio del fatto di portare avanti la battaglia da sola. “Più persone ci sono a parlare, che vogliono portare lo sport nella giusta direzione, maggiore è l’impatto che può avere. Ma è sempre un compito molto difficile e una cosa molto delicata, perché tutti vogliono giocare per la nazionale e parlare non è una cosa facile. Una parte di me, dopo tutto ciò che ho passato, capisce che [alcune] persone continuino a giocare”.

Se Foudy ha applaudito Hegerberg per la sua battaglia solitaria, un’altra ex calciatrice a stelle e strisce, Heather O’Reilly, ha criticato la norvegese. “Se fosse un po’ più specifica otterrebbe molto più rispetto da noi”.

Tra le critiche ci sono state anche quelle di Martin Ødegaard, calciatore della nazionale norvegese. In particolare Ødegaard aveva criticato il tempismo di un’intervista della numero 14 del Lione rilasciata alla rivista Josimar e uscita pochi giorni prima dell’inizio della Coppa del Mondo femminile del 2019 (a cui Hegerberg non ha partecipato).

In quell’intervista la classe ’95 parlava di come fosse stato difficile per lei vivere tanti raduni in nazionale e di come ciò l’avesse “mentalmente distrutta”, lasciandole “una sensazione molto deprimente”.

Ødegaard non aveva gradito le parole di Hegerberg e l’aveva criticata in una storia su Instagram. “Forse puoi pensare a qualcosa di meglio da fare che disturbare la preparazione della nazionale per la Coppa del Mondo?” aveva scritto su Instagram. “Le giocatrici norvegesi si sono qualificate per rappresentare il nostro paese (una delle cose più grandi che un calciatore possa sperimentare) e hanno già ricevuto abbastanza pressione negativa. Meritano di più. Il fatto che adesso hai scelto di fare un’intervista come quella è sconcertante. Il tempismo è terribile. La scelta di non giocare per la Norvegia è tua, ma rispetta la Norvegia e la sua nazionale. Ora basta”.

All’epoca la vincitrice del Pallone d’Oro 2018 non aveva risposto a quanto detto da Ødegaard. Lo ha fatto nella prima conferenza stampa dal suo ritorno in nazionale, nell’aprile 2022. “Questa intervista era stata fatta sei mesi prima, ed era un’intervista molto importante sul calcio femminile norvegese” ha detto nella conferenza.

“Senza forse approfondire, [Ødegaard] ha fatto la scelta di scrivere sui social media. Gli uomini non affrontano le stesse sfide delle donne. Allo stesso tempo questo è successo tre anni fa. Siamo entrambi giocatori della nazionale e vogliamo una cosa, andare nella giusta direzione. Se Martin Ødegaard vuole parlare di uguaglianza di genere, la mia porta è aperta per questo” ha aggiunto.

Anche la presidente della Federcalcio norvegese, Lise Klaveness, in quell’occasione aveva definito il caso Hegerberg-Ødegaard come un “capitolo chiuso”, con lo stesso calciatore che aveva fatto sapere di essersi messo quella vicenda alle spalle.

Sempre nella conferenza stampa Hegerberg ha parlato di ciò che l’ha spinta a tornare a indossare la maglia della Norvegia. “Non è stata una decisione arrivata da un giorno all’altro” ha dichiarato. “Ci sono state molte discussioni e chiacchiere. Mi sono fatta male nel 2020 e questo ti dà una prospettiva diversa sulle cose. Ho avuto l’opportunità di pensare in modo un po’ diverso”.

Hegerberg ha detto di aver avuto contatti con Klaveness “per tutto il tempo” e ha definito “molto liberatorio” avere una discussione aperta con lei. Nella conferenza non ha voluto entrare nei dettagli delle conversazioni avute con la federazione, ma ha detto che “si è trattato punto per punto del feedback che ho fornito nel 2017 e che era importante per me”.

Hegerberg è scesa in campo per la prima volta da quella sconfitta contro la Danimarca a Euro 2017 il 7 aprile 2022 nella partita di qualificazioni per il mondiale australiano-neozelandese contro il Kosovo. La numero 14 ha impiegato solo 23 minuti per tornare al gol a quasi 5 anni esatti dall’ultima volta e ha concluso il match con una tripletta.

Prima di lasciare la nazionale, tra il 2011 e il 2017 Hegerberg aveva collezionato 38 reti in 66 presenze in nazionale. L’ultimo lo aveva siglato in Norvegia-Svizzera 2-1 del 10 aprile 2017. Dal suo ritorno nella selezione scandinava ha portato il conto dei gol a 42 in 70 partite.

Per Hegerberg l’Europeo in Inghilterra sarà il terzo della sua carriera, dopo Euro 2013 e Euro 2017 All’epoca del primo aveva solo 17 anni. Nonostante la giovane età aveva giocato tutti i 90 minuti della finale persa con la Germania. Oltre a rappresentare la Norvegia in due edizioni del campionato europeo, l’attaccante dell’OL ha indossato la maglia della nazionale scandinava alla Coppa del Mondo in Canada nel 2015.

Hegerberg e la nazionale norvegese faranno il loro esordio a Euro 2022 giovedì 7 luglio al St Mary’s Stadium di Southampton contro l’Irlanda del Nord. La Norvegia è inserita nel Gruppo A con Inghilterra, Austria e, appunto, Irlanda del Nord.

Martina Pozzoli

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