Arsenal Women Calcio femminile Inghilterra Leah Williamson Marketing News

Leah Williamson, da capitano di una Nazionale a icona dello sport e dei media

Quando i riflettori si accendono sul rettangolo verde, il calcio diventa uno spettacolo e le sue stelle conquistano il palcoscenico per più di 90 minuti. Leah Williamson è oggi più di una giocatrice di successo, è l’immagine inconfondibile dello sport femminile in Inghilterra.

La sua ascesa non solo ai maggiori livelli del calcio femminile ma alla scena mediatica e culturale della sua nazione sembra quasi una pagina strappata direttamente dal manuale di Alex Morgan, la calciatrice che più di tutte probabilmente negli ultimi dieci anni ha plasmato il ruolo della giocatrice portandola da atleta protagonista della sua realtà a modello della sua generazione e fonte d’ispirazione della prossima.

L’incoronazione di Williamson a icona mediatica inglese è avvenuta in maniera più graduale, in stile British in fondo, senza fare troppo rumore ma con il medesimo impatto su una società di riferimento tradizionalmente conservatrice ma inevitabilmente influenzata dal vento del cambiamento. Ma la verità è che il calcio femminile, esattamente come quello maschile, affonda le sue radici proprio in Gran Bretagna, e la celebrazione Leah Williamson in quanto nuova eroina nazionale diventa quasi un ritorno alle origini di questo sport.

In campo, l’evoluzione di Williamson come calciatrice è stata progressiva, la sua presenza fisica, l’intelligenza tattica, l’abilità tecnica, sono aspetti che hanno permesso al suo valore di crescere anche più velocemente della sua età, affermandola come una delle migliori promesse del calcio femminile inglese prima ancora dei diciotto anni. Che il futuro della giocatrice fosse scritto nella storia della Nazionale inglese e dell’Arsenal Women non è mai stato in dubbio, la sua affermazione a immagine moderna di uno sport che da sogno ha assunto le fisionomie di una reale professione si è rivelata forse una sorpresa maggiore.

A fare da invisibile spartiacque nella vita e nella carriera del difensore è probabilmente l’anno 2022. Le Lionesses inglesi inaugurano infatti una nuova era con Sarina Wiegman al timone della Nazionale, un cambio di leadership che influisce sulla squadra non solo tatticamente ma anche nel volto e nella personalità del team, che affronta un ricambio generazionale e si apre a nuove possibilità. E la più significativa tra queste è proprio Leah Williamson che a 25 anni diventa capitano della Nazionale.

Una scelta lungimirante quella di Wiegman che pur avendo appena conosciuto la squadra, ritrova in Williamson la maturità e la visione di un leader in grado di guidare le compagne in campo e di incarnare l’ideale stesso della Nazionale.

E il tempo dà presto ragione alla ct, perché il volto dell’Inghilterra in campo cambia notevolmente fin dai primi appuntamenti, rivelando una nuova identità, una rinnovata sintonia e una concentrazione collettiva che non era mai apparsa così stabile e intenzionata a raggiungere la meta.

Williamson diventa perno di questa trasformazione, indossa la fascia e tutti i suoi significati, sempre con il suo tipico atteggiamento pragmatico, diretto, senza mezzi termini, di chi è spesso apparsa più sicura e determinata di quanto la sua età suggerisse. Ma anche fuori dal campo, il capitano abbraccia le responsabilità che derivano da quel ruolo, esponendosi come mai prima all’aspetto più pubblico del calcio.

Con la sua leadership, la Nazionale inglese femminile diventa Campione d’Europa davanti al proprio pubblico nel cuore di Londra, con quella vittoria Leah Williamson diventa regina della scena sportiva inglese.

In un’ondata di popolarità che accresce esponenzialmente la fama e il valore economico del calcio femminile, Williamson si ritrova al centro dell’attenzione di un’intera nazione che sembra accorgersi finalmente del potere di questo sport e di chi lo rende grande. E in quel momento, la giocatrice smette di essere “solo” un’atleta e assume quasi le sembianze di un’ambasciatrice, di un tramite tra il calcio femminile e la cultura pop di una società.

Il 2022 volge al termine per Williamson tra celebrazioni e riflettori, mentre il suo volto conquista le prime copertine dei magazine più in voga, da Style a British GQ. La transizione al nuovo anno simboleggia anche l’approdo a un’area della sua carriera fino a quel momento appena esplorata.

Il 2023 consacra infatti l’atleta come volto non solo della Nazionale inglese ma anche dell’aspetto più commerciale del calcio femminile britannico che diventa, anche tramite Williamson, un business che attira attenzioni, considerazioni e risorse economiche, tutto ciò che si diceva che lo sport femminile non potesse mai avere.

L’importanza della commerciabilità infatti di calciatrici del calibro di Alex Morgan, Alexia Putellas e Leah Williamson sta proprio nel distaccare il calcio femminile da etichette di amatorialità che volevano relegarlo a hobby, per affermarsi pienamente in tutta la sua professionalità che comprende da sempre pubblicità, sponsorizzazioni e di conseguenza maggiore celebrità.

Il 2023 di Leah Williamson è forse l’anno più difficile della carriera della giocatrice perché all’apice del suo successo e a pochi mesi dai Mondiali di Australia e Nuova Zelanda, il difensore subisce la rottura del legamento crociato anteriore che spegne il sogno di guidare la sua Nazionale sul palcoscenico più importante del calcio. Un infortunio che la stessa Williamson sentiva quasi profeticamente come una spada di Damocle che prendeva sulla testa, dopo aver visto colleghe e compagne di squadra andare incontro alla stessa sorte.

Ma in quel momento la calciatrice sceglie di reagire aprendosi all’altra faccia della medaglia della sua carriera.

L’atleta abbraccia completamente la sua immagine pubblica pur riuscendo anche a preservare la sua privacy. A Gennaio arriva la copertina e il numero a lei dedicato di Women’s Health, fioriscono sponsorship prettamente sportive come con il brand Nike o la partnership con EA Sports a cui si affiancano anche collaborazioni pubblicitarie variegate mentre la sua agenda pullula di impegni mondani.

La moda sembra rivelarsi una passione inaspettata per l’atleta, spicca la collaborazione con Gucci di cui diventa ambasciatrice, mentre le diverse partecipazioni a eventi sportivi e di spettacolo attestano anche un’affermazione di stile della giocatrice.

Williamson non perde un colpo, il suo look sposa ed elogia perfettamente uno stile androgino, elegante, di classe, sensuale, che diventa un incontro equilibrato di stile tradizionalmente maschile e femminile che la giocatrice spoglia di queste differenze, scegliendo di non conformarsi allo status quo. Williamson è tra gli ospiti d’onore a Wimbledon e segue un Gran Premio di Formula Uno dai box dell’Aston Martin, partecipa alla serata di gala degli Elle Style Awards e presenzia all’evento British GQ Man of the Year, un carosello di serate e momenti che incidono il suo nome tra le eccellenze britanniche.

E come tale infatti Leah Williamson viene insignita a Ottobre 2023 dal principe William del Galles che le riconosce l’onorificenza dell’Order of the British Empire (OBE) per i meriti conseguiti nello sport.

Il rischio di un’immagine particolarmente pubblica e mondana per una personalità sportiva è sempre quello di apparire poi “distratta” dalla propria professione in campo ma la verità è che tutti gli impegni collaterali della sua carriera concorrono alla crescita del calcio femminile stesso. Perché è proprio sull’onda di questa popolarità che Leah Williamson giunge a parlare davanti all’assemblea delle Nazioni Unite, a New York.

A seguito infatti di un’iniziativa sostenuta dall’organizzazione Save The Children in collaborazione con il club Arsenal che aveva condotto il difensore a Za’atari per far visita al campo di rifugiati della guerra Syriana, la giocatrice è stata invitata a discutere della sua esperienza e del ruolo che lo sport può avere per migliorare la vita di bambine e adolescenti in difficoltà al “United Nations’ Sustainability Development Goals Summit”.

Il confronto con una realtà le cui condizioni basilari di vita sono ancora minime ha messo Williamson di fronte alla consapevolezza che per quanto ogni giocatrice possa aver incontrato ostacoli sul proprio cammino legati alla disuguaglianza di genere, i Paesi più sviluppati possono certamente contare su sicurezze e risorse che le ragazze di molte altre nazioni non possono neanche immaginare.

Con il programma Coaching For Life quindi si pone l’obiettivo di fornire questi strumenti per concedere alla prossima generazione un futuro migliore. “Il mio messaggio per tutti è che abbiamo ancora un secondo tempo davanti ma se lavoriamo insieme possiamo ottenere il risultato di cui abbiamo bisogno. C’è ancora tanto da fare per raggiungere la parità in tutto il mondo, dobbiamo sfruttare il potere dello sport e accertarci di non lasciare indietro le ragazze.”, ha affermato Williamson in occasione del suo intervento alle Nazioni Unite.

L’immagine che osserviamo oggi di Leah Williamson è quella di una giocatrice moderna, di una generazione a cavallo tra ciò che il calcio femminile era e ciò che sta diventando. Al contrario di Alex Morgan infatti, le cui maggiori entrate per gran parte della sua carriera da professionista arrivavano in realtà proprio dagli sponsor, Williamson può contare ora su una realtà calcistica in espansione, soprattutto in Inghilterra dove la conquista del titolo europeo ha favorito uno sviluppo esponenziale anche della lega nazionale, la Women’s Super League. Sponsor, collaborazione e pubblicità diventano quindi fattori extra nella carriera della giocatrice, fondamentali ma per fortuna non più imprescindibili.

Non sembra ad ogni modo che la popolarità di Leah Williamson abbia influito particolarmente sulla vita privata dell’atleta, ancora molto attenta ai confini della sua privacy e ai limiti della sua personalità pubblica. Non si conosce infatti davvero molto della sfera privata della calciatrice, che trascorre gran parte del suo tempo libero in ambito familiare o con le amiche di vecchia data, tra cui la compagna di Nazionale Keira Walsh e l’ex gloria del calcio femminile inglese ora giornalista per la BBC Alex Scott, mentore e supporto costante per la giocatrice.

Dai primi passi a Milton Keynes alle Nazioni Unite, Leah Williamson ha già percorso e cambiato la sua strada mentre continua a costruirne una nuova per chi verrà dopo di lei.

Rita Ricchiuti

Leggi anche