Introduzione

La crescita e lo sviluppo di uno sport passano inevitabilmente dalla sua esposizione mediatica. Più persone mostrano interesse per una disciplina tanto maggiore sarà la sua popolarità.

In tutto questo processo, un ruolo centrale viene occupato dai diritti audiovisivi, vero e proprio spartiacque del calcio moderno. La commercializzazione dei diritti tv è stata il driver che ha portato le società di calcio a diventare delle entertainment company. Ma soprattutto, i soldi dei broadcaster, hanno fatto crescere gli introiti, cambiando radicalmente i bilanci dei club.

“Per commercializzazione dei diritti televisivi si intende l’acquisto da parte dei broadcaster del diritto di usufruire presso i propri canali di comunicazione di massa delle immagini delle partite delle singole società calcistiche”.

Definizione

Il calcio femminile sta vivendo una stagione d’oro, in tutto il mondo si assiste a una rapida crescita, sia da un punto di vista sportivo che organizzativo e di gestione del business, frutto anche dell’impegno degli organi di governo che, finalmente, hanno deciso di puntare su questo movimento attuando delle strategie di lungo periodo.

Anche in Italia si assiste a un aumento di popolarità e uno sviluppo che anno dopo anno è sempre più tangibile. La svolta c’è stata cinque anni fa quando la FIGC, attraverso una riforma, ha obbligato i club professionistici a dotarsi di un settore giovanile femminile. Negli anni sono nate le squadre femminili di Juventus, Milan, Roma, Inter che si sono affiancate alle pionieristiche Fiorentina, Empoli, Sassuolo, nel frattempo la Federcalcio ha strappato l’organizzazione dei campionati di Serie A e B femminili alla Lega Nazionale Dilettanti, per avviare un percorso di ulteriore crescita basato sull’aumento della visibilità.

Gli ottimi risultati raggiunti dalla Nazionale femminile ai Mondiali di Francia 2019 non hanno fatto altro che dare un ulteriore impulso al movimento, avvicinando i grandi media al calcio femminile. Sotto l’egida della FIGC sono arrivati anche una serie di contratti importanti legati alle sponsorizzazioni ma in particolar modo alla commercializzazione dei diritti audiovisivi.

Noi oggi stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione per il calcio femminile in Italia. Solo pochi anni fa sembrava impossibile poter vedere su ogni tipo di device tutte le partite della Serie A femminile.
Questo oggi è possibile grazie agli accordi raggiunti con Sky Italia e con la piattaforma OTT TIMVISION, che è anche title sponsor del campionato.

Ma non solo il principale torneo di calcio femminile italiano, oggi è possibile nel nostro Paese, poter seguire in diretta tv o streaming o su app anche i principali campionati esteri, le gare della Nazionale e i grandi eventi come la Champions League, Mondiali ed Europei.

I diritti tv in Italia

I diritti audiovisivi della Serie A femminile, della Coppa Italia e della Supercoppa vengono licenziati dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, d’intesa con la Divisione Calcio Femminile. Questo vuol dire che i diritti di trasmissione in diretta di tutte le gare e degli highlights sono gestiti dalla FIGC e non dalle società di calcio. Ci sono però, e lo vedremo dopo, diritti che comunque restano in capo ai Club.

Il modello può definirsi ibrido, in quanto non concede l’esclusiva al broadcaster. Per la stagione 2020/21 sono stati siglati accordi con Sky Italia e TIMVISION, piattaforma di streaming di proprietà di TIM.

Per ciascun turno di Serie A l’emittente di Murdoch trasmette due partite in diretta sul canale Sky Sport Serie A e in molti casi anche su Sky Sport Uno, per un totale di 44 gare. A queste si aggiungono anche le semifinali e la finale di Coppa Italia femminile e la Final Four di Supercoppa Italiana.

Oltre a questo accordo, la FIGC ha siglato anche un contratto con TIMVISION per la stagione 2020/21 che prevede la trasmissione in diretta di tutte le partite di Serie A, ma anche delle semifinali di Coppa Italia e la Final Four di Supercoppa.

In virtù degli accordi sottoscritti tra la Federazione e i broadcaster, si evince che, nessuna partita può essere trasmessa “in chiaro” in tv, su piattaforme streaming, sui social media, sul web o su app.
Una condizione questa stabilita con una Circolare, la numero 4, del 20 agosto 2020 da parte della FIGC.

Questa condizione però non sempre è stata rispettata, in quanto nel corso della stagione 2020/21, diverse gare sono state ben visibili su siti ufficiali o su pagine social accessibili a tutti.
L’estate scorsa, alla vigilia dell’inizio del campionato, la FIGC aveva pubblicato appunto la Circolare N°4 proprio per fare chiarezza sulla trasmissione “selvaggia” delle partite sui social e diffidare le società dal trasmettere gli incontri sui propri canali in chiaro.

Cosa dice la circolare?

“La FIGC, d’intesa con la Divisione Calcio Femminile, ha licenziato per la stagione 2020/21 i seguenti diritti:

  • Diritti di trasmissione in diretta pay di tutte le gare e degli highlights in Italia, San Marino e Città del Vaticano a SKY (2 gare per turno di Campionato, semifinali e finale di Coppa Italia e semifinali e finale di Supercoppa) e a TIMVISION (tutte le gare);
  • Diritto di trasmissioni di highlights di tutte le gare sui canali social della FIGC e della Divisione Calcio Femminile a partire dalle 00.01 del giorno successivo alla disputa della gara”.
    E le società di calcio? Cosa possono trasmettere?
    La Circolare della FICG specifica: “Restano, invece, nella disponibilità dei Club i seguenti diritti relativi esclusivamente alle gare della propria squadra:
  • Diritto di trasmissione dell’intera gara (in casa e in trasferta) in diretta e in simulcast rispetto a SKY e/o TIMVISION sui canali ufficiali lineari e/o digitali dei Club a pagamento o codificati, in ogni caso non in chiaro;
  • Diritto di trasmissione delle proprie gare (in casa e in trasferta) in differita per il sito ufficiale o altre eventuali piattaforme digitali ufficiali (es. social media) dei Club, anche in chiaro, di brevi estratti/clips (max 3 min a Evento, max 30 sec a clip), decorse 3 (tre) ore dal termine della gara;
  • Diritto di trasmissione, anche in diretta e in chiaro, per i canali ufficiali dei Club (anche on-line e attraverso loro account ufficiali sui social media), delle immagini correlate alle proprie gare, incluse le fasi antecedenti l’inizio di ciascun evento (ad es. presentazioni, pre-riscaldamento e/o riscaldamento delle squadre), l’intervallo e le fasi successive alla conclusione di ciascuna delle gare (ad es. interviste al termine di quelle dei licenziatari nazionali);
  • Diritto di trasmissione in differita delle proprie gare per intero (in casa e in trasferta), a partire dalle 00.01 del giorno successivo alla disputa della gara, in chiaro in ambito locale ovvero in chiaro sui social media dei Club;
  • Diritti radiofonici in diretta in ambito locale e sui canali digitali ufficiali; – Diritto di registrare e utilizzare le immagini degli eventi al fine della elaborazione di dati statistici, sulla performance delle atlete ed altri ad uso esclusivo degli addetti ai lavori e non destinati alla comunicazione al pubblico”.

I Club possono quindi trasmettere in contemporanea con Sky e TIMVISION le partite in diretta sui propri canali ufficiali a patto che, questi, siano a pagamento o codificati. In ogni caso non in chiaro.

Cosa vuol dire?

La Juventus ad esempio può trasmettere in diretta le gare delle Women sul proprio canale tematico JTV perché è accessibile al pubblico previo abbonamento, quindi a pagamento. Stesso discorso per Milan TV e Inter TV che sono presenti sulle piattaforme Sky e DAZN.
La AS Roma può trasmettere le partite della squadra femminile su Roma TV e su Roma TV+ perché la prima è a pagamento e la seconda è disponibile sul web previa registrazione, quindi “codificata”.

È strano invece il caso della Fiorentina Femminile che, nonostante il divieto imposto dalla FIGC, ha continuato a trasmettere le sue gare interne sul sito ufficiale del Club, aperto e visibile a tutti, senza abbonamento o registrazione.

Una condizione vietata ad altri Club. Nella settimana che portava alla prima giornata di campionato del 22 agosto, l’Hellas Verona aveva annunciato la trasmissione in diretta sulla pagina Facebook della partita contro la Juventus, salvo poi dover comunicare la rinuncia a seguito delle regole imposte dalla FIGC tramite appunto la Circolare N° 4 pubblicata due giorni prima della gara.

Una situazione curiosa e alquanto dubbia, però nessuna delle parti in causa ha mai fatto vera e propria chiarezza sul perché alcune società sì e altre no.

Gli introiti derivanti dalla commercializzazione dei diritti audiovisivi vengono suddivisi dalla Federcalcio ai Club. Le modalità di ripartizione non è stata resa nota, non sappiamo dunque se ricevono tutti lo stesso importo oppure no. Da tener presente che per il calcio femminile le cifre sono molto esigue rispetto al calcio maschile.

Dalle fonti in nostro possesso possiamo rivelare che la il contratto tra la FIGC e Sky per la stagione 2020/21 è di 250 mila euro. Una cifra molto esigua se confrontata con gli altri principali campionati europei di calcio femminile.

L’aumento di pubblico riscontrato negli ultimi anni porterà inevitabilmente a un aumento del valore del prodotto calcio femminile e nuovi player sono all’orizzonte. Uno su tutti Dazn. La piattaforma del magnate Len Blavatnik si è aggiudicato i diritti tv della Serie A maschile e ora strizza l’occhio anche al femminile.

Il boom in Inghilterra – Eldorado WSL

In Europa la Women’s Super League ha raggiunto una popolarità e un’espansione senza precedenti nel calcio femminile. Oggi quello inglese è il campionato più ricco e probabilmente anche il più bello del vecchio continente.
Le dodici squadre professionistiche si sfidano in un torneo che è diventato il centro del calcio femminile mondiale. L’Inghilterra è diventata meta di molte calciatrici di caratura internazionale, americane, australiane ma anche europee. Il trasferimento di Pernille Harder dal Wolfsburg al Chelsea è avvenuto alla cifra record di 350 mila euro.

La Football Association recentemente ha siglato un accordo triennale da 24 milioni di sterline (circa 28 milioni di euro) con Sky Sports e BBC per la trasmissione delle partite della Women’s Super League.
Si tratta di una cifra mai pagata da nessun broadcaster per le partite di un campionato nazionale di calcio femminile. Sky Sports trasmetterà fino a 44 partite a stagione, mentre la BBC 22. Le restanti gare saranno disponibili sull’applicazione FA Player della Federcalcio inglese.

Un affare non solo per le 12 società della prima divisione che riceveranno un flusso ingente di soldi, ma anche per i club di seconda divisione, ai quali andrà il 25% degli introiti.

Kathryn Swarbrick, direttore marketing e commerciale della FA parlando del nuovo contratto sui diritti audiovisivi ha detto: “Trasmetteremo più partite in diretta, raggiungendo un pubblico più numeroso e incasseremo di più di qualsiasi altro campionato nazionale femminile nel mondo. Questo è una prova di quanto sia forte il potenziale della WSL in questo momento”.

Effettivamente sono cifre da capogiro e che possono essere un traino per tutti gli sport femminili. Un recente studio condotto dall’agenzia Two Circles, per conto di Women’s Sport Trust, ha ipotizzato che gli sport femminili nel Regno Unito potrebbero generare entro il 2030 più di 1 miliardo di sterline (circa 1,16 miliardi di euro).

La chiave per raggiungere tale obiettivo risiede proprio nella visibilità delle atlete e dei team.

Diritti TV UEFA Women’s Champions League

La prossima edizione della Champions League femminile sarà una delle grandi novità nel panorama calcistico continentale.
La UEFA, il massimo organo di controllo del calcio europeo, ha cambiato il format della Women’s Champions League per cercare di aumentare la competitività ma anche e soprattutto l’esposizione del calcio femminile attraverso Coppa più ambito a livello di club in Europa.

La nuova formula, che prende il via dalla stagione 2021/22, prevede per la prima volta una fase a gironi a 16 squadre con quattro gironi da quattro. Le prime due classificate accederanno ai quarti di finale.
Inoltre sempre a partire dalla prossima stagione, i diritti televisivi di UEFA Women’s Champions League saranno totalmente centralizzati già dalla nuova fase a gironi.

Si tratta della prima volta nella storia della competizione europea per club femminile che i diritti audiovisivi vengono commercializzati centralmente.

La UEFA offre agli interessati la possibilità di acquisire tali diritti per il ciclo 2021–25. I diritti centralizzati riguarderanno un totale di 61 partite a stagione e saranno disponibili per tutte le piattaforme.
Dieci delle 11 giornate avranno un posto esclusivo nel calendario, ovvero non si sovrapporranno ad altre competizioni UEFA. Gli orari in prima fascia consentiranno inoltre di ampliare al massimo la portata del torneo.

Guy-Laurent Epstein, direttore marketing di UEFA Events SA ha dichiarato: “Siamo contenti di sostenere la crescita della competizione dando un format totalmente centralizzato al mercato. In un’epoca di sviluppo senza precedenti di tutto il calcio femminile mondiale, è un’opportunità fantastica per contribuire ancora alla promozione, alla copertura televisiva e al coinvolgimento di questa competizione prestigiosa, dando un’ulteriore spinta al calcio femminile d’elite”.

La rivoluzione delle piattaforme OTT: Il caso Ata Football

La vera grande novità degli ultimi anni nel settore dei media è l’ascesa delle piattaforme OTT.
Un fenomeno che non riguarda solo il calcio ma l’intero settore dell’intrattenimento.

Cosa sono e cosa vuol dire OTT?

Sono definite OVER-THE-TOP tutte quelle media company che offrono servizi e contenuti direttamente via Internet, bypassando cioè sistemi di distribuzione tradizionali, come il digitale terrestre o il satellitare nel caso della TV.

Sono OTT le piattaforme come Netflix, Amazon Prime, Disney+, DAZN che stanno letteralmente cambiando le modalità di fruizione di film, serie tv, documentari e anche degli eventi sportivi. Le abitudini sono cambiate, soprattutto nei giovani, e poter vedere ciò che ci piace, quando ci piace e in qualsiasi posto, grazie a device mobili, è la vera rivoluzione nel settore.

Uno dei progetti più interessanti nel calcio femminile legato alle piattaforme OTT è quello di Ata Football che detiene i diritti di trasmissione in determinati paesi di campionati di prestigio come la FA Women’s Super League e la Division 1 francese.

Ata Football è una piattaforma di Atalanta Media, azienda fondata negli Stati Uniti nel 2019 da due donne: Hannah Brown e Esmeralda Negron. La prima è un’ex dirigente di Sky Sports con esperienza nel settore dei media, mentre la seconda è un’ex calciatrice e allenatrice, nonché esperta di marketing sportivo. Lo scopo principale del loro progetto? Quello di far conoscere il calcio femminile a un pubblico di massa e sostenere la crescita e lo sviluppo di tale sport, facilitando la fruizione dei contenuti.

La metodologia di lavoro di Ata Football è quella di investire nell’acquisizione dei diritti audiovisivi e sviluppare partnership con i più grandi broadcaster mondiali. Inoltre vengono anche creati contenuti originali legati al calcio delle donne.
L’azienda vanta partnership con i media ESPN, NBC Sports, BT Sport, DAZN e con le leghe FA WSL e D1 Arkema,
I mercati in cui opera Ata Football sono Germania, Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti e Italia. Nel nostro paese sono visibili alcune partite del campionato inglese, tedesco e francese.


Negli Stati Uniti viene trasmesso il meglio del calcio europeo con la WSL, la Women’s Champions League ma anche la Primera Division spagnola.

Un’idea vincente quella delle due fondatrici dove alla base non c’è solo il profitto ma un reale interesse nei confronti del calcio femminile, per portarlo a un livello successivo e contribuire alla sua crescita.

Giuseppe Berardi
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1 commento

  1. Tutto il marketing è una cosa positiva per i club e per il calcio femminile. C’è solo un piccolo intoppo. Se sei un tifoso di una squadra ma vivi all’estero. Finché è trasmesso sui siti delle squadre, puoi guardarlo. Forza Viola. Ma se poi le partite sono trasmesse solo da Sky o TIM? Allora non avete la possibilità di guardare le partite.
    Sono consapevole che non possiamo prendere in considerazione tutti.
    Ma se poi solo il denaro governa lo sport, no grazie.
    Con cordiali saluti
    Thomas Kaderli, Svizzera

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