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Emma Hayes: “Il calcio femminile tornerà più forte di prima”

Emma Hayes, allenatrice del Chelsea, è fiduciosa che, dopo la pandemia di coronavirus, il calcio femminile tornerà “più grande, più forte e migliore”.

“Mi sento davvero ottimista ed eccitata per il futuro” ha detto Hayes “Solo perché non si è ripreso [il campionato] non significa che siamo minacciati o a rischio. Ho fiducia nelle persone che gestiscono il campionato e credo che torneremo più grandi, più forti e migliori”.

La Football Association aveva già ufficializzato lo scorso 25 maggio la decisione di interrompere definitivamente la WSL e il 5 giugno ha assegnato proprio al Chelsea il titolo di campione d’Inghilterra.

Si tratta del terzo titolo nazionale nella storia del club londinese dalla nascita della WSL, il secondo in 3 anni. L’allenatrice classe ’76 ha definito questo titolo come “il titolo più difficile da vincere da quando sono qui”.

Imbattute in tutte le competizioni, inoltre le ragazze di Emma Hayes avevano conquistato lo scorso febbraio anche la Continental Cup, battendo l’Arsenal in finale.

Per l’allenatrice delle Blues chiudere anticipatamente la stagione è stata la “decisione giusta ma non è stata presa in modo superficiale” e “una decisione collettiva” che “non guardava esclusivamente le finanze”.

“Stiamo tutti camminando verso l’ignoto. Finché la volontà collettiva e la conoscenza sono lì, possiamo lavorare per la giusta soluzione per ritornare a giocare” continua Hayes.

Archiviata la stagione 2019-20 si pensa, dunque, alla prossima: la nuova stagione inizierà il weekend del 5-6 settembre e dovrebbe essere giocata a porte chiuse.

Hayes pone già il primo obiettivo per la prossima stagione: “Non abbiamo mai vinto due campionati consecutivi e dobbiamo invertire questa tendenza”.

Dopo aver elogiato le sue giocatrici per l’incredibile “desiderio e disponibilità” aggiunge: “Lo staff e le giocatrici non hanno fatto nulla di eccezionale. Le giocatrici non vogliono passare il tempo a festeggiare, vogliono passare al livello successivo”.

Martina Pozzoli

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