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Esclusiva L Football: intervista a Heather O’Reilly leggenda del calcio femminile USA

La stella del calcio americano Heather O’Reilly, tre volte medaglia d’Oro Olimpica e vincitrice del Mondiale 2015, si racconta in un’intervista concessa ad L Football in esclusiva

Heather Ann O’Reilly, o più semplicemente HAO, come viene soprannominata per via delle iniziali del suo nome, è considerata una delle calciatrici più forti nella storia del calcio femminile.

Con la maglia della Nazionale USA, indossata 231 volte, ha vinto tre Medaglie d’Oro consecutive alle Olimpiadi di Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012. Nel 2015 O’Reilly è stata protagonista nel trionfo degli Stati Uniti al Mondiale canadese del 2015.

Ha iniziato la sua carriera alla University of North Carolina a Chapel Hill nel 2003 per poi passare ai New Jersey Wildcats nella W-League. Nel 2008 il salto nel professionismo con Sky Blue FC. Negli Stati Uniti ha vestito anche le maglie dei Boston Breakers e di FC Kansas City per poi annunciare, all’inizio del 2017, il suo approdo in Inghilterra, a Londra, sponda Arsenal.

Con le Gunners O’Reilly disputa 38 gare, segnando 4 reti. Il club inglese vuole tenere HAO ma lei preferisce tornare in patria, dove tutto è iniziato, nella Carolina del Nord. Firma un contratto con le Courage e vince la prima International Champions Cup femminile e la National Women’s Soccer League.

Heather come hai vissuto il trionfo nella NWSL con North Carolina Courage?

È stata una stagione straordinaria. Sono arrivata tardi nel team, perché ho giocato fino a maggio con l’Arsenal, ma ho capito sin da subito che la squadra era destinata a fare grandi cose. C’erano tutti gli ingredienti: velocità, forma fisica, un buon allenatore, e una straordinaria capacità di segnare tanti gol.

Portland, OR – Saturday September 22, 2018: NWSL Finals: North Carolina Courage vs Portland Thorns FC at Providence Park.

Il tuo ritorno nella NWSL è stato al WakeMed Soccer Park, lo stesso impianto dove hai segnato il tuo primo goal con la nazionale a 17 anni. Te lo ricordi?

Mi ricordo quel goal e ricordo i miei genitori in mezzo alla folla sugli spalti. È stato un evento speciale, nel North Carolina dove ho iniziato a giocare con l’University NC.

Quel giorno l’avversaria era l’Italia. Segui il calcio italiano? Cosa ne pensi?

L’Italia ha una grande opportunità per la crescita del calcio femminile. Alcune mie colleghe giocano nella Juventus e poi conosco la proprietà della AS Roma.

Hai giocato tanto negli Stati Uniti ma anche in Inghilterra. Quali sono le principali differenza tra il calcio femminile americano e quello inglese?

La differenza principale è che in America viene dato un peso maggiore ad aspetti particolari, come ad esempio lo spirito di gruppo, il feeling che si crea tra le atlete di una squadra, in Inghilterra invece è un calcio più orientato al business e si può festeggiare solo quando i giochi sono finiti. Hanno una mentalità molto rigida.

A giugno si disputeranno i Mondiali. Tu ne hai vinto uno nel 2015. Che emozioni hai provato nel sollevare al cielo la Coppa del Mondo?

Vincere i Mondiali è stata una cosa incredibile! Gli Stati Uniti avevano vinto la Coppa del Mondo nel 1999, mentre nel 2003 e 2007 sono arrivati due terzi posti e nel 2011 un secondo posto. Nel 2015 invece ce l’abbiamo fatta, ci siamo sentite come se la nostra generazione di calciatrici si fosse finalmente tolta un peso dalla schiena.

Chi vedi come favorita a Francia 2019 per la vittoria finale? Quali saranno le calciatrici protagoniste?

Credo che la Francia sia una squadra molto forte ed Eugene Le Sommer sarà una stella di questo Mondiale. Gli Stati Uniti sono sempre favoriti e penso che Tobin Heath potrà sfondare come superstar della Coppa del Mondo. Anche l’Inghilterra di Fran Kirby farà sicuramente un buon torneo.

La FIFA ha annunciato un programma ambizioso sullo sviluppo del calcio femminile. Cosa ne pensi?

Penso sia un buon programma, ma il calcio femminile ha bisogno di azioni concrete e reali. La FIFA non sta ancora prendendo seriamente in considerazione il calcio femminile e lo dimostra il fatto che spesso vengono programmati grandi eventi femminili in concomitanza con altre gare, magari di campionati maggiori.

L’Arsenal Women quest’anno sta disputando un grande campionato. Riuscirà a vincere il titolo?

Sono sicuramente sulla buona strada ma gli infortuni di alcune calciatrici, come ad esempio Jordan Nobbs, può rendere tutto più difficile.

Il ricordo più bello che hai dell’esperienza all’Arsenal?

La mia emozione più grande è stata stringere la mano ad Arsene Wenger. Nel giorno del suo addio al club, gli ho detto che per me è stato un onere essere all’Arsenal insieme a lui.

L’estate scorsa si è giocata per la prima volta la International Champions Cup anche al femminile, vinta da te con NC Courage. Come valuti l’evento?

Mi è piaciuto il concetto di vedere i migliori club femminili fronteggiarsi uno di fronte all’altro. Non abbiamo spesso tale opportunità, quindi spero che la competizione cresca e si sviluppi sempre di più.

Torniamo in Europa, nel prossimo turno della Uefa Women’s Champions League si affronteranno Lione e Wolfsburg, le due squadre europee più forti degli ultimi anni. Chi vincerà secondo te?

Senza dubbio il Lione. Sono troppo forti in tutto.

Hai già pensato a cosa farai da grande quando non giocherai più a calcio? Stai seguendo il corso per diventare coach?

In questo momento sto sperimentando diverse cose per il futuro dopo la fine dell’attività agonistica.
Mi interessano le attività di coaching e management, ma anche la televisione e poi penserò a far crescere la mia fondazione.

A Chapel Hill hai comprato una caffetteria storica. Come vanno gli affari?

È stato un locale simbolo della mia città quando ero all’università. Si trovava in una situazione fallimentare e abbiamo deciso di fare qualcosa per salvarlo. È stata una bella cosa di cui siamo molto orgogliosi. Adesso finalmente è tornato di nuovo in voga.

Prima di salutarci volevo chiederti di fare un patto. Vista la tua disponibilità nei nostri confronti, se noi di L Football capitiamo nei pressi di Franklin Street veniamo a trovarti nel tuo locale. Se tu vieni in Italia, ci chiami e noi ti invitiamo a vedere una partita della Serie A e poi a cena. Ci stai?

Fantastico! Certo, sono innamoratissima dell’Italia e mi piacerebbe molto venire a vedere una partita ed anche a cena! Sono stata a Roma, Milano, Cinque Terre, Firenze, Siena e sul Lago di Como. Non ne ho mai abbastanza dell’Italia. Il cibo e le persone sono incredibili. Vi amo!

Intervista di
Giuseppe Berardi

Un sentito ringraziamento va a Heather per la disponibilità e al direttore della comunicazione di North Carolina FC Marco Rosa.

Foto: ISI Photos e US Soccer

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