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Il futuro del Brescia CF: intervista esclusiva a Cristian Peri, direttore sportivo del club lombardo

Per capire cosa sta succedendo al Brescia CF e capire gli scenari futuri, L Football ha intervistato in esclusiva Cristian Peri,  consigliere dal 2002 e direttore sportivo dal 2010 della società con sede a Capriolo

In questi giorni, a tenere banco, sono le notizie legate al destino del Brescia, società storica del calcio femminile e protagonista in Serie A negli ultimi anni. Nel contesto attuale, riuscire a mantenere una squadra competitiva di alta classifica, richiede uno sforzo economico non indifferente. Con l’ingresso dei club maschili, l’asticella del budget per una rosa di qualità, si è ulteriormente alzato.

Nei mesi scorsi avevamo pubblicato un’analisi sui bilanci di Brescia e Fiorentina ed era emerso chiaramente come, allo stato attuale, il business di una società di calcio femminile non è sostenibile. I costi superano abbondantemente i ricavi.

Per capire gli scenari futuri e il destino del Brescia, abbiamo intervistato in esclusiva Cristian Peri, storico direttore sportivo della società e braccio destro del presidente “Giuseppe Cesari”

Prima di parlare del futuro del Brescia, credo sia doveroso parlare della stagione appena terminata. Si aspettava un’annata così? 

È stata per certi aspetti una stagione epica. Uso questo termine perché se penso ai primi giorni di luglio 2017 dove a fronte di una rosa di 21 giocatrici, ci siamo trovati tra non confermate e giocatrici che hanno preso altre strade con le  sole Sabatino, Girelli, Ceasar e Marchitelli in organico. Non nego di aver trascorso delle otti davvero difficili. Strada facendo, già dalle prime amichevoli e soprattutto dopo il ritiro estivo a Temù, notavo che le parole di Mister Piovani, l’artefice principale di questa stagione, si tramutavano davvero sul campo. Grinta, carattere, voglia di fare erano all’ordine del giorno. Allenamenti a ritmo di musica, giocatrici straniere che in un batter d’occhio si sono calate nella mentalità italiana e hanno trasmesso la loro cultura di lavoro e sacrificio.

La Supercoppa Italiana con la Fiorentina, la rimonta sull’Ajax in Champions League e la doppia vittoria con la Juventus in campionato e Coppa Italia credo siano stati i momenti più belli e significativi della stagione. Peccato per l’ultima settimana della stagione, senza voler accampar scuse di fronte alle sconfitte contro fior di squadre meritevoli della vittoria come Juventus e Fiorentina, ma le nostre ragazze si sono trovate a dover giocare 3 partite in 6 giorni con un dispendio di energie assurdo. La Lega Nazionale Dilettanti per l’ennesima volta ha dimostrato la sua totale incapacità e disinteresse nel gestire un movimento che merita ben altro che un main sponsor sull’orlo del fallimento e divisione delle spese per l’utilizzo serale dello stadio scelto per la finale. Per loro solo una parola: vergogna.!

Ci dica una cosa, ma come ha fatto l’estate scorsa ad allestire una squadra competitiva in così poco tempo?

L’esperienza quasi ventennale nel calcio femminile mi ha permesso di avere contatti, relazioni, scambi di pareri ed opinioni con tantissimi addetti ai lavori nel calcio femminile italiano ed estero. Non siamo i più bravi, ma come dice sempre il nostro Presidente, siamo i più umili. Questa umiltà ha dato fiducia a genitori, abbiamo acquistato ragazze minorenni come Pettenuzzo e Tomaselli, giocatrici, agenzie e presidenti che ci hanno immediatamente permesso nel giro di poche settimane di allestire una rosa competitiva e di prospettiva.

In tutti questi anni, qual è l’acquisto effettuato nel calciomercato di cui va più fiero? 

Domanda “antipatica”: sono davvero tanti, dal primo in assoluto nell’estate 2010, quello di Daniela Sabatino, alle giovani promesse nel 2011 Rosucci e Bonansea, diventate poi top player, all’allora diciottenne Linari, a tutti gli acquisti dell’estate 2017 perché hanno accettato sulla mia parola una sfida con tante incognite in quel momento. Credo però che il miglior acquisto sia stato quello di Mister Giampietro Piovani, una persona fantastica ancora prima di un allenatore competente e capace. Davvero credo meriti palcoscenici importanti. Ha creato uno spogliatoio come mai mi era capitato di vivere con umiltà, cultura del lavoro e sacrificio ma sempre con il sorriso e con positività.

In questi giorni si decide il futuro del Brescia. Il presidente Cesari è da tempo alla ricerca di partner e investitori, finora nulla di concreto per scongiurare la mancata iscrizione al prossimo campionato?

Il Presidente Cesari è a mio avviso il Calcio femminile, se ne occupava già negli anni ’80 quando la maggior parte delle giocatrici attuali non era ancora nata, vanta esperienza, passione e capacità imprenditoriali importanti. Ora però, nonostante vittorie, trofei, record si trova a competere con realtà imparagonabili rispetto alla nostra società che ha sì sponsor importanti, ma coprono solo il 30% del budget. Ha chiesto invano nei mesi scorsi aiuti concreti ad istituzioni ed industriali bresciani, non stiamo parlando di milioni di euro, ma di cifre che per una singola persona sono importanti ed ora quasi insostenibili, con un ritorno in termini economici da diritti tv e altro pari a zero. È chiaro che il tempo massimo sta per scadere, il presidente è una persona seria, Brescia CF è una società sana, senza debiti, ma senza garanzie di aver a disposizione un budget per poter far fronte alle prossime stagioni, senza andare per l’ennesima volta ad utilizzare il proprio patrimonio personale è impensabile. C’è tanta passione e gli investimenti fatti in questi anni lo dimostrano, ma la ragione deve prevalere, se le condizioni non lo permetteranno giusto fare un passo in dietro.

Una delle ipotesi sul tavolo è la cessione del titolo sportivo all’AC Milan. Salvo colpi di scena, sarà questo il destino del Brescia?  

Negli ultimi anni diverse società professionistiche maschili si sono avvicinate al Brescia CF; Cesari ha sempre declinato e respinto offerte, sicuro che prima o poi gli investimenti fatti fossero riconosciuti anche a livello locale da istituzioni ed industriali che riconoscessero lo scopo sociale di una società dilettantistica che forma ragazze allo sport (oltre 100 tesserate nel settore giovanile). Niente di tutto ciò purtroppo è accaduto. Da un paio di mesi si è dovuto sedere al tavolo con queste società per valutare il tutto. Tra queste società c’è anche il Milan, ma essendo la proprietà Brescia CF di Giuseppe Cesari non spetta a me dire quale sarà il destino. Di sicuro non scomparirà, come sempre, valutato il budget a disposizione ci muoveremo di conseguenza. La rinuncia alla serie A sarebbe l’extrema ratio di questa situazione.  Se e quando dovesse accadere credo non sarà una sconfitta per Cesari o per il Brescia Cf, ma sarà una sconfitta per imprenditoria ed istituzioni bresciane miopi e per nulla lungimiranti verso un movimento che negli ultimi anni è in fortissima espansione, con tesseramenti aumentati ed interesse sempre maggiore.

Cosa pensa dell’attrito che si è creato tra la LND e la FIGC? Perché questo improvviso attaccamento della Lega nei confronti del calcio femminile?

La Lnd in questi anni ha ampiamente dimostrato le sue incapacità organizzative e programmatiche, il suo disinteresse verso il calcio femminile è lampante. Salvo solo le splendide telecronache in streaming sul sito Facebook. Per il resto stendiamo un velo pietoso, rischierei squalifiche.

La ringrazio molto per la disponibilità. A nome di tutto lo staff di L Football le auguro il meglio per la sua carriera di dirigente sportivo e che possa restare ancora a lungo ai vertici del calcio femminile in Italia. 

Grazie a voi per la qualità e per i contenuti dei vostri articoli

Intervista di
Giuseppe Berardi

Foto: ACF Brescia Calcio Femminile; Federica Scaroni

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