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Manuela Giugliano, l’asso fuori dalla manica della Roma



A Manuela Giugliano la sua partita contro il Sassuolo non è neanche piaciuta particolarmente eppure ancora una volta la numero 10 è stata la chiave che ha permesso alla Roma femminile di interpretare una partita strana.

Perché se è vero che il primo tempo della sfida ha testimoniato una Roma insolitamente imprecisa e tardivamente incisiva, è anche vero che la squadra giallorossa ha imparato a gestire e plasmare anche le partite più “brutte”.

Ma nonostante limiti, errori e a tratti mancanza di lucidità nella costruzione, la Roma ha portato a casa il massimo risultato con uno sforzo se non minimo neanche troppo impegnato. E a sbloccare proprio la fase iniziale di stallo è stata Manuela Giugliano che, pur esprimendo al meglio il potenziale di un numero iconico sulla maglia, ha sposato in questa stagione un ruolo che va oltre la posizione.



L’anima da regista e architetto che contraddistingue la centrocampista italiana ha abbracciato infatti un’evoluzione necessaria e imprescindibile proprio per l’esigenza della Roma di non offrire punti di riferimento offensivi facilmente prevedibili. Delle nove reti realizzate finora da Giugliano in campionato infatti, ben sette sono state marcature d’apertura della gara, e in alcuni casi anche gli unici gol della partita.

“Liberata” quasi dalla partenza di Andressa Alves ma soprattutto rafforzata invece dall’arrivo di Saki Kumagai alle sue spalle, la numero 10 della Roma ha conquistato metri di gioco e rispolverato un gusto del gol mai dimenticato.

Il gol che ha portato la prima gara di Poule Scudetto sui giusti binari è esemplare del nuovo volto di Giugliano. Perché nel momento in cui lo schema più tradizionale non trova spazi e aperture, la centrocampista inventa. L’azione nasce infatti sull’asse Haavi-Giacinti che vede però l’attaccante norvegese in posizione di terzino, praticamente sulla zolla di Lucia Di Guglielmo. Giacinti allora prende il suo posto sulla zona esterna del terreno di gioco, la stessa che aveva fruttato proprio l’assist per la stessa Di Guglielmo in Coppa Italia. E ancora una volta infatti la numero 9 si reimmagina ala e libera al centro un invito immancabile.



Giugliano subentra e raccoglie, affianca Viens in quella che è appunto la posizione di una punta e seppure lievemente seguita dalla copertura difensiva, la giocatrice ferma la sfera, controlla e poi si gira, per battere a rete in una porta che sembra aprirsi davanti ai suoi piedi. Una rete che sembra quindi svegliare una Roma che a questo punto gioca con maggiore intensità e serenità, quel binomio antitetico che caratterizza la superiorità giallorossa. Nella ripresa allora, Giugliano congela il risultato e lo fa proprio con la freddezza che serve dagli undici metri.

La centrocampista della Roma diventa così un asso fuori dalla manica per la squadra campione d’Italia, la minaccia che non vedono arrivare quando tutti gli occhi sono puntati sul tridente d’attacco. Manuela Giugliano è infatti la miglior realizzatrice nel suo ruolo non solo in Serie A nel campionato corrente ma anche tra le cinque maggiori leghe europee a partire da febbraio 2024, alla pari solo di Sara Däbritz. Il nome di Manuela Giugliano porta però anche la firma di un gol storico per la Roma. Il rigore realizzato per la doppietta personale contro il Sassuolo è stata anche la 300esima rete della squadra giallorossa in Serie A. Statistiche che scrivono in fondo una storia speciale che si evolve davanti ai nostri occhi.

Rita Ricchiuti

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