La storia della nazionale australiana: tra successi in Oceania, spostamento in Asia e il sogno della consacrazione mondiale

Nel 2000, quando Sydney ha ospitato le olimpiadi, le risorse della nazionale australiana femminile di calcio erano così poche che per promuovere la partecipazione delle Matildas all’edizione olimpica di casa la AWSA, la Australian Women’s Soccer Association che all’epoca gestiva il calcio femminile australiano, aveva pensato a un calendario in cui 12 calciatrici avrebbero dovuto posare nude.

A 23 anni di distanza, l’Australia ospiterà per la prima volta un mondiale di calcio e per promuoverlo non è servito nessun calendario. Le Matildas sono già la squadra femminile più popolare del paese e la capitana Sam Kerr è l’atleta femminile australiana più conosciuta.

Se nel 2000 per l’esordio olimpico delle Matildas, perso 3-0 contro la Germania, al Bruce Stadium di Canberra erano presenti 24.800 persone, per la gara inaugurale della nazionale australiana la grande richiesta di biglietti ha costretto la FIFA a spostare il match contro l’Irlanda dall’Allianz Stadium da 45.500 posti all’Accor Stadium da 83.500, che sarà sold out.

Come per tante altre squadre femminili, la strada per arrivare fino a qui non è stata facile, con le giocatrici che hanno dovuto superare tanti ostacoli e pregiudizi. Per questo, in attesa del mondiale ripercorriamo la storia della nazionale australiana padrona di casa.

Dagli anni ’20 alla Coppa d’Asia 1975

Il primo match femminile ufficiale in Australia è considerato quello giocato tra North Brisbane e South Brisbane al Gabba davanti a 10 mila persone, il 24 settembre 1921.

Dopo che il 5 dicembre 1921 la Football Association inglese ha vietato alle squadre femminile di giocare e allenarsi negli stadi delle squadre affiliate alla federazione, anche il calcio femminile australiano ha vissuto una sorte simile.

Le donne hanno comunque continuato a giocare a calcio, anche se i pregiudizi e gli ostacoli della federazione non hanno al calcio femminile di diffondersi. Vista la mancanza di supporto da parte della Federcalcio australiana, ovvero la Football Australia, nel 1974 è nata la Australian Women’s Soccer Association (AWSA).

Nel 1975 una rappresentativa australiana ha partecipato, su invito, alla prima edizione della Coppa d’Asia. Il 25 agosto l’Australia ha esordito perdendo 3-2 contro la Thailandia. Pat O’Connor ha avuto l’onore di segnare il primo gol delle australiane. L’Australia ha poi passato il Gruppo A grazie alla vittoria per 3-0 contro Singapore.

In semifinale hanno perso 3-2 contro la Nuova Zelanda, che ha poi vinto il torneo. Nel match per il terzo posto le australiane hanno battuto 5-0 la Malaysia. La Football Australia ha ufficialmente riconosciuto la rappresentativa che ha partecipato a questa Coppa d’Asia come nazionale australiana solo nel 2022.

Dal primo match ufficiale agli anni ‘80

La prima partita ufficiale dell’Australia è stata la sfida giocata il 6 ottobre 1979 contro la Nuova Zelanda, terminata 2-2. Sandra Brentnell ha segnato il primo gol ufficiale della storia della nazionale australiana. Julie Dolan, che ha capitanato la squadra in quel match, ha avuto l’onore di ricevere il cap numero 1, ovvero un cappellino che viene dato a ciascuna giocatrice che esordisce in nazionale maggiore.

Prima del 1979 l’Australia aveva partecipato a un nuovo torneo su invito nel 1978, con una nazionale che però non viene considerata come ufficiale. La stella di quel torneo era stata la diciassettenne Anna Senjuschenko, morta l’anno successivo in un incidente stradale.

Nel 1980 una rappresentativa australiana ha nuovamente partecipato alla Coppa d’Asia, su invito. Dopo aver passato il girone unico al terzo posto, l’Australia ha perso 5-0 contro la Cina. Il match per il bronzo non si è disputato in quanto la nazionale di Hong Kong aveva già prenotato i biglietti per il volo di ritorno.

Nel 1983 l’Australia ha partecipato alla prima edizione della OFC Women’s Nations Cup, ovvero la coppa delle nazioni oceaniche, che all’epoca si chiamava ancora OFC Women’s Championship. Nella Nuova Caledonia, le Matildas hanno fatto il loro esordio nella competizione il 28 novembre 1983 con uno 0-0 contro la Nuova Zelanda. Il 30 novembre hanno vinto il loro primo match imponendosi per 5-0 sulle padrone di casa. La competizione prevedeva un girone unico con una finale giocata tra le prime classificate. Il 4 dicembre l’Australia ha perso la finale contro la Nuova Zelanda per 3-2.

Anche nel 1986 le australiane hanno perso la finale. Questa volta ha trionfato Taipei Cinese, che in finale ha avuto la meglio sulle Matildas per 4-1.

Nell’edizione giocata in casa 1989, invece, l’Australia non ha raggiunto la finale. Nel girone unico, infatti, le Matildas hanno chiuso al terzo posto con i 3 punti guadagnati dalla vittoria per 6-0 contro la Papua Nuova Guinea. La nazionale australiana avrebbe dovuto giocare il match per il bronzo contro… l’Australia. Per sostituire la nazionale indiana, alla quale il governo dell’India aveva impedito di partecipare, aveva preso parte alla competizione una selezione australiana under 23. Il match tra la nazionale maggiore australiana (in quel torneo nota come Australia Green) e l’Under 23 (nota come Australia Gold) non si è però disputato.

Gli anni ’90: l’esordio mondiale e il soprannome Matildas

L’Australia ha iniziato gli anni ’90 ospitando nuovamente la OFC Women’s Nation Cup, a cui hanno partecipato solamente 3 nazionali: Australia, Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea. Le squadre si sono affrontate con gare di andata e ritorno in un solo girone. Sia le australiane che le neozelandesi hanno vinto ampiamente le sfide con la Papua Nuova Guina. Gli scontri diretti sono terminati invece sempre 1-0: all’andata per la Nuova Zelanda e al ritorno per l’Australia. Con neozelandesi e australiane entrambe a 6 punti (le vittorie valevano 2 punti), le prime hanno vinto il torneo grazie a una miglior differenza reti. Oltre a vincere il trofeo, la Nuova Zelanda ha così ottenuto la qualificazione per la prima edizione della Coppa del Mondo.

La OFC Women’s Championship 1994 ha mantenuto lo stesso format e le medesime squadre. Anche questa volta Australia e Nuova Zelanda hanno battuto la Papua Nuova Guinea e vinto uno scontro diretto a testa. Questa volta, però, la differenza reti ha sorriso alle Matildas, che hanno così ottenuto la loro prima qualificazione per un mondiale.

Al mondiale del 1995 in Svezia, l’Australia ha chiuso la sua eventuale con 0 vittorie nel Gruppo C. Il 6 luglio 1995 le australiane hanno perso il loro esordio mondiale con un netto 5-0 contro la Danimarca. Hanno poi subito un’altra sconfitta contro la Cina, per 4-2. Angela Iannotta ha avuto l’onore di segnare il primo gol della storia delle Matildas in un mondiale. L’Australia ha poi per 4-1 contro gli Stati Uniti nell’ultimo match del girone.

Proprio nel 1995 è nato il soprannome Matildas. Fino a quell’anno, infatti, la nazionale femminile era soprannominata come Female Socceroos, dal soprannome della squadra maschile. Nel 1995 la AWSA insieme all’emittente del servizio pubblico Special Broadcasting Service ha lanciato un sondaggio per scegliere il soprannome per la squadra femminile. Tra le 5 proposte ha vinto “Matildas”, dalla canzone “Waltzing Matilda”.

Tale canzone è considerata una sorta di inno australiano non ufficiale. Waltzing Matilda è stata scritta nel 1895 da Banjo Paterson su una melodia di Christina Macpherson, anche se la versione più conosciuta è quella di Marie Cowan. “to waltz Matilda” significa viaggiare con un sacco a pelo o dei vestiti in cui sono avvolti tutti i propri averi. Inizialmente il soprannome Matildas non piaceva alle giocatrici, ma col tempo si è affermato tra le giocatrici e tra i tifosi.

Nel 1998 le Matildas hanno vinto la OFC Women’s Championship. La selezione australiana ha chiuso in testa al Gruppo B con le nettissime vittorie sulle Samoa americane (21-0) e sulla Papua Nuova Guinea (8-0). Dopo aver superato in semifinale le Fiji per 17-0, le Matildas hanno vinto 3-1 la finale contro la Nuova Zelanda, paese ospitante. L’Australia ha così ottenuto nuovamente la qualificazione per il mondiale.

Negli Usa nel 1999, inserite nel Gruppo D, le Matildas hanno chiuso il gruppo al terzo posto, mancando quindi il passaggio del turno. Nel primo match hanno ottenuto il primo punto della loro storia in una partita mondiale grazie al pareggio per 1-1 contro il Ghana (gol di Julie Murray). Nelle altre partite del girone le australiane hanno perso 3-1 sia contro la Svezia che contro la Cina.

Il calendario e le prime partecipazioni olimpiche

Come già anticipato, per attirare l’attenzione dei media e promuovere la squadra femminile, la AWSA ha deciso di realizzare un calendario. A proporre l’idea alla federazione era stato Ettore Flacco, italo-australiano a capo di Prime Publishing. Per la realizzazione del calendario servivano solo 12 giocatrici, e proprio in 12 si sono rese volontarie. Come sottolineato da Katrina Boyd, una delle 12 volontarie, nessuna giocatrice è stata costretta a posare per il calendario.

Nel breve periodo il calendario ha raggiunto l’obiettivo di attirare l’attenzione dei media, non senza polemiche. Al prezzo di 20 dollari australiani, il calendario delle Matildas rimane uno dei più venduti, e anche molto velocemente, tanto da costringere Flacco a stampare altre 40 mila copie da aggiungere alle iniziali 5 mila.

Archiviate le polemiche del calendario, le Matildas hanno fatto il loro esordio assoluto in un torneo olimpico il 13 settembre 2000, perdendo 3-0 contro la Germania. Il 16 settembre l’Australia ha pareggiato 1-1 contro la Svezia, guadagnando il primo punto della sua storia in un’Olimpiade. Cheryl Salisbury ha avuto l’onore di diventare la prima australiana a segnare in un match olimpico. Con la sconfitta per 2-1 contro il Brasile, le Matildas hanno chiuso il Gruppo E all’ultimo posto, venendo eliminate.

Nel 2003 l’Australia ha conquistato quella che sarebbe stata la sua ultima OFC Women’s Championship, nonché terza consecutiva. Le Matildas hanno vinto agevolmente il girone unico, e quindi il torneo, con 4 vittorie su 4 e ben 45 gol segnati e nessuno subito.

Dopo il deludente torneo olimpico in casa e il mondiale negli Stati Uniti (ultimo posto nel Gruppo D e conseguente eliminazione ai gironi), l’Olimpiade di Atene del 2004 è andata meglio per l’Australia, anche se si è comunque conclusa con un’eliminazione ai gironi. Nel Gruppo G, dopo la sconfitta per 1-0 contro il Brasile, le Matildas hanno ottenuto la loro prima vittoria in un torneo olimpico battendo 1-0 la Grecia con gol di Heather Garriock. Con l’1-1 contro gli Usa, l’Australia ha chiuso al terzo posto con 4 punti.

Lo spostamento in Asia e la vittoria in Coppa d’Asia

Nel 2006 l’Australia ha deciso di lasciare la OFC per entrare nella Asian Football Federation (AFC), ovvero la confederazione asiatica. Sempre nello stesso anno l’Australia ha ospitato la Coppa d’Asia.

Nella competizione asiatica le Matildas hanno fatto ritorno nella competizione dopo 26 anni con un 4-0 sulla Corea del Sud. L’Australia ha passato il Gruppo B come seconda del girone e dopo aver vinto 2-0 in semifinale contro il Giappone ha raggiunto la finale contro la Cina. Dopo il 2-2 dei supplementari, la nazionale cinese ha vinto 4-2 ai rigori, grazie agli errori di Collette McCallum e Joanne Peters.

Nel 2007 le Matildas hanno superato per la prima volta la fase a gironi in una Coppa del Mondo. Hanno infatti concluso il Gruppo C al secondo posto con 5 punti grazie alla loro prima partita vinta in un mondiale, contro il Ghana (4-1), e ai pareggi con Norvegia (1-1) e Canada (2-2). A mettere fine all’avventura in Cina ci ha pensato il Brasile, che ha eliminato l’Australia nei quarti vincendo 3-2.

Dopo un quarto posto nella Coppa d’Asia nel 2008, le Matildas hanno vinto per la prima, e finora unica, volta la competizione nel 2010. La nazionale australiana ha chiuso il Gruppo B alle spalle della Cina grazie alle vittorie contro Vietnam (2-0) e Corea del Sud (3-1). In semifinale, un gol di Kate Gill ha permesso all’Australia di battere il Giappone 1-0.

Il 30 maggio 2010, le Matildas hanno vinto la Coppa d’Asia battendo la Corea del Nord ai rigori. Al gol del vantaggio segnato da una giovanissima Sam Kerr ha risposto Jo Yun-mi. Col risultato bloccato sull’1-1 anche ai supplementari, l’Australia ha vinto 5-4 ai rigori. Di seguito la sequenza delle rigoriste delle Matildas, andate tutte a segno: Sally Shipard, Kylie Ledbrook, Kate Gill, Heather Garriock e Kyah Simon.

Dagli anni 2010 ad oggi

Gli anni 2010 e gli anni 2020 hanno visto crescere sempre di più la popolarità sia della nazionale che delle singole giocatrici, Sam Kerr in primis, ma non hanno portato risultati concreti sul campo.

In Coppa d’Asia, infatti, le Matildas non sono riuscite a riconfermarsi, perdendo la finale sia nel 2014 sia nel 2018, in entrambi i casi per 1-0 contro il Giappone. L’edizione 2022 ha visto la nazionale australiana venire eliminata addirittura ai quarti di finale (1-0 contro la Corea del Sud), che rappresentano il loro peggior risultato nella storia della competizione.

Ai mondiali, come già nel 2007, anche nel 2011 e nel 2015 le Matildas sono state eliminate ai quarti di finale, che quindi rimangono il loro miglior risultato nella competizione. Nel 2011 hanno perso 3-1 contro la Svezia, mentre nel 2015 hanno subito una sconfitta per 1-0 contro il Giappone.

Al mondiale del 2019 la nazionale australiana si è presentata da numero 6 del Ranking FIFA e testa del girone del Gruppo C. Le giocatrici e i tifosi delle Matildas ricorderanno bene quello che pensavano sarebbe stato un facile esordio contro l’inesperta Italia, che invece si è trasformato in disastro, con la doppietta di Barbara Bonansea che al 95’ ha ribaltato il match e fissato il risultato sul 2-1. L’Australia ha poi passato il girone da seconda alle spalle delle Azzurre ed è stata eliminata agli ottavi dalla Norvegia, uscita vincitrice per 4-1 dalla serie di rigori (1-1 d.t.s.).

Nel 2021 l’Australia ha ottenuto il suo miglior risultato in un torneo intercontinentale grazie al quarto posto all’Olimpiade di Tokyo. Inserite nel Gruppo C, le Matildas hanno passato il girone come una delle migliori terze. In una partita ricca di colpi di scena, compreso un pareggio all’89’ di Kerr, la nazionale australiana ha battuto 4-3 la Gran Bretagna nei quarti. In semifinale la sconfitta per 1-0 contro la Svezia ha condannato l’Australia al match per il bronzo, perso 4-3 contro gli Stati Uniti.

La candidatura per il mondiale 2023

Nel 2019 la FIFA ha aperto le selezioni per ospitare il mondiale del 2023. Delle 9 nazioni che si erano inizialmente proposte, sono rimaste solo 2 candidature: Australia e Nuova Zelanda insieme e Colombia. Il 25 giugno 2020 la FIFA ha annunciato la vittoria della candidatura australiana-neozelandese, con 22 voti contro i 13 per la Colombia.

La Coppa del Mondo 2023 è quindi la prima edizione femminile ad essere ospitata da 2 paesi, e solo la seconda in assoluto dopo il mondiale maschile del 2002 in Giappone e Corea del Sud. Inoltre, sarà il primo torneo FIFA tra nazionali maggiori a tenersi in Oceania e a essere ospitato da nazioni le cui nazionali appartengono a confederazioni diverse.

Manca sempre meno a questo mondiale e ormai è tutti pronto. L’entusiasmo c’è, come dimostra l’alto numero di biglietti venduti. Riuscirà l’Australia a sfruttare il pubblico a favore per spingersi oltre i quarti di finale?

Per approfondire la storia delle Matildas e del calcio femminile australiano puoi leggere il libro “Never Say Die. The Hundred-Year Overnight Success of Australian Women’s Football” di Fiona Crawford e Lee McGowan.

Martina Pozzoli

Leggi anche