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L’incidenza degli infortuni al legamento crociato nel calcio femminile

La stagione 2021/2022 della Serie A è terminata, ma quella di molte calciatrici è finita ben prima dell’ultima giornata. A causare un allontanamento anticipato dai campi da gioco sono state spesso e volentieri lesioni al legamento crociato. 

Le lesioni al legamento crociato

In Italia, circa il 10% dei giocatori di calcio di tutte le categorie ha subito questo infortunio, con una maggiore incidenza nel caso delle donne.

Negli Stati Uniti sono state registrate in un anno 175.000 ricostruzioni del legamento crociato anteriore, di questi l’81% torna a praticare sport, il 65% torna ad un livello di preparazione sportiva pre-infortunio, mentre il rischio di subire un’ulteriore rottura del legamento varia dal 6% al 25%. 

La percentuale però che più di tutte è interessante conoscere per chi a calcio ci gioca abitualmente è che nella metà dei casi questo infortunio è prevenibile. Il Gruppo Medico Isokinetic, ha condotto uno studio con lo scopo di comprendere i meccanismi che nel calcio in particolare portano a questo tipo di rotture per potersi adeguare alla massima popolare secondo cui prevenire è meglio di curare. Sono state analizzate le circostanze di rottura di ben 134 infortuni subiti dai professionisti di Serie A e B nel corso delle dieci stagioni sportive dal 2008/2009 al 2018/2019. 

I dati, poi pubblicati sul British Journal of Sports Medicine, individuano il ruolo di due fattori principali tra le cause. Nel 12% dei casi in cui c’è un contatto diretto con il ginocchio, sono risultate decisive le perturbazioni meccaniche del legamento, come spinte e contrasti di gioco indirizzati al tronco del giocatore. 

Nell’88% dei casi invece non c’è un coinvolgimento diretto del ginocchio e risultano decisive le distrazioni cognitive, come ad esempio le finte di gioco degli avversari che costringono il giocatore ad assumere una posizione a rischio per l’articolazione. 

I dati hanno mostrato in generale che le situazioni di gioco più a rischio sono quelle difensive, circa il 68% dei casi, a causa di: pressing con contrasto, contrasto ricevuto, recupero dell’equilibrio dopo aver calciato, decelerazioni improvvise e atterraggio dopo un salto. 

Dal punto di vista della prevenzione, la situazione senza il diretto coinvolgimento del ginocchio è quella che lascia più possibilità di agire. In particolare il meccanismo più frequente di infortunio è il ginocchio valgo dinamico, ovvero la rotazione del ginocchio che poi cede verso l’interno, una dinamica allenabile con esercizi specifici.

Lo studio evidenzia inoltre che più della metà degli infortuni di questo tipo avviene nel corso del primo tempo, suggerendo quindi che la prontezza neuromuscolare più intensa nelle prime fasi della partita possa incidere sul rischio più dell’affaticamento che subentra durante le fasi finali della gara.

Nel corso della stagione calcistica sembrano esserci due picchi di incidenza degli infortuni al legamento crociato anteriore, il primo tra settembre e ottobre e il secondo tra marzo e aprile. 

Incidenza nelle calciatrici

Diversi studi hanno confermato inoltre una maggiore incidenza di questo evento traumatico nelle donne, circa un 30% in più rispetto al sesso maschile, con incrementi fino a tre volte e mezzo in sport come il basket, in particolar modo nella fascia tra i 15 e i 20 anni. 

I fattori che influenzano questa diversa incidenza sono da ricercare nella diversa conformità del bacino delle donne, più aperto di quello maschile, con conseguente aumento dell’angolo Q rispetto all’asse del femore, con maggiore valgismo del ginocchio. A questo si aggiunge una maggiore mobilità articolare e lassità legamentosa, legate in parte anche ad una minore forza del muscolo del quadricipite. Nelle atlete inoltre è maggiore anche la recidività di questo infortunio, aspetto che si ipotizza possa essere legato in parte anche alla fase pre-ovulatoria del ciclo mestruale.

La Serie A femminile

Secondo quanto riportato da Transfermakt sono 8 attualmente i calciatori di Serie A maschile non disponibili per infortunio al legamento crociato. Considerando le 20 squadre del campionato e una rosa di un minimo di 20 giocatori per squadra, si possono contare circa 400 calciatori, questo significa che l’incidenza degli infortuni al legamento crociato sia approssimativamente del 2%.

Decisamente diversi i dati relativi invece alla Serie A femminile raccolti durante la stagione. Sono state 16 in totale le lesioni di diversa gravità ai legamenti crociati nel corso del campionato 2021/2022. Anche considerando solo le situazioni più gravi che hanno richiesto un intervento chirurgico per ristabilire in pieno le funzionalità dell’articolazione, si possono contare ben 12 casi. Questo significa che, considerando per le 12 squadre di Serie A sempre una rosa minima di 20 giocatrici, su un totale di 240 calciatrici, l’incidenza di questo tipo di infortunio è del 5%, più del doppio rispetto alla Serie A maschile

Questo significa inoltre che nei 9 mesi considerati, la media di lesioni ai legamenti crociati è di 1.8 al mese, e 1.3 le rotture che hanno richiesto interventi chirurgici. Una roulette russa per le giocatrici del campionato italiano che, ogni mese in questa stagione, hanno visto almeno una calciatrice terminare la propria stagione in anticipo.

Si riconferma anche nel femminile la maledizione della Roma. Mentre nella formazione maschile, con quello di Zaniolo del 2020 erano saliti a 19 i crociati rotti in casa giallorossa dal 2014, la formazione femminile ha subito ben 3 defezioni solo in questa stagione. Seguono con 2 interventi Sassuolo, Fiorentina e Juventus. In casa bianconera uno dei due casi è quello di Cecilia Salvai, che aveva già subito lo stesso infortunio nel corso della stagione 2018/2019.

Giulia Beghini
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