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Melania e Manolo Gabbiadini, i fratelli che hanno conquistato il calcio italiano


Quella dei Gabbiadini non è una famiglia normale. Non si legge tutti i giorni di un fratello e di una sorella che primeggiano contemporaneamente nello stesso sporta. Nonostante ciò è proprio la normalità ciò che caratterizza Melania e Manolo. Nei momenti più belli come in quelli più difficili, da veri Bergamaschi hanno sempre lavorato timidamente in silenzio, senza mai eccedere o far parlare di se stessi. “Mia sorella mi ha insegnato tutto, soprattutto ad essere umile. Il calcio maschile ha tante cose da imparare da quello femminile”. Se sotto il profilo caratteriale appaiono molto simili, i Gabbiadini si assomigliano anche in campo?

LA CARRIERA

“Un giorno ero allo stadio, me ne stavo seduto in tribuna come tutti i sabati con i miei genitori per vedere giocare mia sorella. Era una partita come tante altre. A un certo punto l’ho vista avvicinarsi alla porta palla al piede. Ha tirato una bomba micidiale. Il pallone si è alzato, poi si è andato a schiantare sulla traversa. E per il colpo, si è bucato. Chissà, forse non sarà stato un gran pallone. Ma ricordo perfettamente quello che ho pensato in quel momento: “Mia sorella è veramente forte”! […] è stato allora che ho deciso che avrei fatto di tutto per diventare un calciatore forte come lei”.Manolo e Melania iniziano entrambi il loro percorso calcistico nel Bolgare, squadra del paese. A 12 Manolo si trasferisce all’Atalanta, con cui esordisce nella stagione 2009-2010 in Serie A. Melania continua a vestire la maglia del Bolgare fino ai 17 anni, per poi passare all’ A.C.F. Bergamo R, in Serie B. L’avventura bergamasca ha risvolti simili per i due fratelli, che hanno l’opportunità di mettersi in mostra e conquistare l’interesse di squadre di prima fascia. Melania si trasferisce al Bardolino nella stagione 2004-2005. Conquista velocemente il posto da titolare, contribuendo al raggiungimento del primo Scudetto. Nonostante la concorrenza di grandi giocatrici come Panico, Girelli e Perobello, partecipa attivamente alla conquista dei tre Scudetti consecutivi, dal 2006 al 2009, due coppe Italia e tre Supercoppe. Rimane a Verona anche in seguito del cambio di denominazione della società, che diventa AGSM Verona, dcon cui vince il quinto titolo nazionale da Capitano nel 2014-2015 e partecipa alla Women’s Champions League. La carriera di Manolo non ha trovato dimora fissa come per Melania. Acquistato in compartecipazione dalla Juventus nel 2012, viene prestato al Bologna. Veste la maglia degli emiliani per 30 partite di campionato, realizzando 6 reti. La stagione successiva si trasferisce a Genova, sponda Samp, dove rimane per una stagione e mezza, prima di passare al Napoli per 12,5 milioni a soli 23 anni. L’avventura partenopea non si conclude nel migliore dei modi, con poco spazio trovato. Ad inizio Gennaio si trasferisce in Inghilterra, precisamente a Southampton. Conquista velocemente le simpatie dei tifosi con 6 reti nelle prime 5 gare, complice un infortunio, perde continuità e conclude la stagione con 12 presenze stagionali. 




IL PROFILO TECNICO

Se dal punto di vista caratteriale i Gabbiadini si assomigliano molto, in campo mostrano alcune differenze. Definita da Antonio Cabrini come un “Talento Puro”, Melania è una giocatrice dotata di ottime doti offensive e coordinative. Nello schieramento di mister Roberto Longega occupa la posizione di trequartista esterno, prevalentemente a sinistra, e copre molto bene anche le altre posizioni del fronte offensivo. Giocatrice completa, utilizza ottimamente entrambi i piedi sia per servire le sue compagne che per finalizzare. Rapida, grazie alle sue qualità atletiche e coordinative, in particolare grande destrezza e combinazione motoria, oltre che esplosività, supera facilmente le sue avversarie, creando spesso superiorità numerica. 


Manolo differisce sia dal punto di vista tattico che atletico. Nel corso della sua carriera ha occupato spesso la posizione di prima punta, nonostante abbia caratteristiche profondamente diverse da quelle degli attaccanti tradizionali. Mancino, potente e preciso, abbina buona finalizzazione ad una dose non innocua di generosità, come la sorella. Veloce e dotato di buona velocità di esecuzione, il suo marchio di fabbrica è il cambio di direzione verso sinistra per sprigionare la potenza del suo piede preferito. Nel Napoli non ha trovato spazio per l’incompatibilità con lo schema imposto da Sarri, che lo ha inserito inizialmente come trequartista destro, proprio per sfruttare la capacità di rientrare sul sinistro. La partenza di Higuain e l’esplosione di Mertens hanno rilegato Manolo in panchina, senza poter dimostrare le sue qualità da prima punta. In Inghilterra è pronto a mostrale le proprie qualità, a patto che riesca a trovare continuità e una precisa collocazione tattica. 

L’AVVENTURA IN NAZIONALE E I PREMI INDIVIDUALI 

Melania veste la maglia Azzurra dal 2014, raggiungendo quota 117 presenze e 48 reti. Ha partecipato a tre UEFA Women’s Champions (2005,2009,2013) e a Luglio guiderà la selezione di Antonio Cabrini agli Europei in Olanda. Dal punto di vista individuale, è stata eletta dall’AIC per quattro anni consecutivi, dal 2012 al 2015, Calciatrice dell’anno e nel 2016 è stata inserita nella Hall of Fame del calcio italiano. Manolo è stato convocato nelle Nazionali Giovanili sin dalla Under 18, per poi passare in Under 20 e Under 21. Nel 2013 ha preso parte agli Europei di categoria in Israele, dove ha perso in finale contro la Spagna. Poco più che ventenne ha esordito nella Nazionale Maggiore grazie alla convocazione di Cesare Prandelli. 


Giocatori, in parte, diversi, così come le loro carriere e successi. Negli anni sono rimaste intatte nei Gabbiadini volontà, umiltà e riservatezza, qualità che vanno oltre le doti tecniche.

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