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I sogni, le difficoltà e il passaggio alla Sampdoria. Intervista esclusiva a Tecla Pettenuzzo

“Bambine, provateci a giocare a calcio perchè ne vale la pena!” ne è convinta Tecla Pettenuzzo, giovane difensore classe 1999 attualmente in prestito alla Sampdoria Women ma di proprietà della Roma.

Proprio con le giallorosse Tecla ha vinto una Coppa Italia. In passato anche una Supercoppa Italiana vinta con la maglia del Brescia. Nel mezzo la storica finale Scudetto persa dal Brescia a Novara contro la Juventus Women, il momento più triste della sua carriera calcistica.

Ora la voglia di mettersi in gioco, di provare un’esperienza nuova con la maglia blucerchiata. Tecla Pettenuzzo si è raccontata ai nostri microfoni.

Sei arrivata al Brescia molto giovane, hai raccontato di aver incontrato delle difficoltà, quali? Ti ha aiutata qualcuna in particolare durante quel periodo?

“Sicuramente l’approdo a Brescia, nonostante il grande entusiasmo, non è stato affatto semplice. Il mio primo anno fuori casa, la mia prima esperienza in serie A, allenamenti a ritmi elevatissimi e grandi calciatrici con cui confrontarsi. Sono state proprio loro ad aiutarmi, facendomi sentire a mio agio, incoraggiandomi e volte rimproverandomi”.

Cosa rappresenta per te il calcio?

“È la mia passione e il mio lavoro. È soddisfazione e sacrificio. È felicità e fatica”.

Dopo tre stagioni ed una Coppa Italia lasci la Roma, seppur momentaneamente, cosa ti ha spinta a prendere questa decisione?

“Con la Roma sento di essere cresciuta molto. Ho sentito però il bisogno di trovare un po’ di continuità e, parlandone con la società, abbiamo pensato potesse essere motivo di crescita andare a fare altre esperienze. Sono contenta dell’opportunità e della scelta presa”.

Hai scelto la Sampdoria, cosa ti ha convinta al trasferimento a Genova?

“Lo scorso anno la Sampdoria ha fatto un gran campionato, dimostrando di essere una bella squadra con dei principi solidi. Quello che mi ha convinto è stato l’ambiente sereno ma professionale e i valori che trasmette questa società. E il mare ha dato il suo contributo”.

La nuova stagione è alle porte, quali sono i tuoi obiettivi personali e quali quelli di squadra?

Come obiettivo di squadra, sicuramente riconfermare la posizione dello scorso anno e magari puntare ancora più in alto senza lasciare nulla al caso. Io personalmente punto a crescere tecnicamente e crescere in esperienza.

Fuori dal campo invece, come ti descriveresti? Quali sono le tue passioni? Stai proseguendo con gli studi?

“Sono una ragazza allegra, mi piace il silenzio della natura e allo stesso tempo adoro le serate con amici e musica. Non ho proseguito con gli studi, sto coltivando i miei piccoli interessi personali”.

Nella tua carriera fino ad ora, quale pensi sia stato il tuo ricordo calcistico più bello? E quello più brutto?

“Quello più bello è stata la mia prima finale per lo scudetto da titolare, Brescia-Juventus. E forse anche il più brutto, visto che l’esito non fu positivo”.

Sei molto giovane ma sei nel giro della Serie A da anni, hai notato dei cambiamenti negli anni? Quali?

“Il calcio femminile sta crescendo a vista d’occhio, gli staff, le strutture, il pubblico e l’opinione pubblica. Le ragazze prima di noi hanno fatto tanti sacrifici e ora noi dobbiamo continuare a lavorare per non far più fermare questa grande crescita”.

Ora finalmente potete dire di essere professioniste, cosa diresti oggi ad una bimba che sogna di fare la calciatrice?

“Di provarci, che ne vale la pena, che le saranno riconosciuti tutti i diritti che le permetteranno di potersi dedicare al cento per cento. E che non c’è cosa più bella!”.

Miriana Cardinale

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