Il riassunto trash del reality show inglese sul calcio femminile

Si apre con una musica epica e uccellini che cinguettano. No, non è il trailer del Cantico delle creature ma la prima puntata di Ultimate Goal, il reality show inglese sul calcio femminile.  

Vengono da tutta Europa le 31 donne che si alleneranno da professioniste per dieci giorni al St. George’s Park National Football Centre, la versione british di Coverciano, cercando di farsi notare da scout e agenti.

Le selezioni sono affidate a quattro ex calciatrici. Una è l’ex bianconera Eni Aluko, la cui fronte è una vecchia conoscenza dell’iphone di Cristiana Girelli. Ci sono poi le gemelle Kessler del calcio inglese, Mollie e Rosie Kmita, ex giocatrici di West Ham United e Tottenham Hotspur. Ultima, ma non per importanza, Rachel Brown-Finnis, ex portiere della nazionale inglese e di Liverpool ed Everton tra le altre, la quale sembra avere il comando della situazione, forse in virtù dell’altisonanza del doppio cognome. 

Per fare un confronto con le esperienze televisive a cui è abituato il pubblico italiano, questo reality è come Campioni: il sogno ma con Rio Ferdinand, ospite della prima puntata, al posto di Ciccio Graziani. Tra i due programmi sono tre le sostanziali differenze. Per prima cosa, se paragonate a quelle di Ultimate Goal, le riprese del programma di Mediaset sembrano prese direttamente dalle teche dell’istituto Luce, come si può chiaramente vedere da questa clip. 

https://www.youtube.com/watch?v=Glw7fQRIWnk

In secondo luogo le giocatrici scelte dal programma britannico, nonostante la loro giovane età, hanno alle spalle storie di vita meno teatrali di quelle dei concorrenti del Grande Fratello VIP, ma sicuramente più coinvolgenti di quelle di Christian Giuffrida. Tra i più amati di Campioni, il nome del bomber viene infatti associato all’eccellenza sia per le numerose stagioni da lui giocate in quella categoria, sia per la sorella Odette, medaglia d’argento nel judo alle Olimpiadi di Rio. 

La prima ad essere presentata è Harriet Pavlou. Inizia a giocare a calcio che ha ancora i denti da latte e a 18 anni approda all’Arsenal. Quando perde la madre però, arrivare fino a Londra per allenarsi diventa sempre più complicato e decide di lasciare la squadra. La squadra, ma non il calcio. Inizia infatti a dilettarsi col freestyle nel giardino di casa, per poi finire ad esibirsi all’Ethiad Stadium prima di una partita del Manchester City davanti a 55000 persone, come fanno elegantemente notare in questo articolo di calcionews24.

Ė poi il turno dell’olandese Emma Coolen. Collezionista di libri di sport, la giocatrice numero 6 ha un 2 tatuato sulle caviglie, tatuaggio consigliato dall’associazione allenatori a molte calciatrici per ricordare loro di avere anche un piede sinistro. Marinatrice seriale della scuola per andare al parco a bersi le birrette, viene definita dal padre “a difficult child”, l’equivalente inglese di “una testa di cazzo”, evidenziando il tipico umorismo olandese dell’uomo che, al coming out della figlia, ha risposto con: “madò, mi hai fatto preoccupare, pensavo fossi incinta”. Uno dei momenti più tenebrosi della storia di questa giovane promessa del calcio arriva durante una gita a Barcellona. Il padre riceve una telefonata nel bel mezzo della notte, la figlia è in ospedale in coma etilico. A quel punto Emma, dopo aver visto il fondo, della sua vita oltre che di molte bottiglie, può solo risalire. Qualche tempo dopo, la ragazza assiste ad una partita in cui gioca Christen Press e “Ehi mamma innamorata son”.

Letteralmente folgorata da quella apparizione di grazia e talento, abbandona le relazioni occasionali con le birrette e decide di dedicare la sua vita al calcio, come certificato da queste riprese che meriterebbero l’apertura di un profilo dedicato su Pinterest. 

C’è un’ultima caratteristica peculiare del reality britannico che Campioni avrebbe potuto avere solo nel caso in cui la conduzione fosse stata affidata a Maria De Filippi: c’è un piantino ogni dieci minuti. 

Ma oltre ai pesci grossi di questo mare calcistico, sono molte le piccole perle che non sfuggono ai telespettatori più attenti. Tra gli highlights degni di nota, ci sono da segnalare anche:  

  • l’incredibile capacità di Rachel Brown-Finnis di fischiare con le mani, non un harbor downloader qualunque
  • Probabilmente Eniola Aluko riceve un premio in denaro ogni volta che dice “Express yourself”
  • In tempi di Covid-19 con il pubblico, beeh cosa volete, si fa quel che si può
  • La bocca di Rio Ferdinand si è spalancata, forse anche a causa del fatto che è sproporzionatamente grande, dopo aver sentito che una delle 31 ragazze è stata chiamata Rio dalla madre, tifosa sfegatata del Manchester United. 
  • Queste ciabatte

Potete guardare qui il primo episodio di Ultimate Goal, per tutti i pigri invece, ci vediamo la prossima settimana.

Giulia Beghini
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