Il Napoli Femminile ha presentato reclamo alla Corte Sportiva d’Appello Nazionale per la decisione del Giudice Sportivo di decretare lo 0-3 in favore dell’Inter in occasione della gara valida per la quarta giornata di campionato. Il match era terminato 1-1 sul campo ma il risultato non è stato convalidato per alcune irregolarità. Tra queste la FIGC ha indicato la violazione delle norme stabilite dal C.U. n. 235/A del 26 giugno 2020 in merito all’obbligo dell’impiego delle calciatrici giovani, ma anche per non aver inserito nella distinta di gara, e non presente nemmeno in panchina, il medico sociale.
Nella nota pubblicata dal club partenopeo di legge: “Il reclamo, redatto dal legale del Napoli Femminile, l’avvocato Riccardo Guarino, si fonda su elementi di fatto e di diritto incontrovertibili. Va rilevato, infatti, innanzitutto l’errore tecnico dell’arbitro – che ha acconsentito allo svolgimento della partita nonostante l’assenza in distinta del medico sociale del Napoli Femminile (per altro invece presente in campo e negli spogliatoi prima, durante e dopo il match come testimoniato dalle immagini allegate al ricorso stesso). Inoltre, l’utilizzo di sei calciatrici “non formate” in Italia non implica alcuna sanzione ex articolo 10 comma 6 del Codice di Giustizia Sportiva, come invece rilevato dal giudice sportivo. Per queste ragioni, il Napoli Femminile – attraverso l’avvocato Guarino – ha chiesto la ripetizione della partita con l’Inter o in subordine di veder ristabilito il verdetto del campo. Inoltre, è stata chiesto di annullare o ridurre la squalifica del dirigente Sara Sibilio proprio in virtù della accertata presenza in campo del medico sociale”.