Il corso della storia è ricco di pranzi che, nel bene o nel male, hanno segnato il divenire degli eventi. Alcuni si sono tenuti all’aperto, alla luce del sole, altri al chiuso al riparo da occhi e orecchie indiscrete. Ci sono stati pranzi con il servizio in tavola e pranzi a buffet con lunghi tavoli con una successione di piatti, antipasti, primi, secondi, contorni e dessert in sequenza, ma in ordine sparso, dove ogni commensale può prendere quello che desidera, evitare ciò che non gradisce o addirittura abbuffarsi di un solo piatto.

Sul tavolo dello “storico” pranzo che ha visto commensali Cristiana Girelli, Barbara Bonansea ed Elisa Bartoli insieme al presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina c’erano tre partite disputate al Campionato del Mondo in Australia e Nuova Zelanda che hanno fatto seguito ad altrettante tre gare disputate in occasione degli Europei inglesi, una lettera comune condivisa nella notte australiana, dopo la sconfitta con il Sudafrica, da una gran parte delle calciatrici azzurre e successivamente da altre con messaggi diversi e senza like dalle compagne di squadra a mettere forse in dubbio il tanto decantato gruppo ritrovato, infine una lunga nota – il menù del pranzo? – con il quale la ct Milena Bertolini ha lasciato la panchina della Nazionale, evidenziando tre o quattro punti con la giusta dose di pepe.

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Da un lato il presidente Gravina al quale, inizialmente, le esternazioni contenute nella lettera comune non sono affatto piaciute. Dall’altra la “rabbia e dispiacere” delle calciatrici che hanno fatto marcia indietro, o meglio pare abbiano spiegato meglio il proprio “atto di accusa” prima di sedersi a tavola. Unico bersaglio Milena Bertolini? Così sembra, nonostante le diverse iniziali interpretazioni di tanti per una lettera comune che lasciava adito a molteplici interpretazioni. Scaltrezza o approssimazione? A vedere l’utilizzo del vecchio logo della Figc nella “copertina” della lettera comune si potrebbe pensare più alla seconda. A questo punto un dubbio sorge spontaneo.

Se i “primi” malumori tra il gruppo e la ct sono stati innescati dalla delusione agli Europei perché le nostre non hanno preso posizione immediatamente dopo Euro 2022 o comunque in tempo utile per garantirsi al Mondiale australiano una nuova guida tecnica a loro più gradita? Come? Di esempi ne abbiamo diversi. In Francia, le calciatrici hanno rinunciato alle convocazioni in Nazionale per “invitare” la Federazione a cambiare la guida tecnica. Così in Spagna, dove alcune calciatrici hanno addirittura messo a rischio la propria personale convocazione.

E se l’obiettivo qualificazione agli ottavi fosse stato raggiunto – come d’altronde lo era a dieci minuti dalla fine della partita con il Sudafrica – tutti questi malumori sarebbero emersi oppure no visto che Milena Bertolini avrebbe comunque lasciato la panchina azzurra? Insomma, perché dopo e non prima? Naturalmente, una decisione in tal senso sarebbe potuta arrivare prima anche da parte della Federazione.

Sul tavolo di questo “storico” pranzo anche il post Milena Bertolini, quindi, che come abbiamo avuto modo di scrivere subito dopo l’eliminazione dal Mondiale, lascia un’eredità pesante e poco tempo per trovare il suo successore sulla panchina azzurra. A detta del presidente Gravina le opzioni non mancano, nonostante i diversi no resi pubblici anche dai diretti interessati come nel caso di Evani. Secondo Tuttosport le ragazze avrebbero indicato al presidente federale le caratteristiche che dovrebbe avere la nuova guida tecnica della Nazionale: conoscenza del calcio femminile, competenze tattiche per ridare loro un gioco all’altezza delle loro aspettative e delle loro caratteristiche, oltre a credere nel movimento e nelle azzurre stesse. Ovvietà? Evidentemente no.

Ecco allora che Carmine Gautieri, che sembrava essere in pole position ritorna nelle retrovie e forse riporta in auge l’opzione Patrizia Panico, già in passato legata ad ambienti federali. Oppure a una nuova proposta del mediatore tra le due parti, colui il quale pare abbia “lavorato” per arrivare allo “storico” pranzo, il capo delegazione Braghin, presente anche lui in Australia nella notte della pubblicazione della lettera comune.

Rimane una speranza, per il calcio femminile che ha fatto da cornice a questo “storico” pranzo, che non si sia trattato dell’“ultima cena” a bordo del Titanic ma il pranzo di un solido matrimonio a cui si augura lunga vita.

Tiziana Pikler

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