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Perchè il Milan ha imparato una lezione dalla Juventus 

La nuova stagione di Serie A femminile è cominciata dopo un vivace mercato estivo. La Roma si conferma la squadra da battere, mentre la Juventus ha cercato all’estero qualche rinforzo di peso ma ha iniziato la stagione con il piede giusto solo in campionato, vincendo in rimonta la partita di esordio, rimediando però in Europa una prematura eliminazione dalla Champions League. 

Tra quelle che sulla carta potrebbero rivelarsi le inseguitrici del gruppo di testa della passata stagione, il Milan è quello che si è mosso sul mercato in modo più audace. A rinforzare la rosa della squadra di Maurizio Ganz sono infatti arrivate giocatrici come Gloria Marinelli dall’Inter, Andrea Staskova dall’Atletico Madrid e Valentina Cernoia dalla Juventus. 

Proprio Cernoia ha l’occasione in questa stagione di percorrere a ritroso i passi lasciati da uno dei più grandi del calcio italiano, il maestro Andrea Pirlo. 

Entrambi di origine certificata bresciana, Cernoia e Pirlo hanno mosso i primi passi proprio nel Brescia, formazione con la quale hanno vinto un campionato cadetto, per poi approdare rispettivamente alla Juventus e al Milan, giocando anni molto vincenti in questi grandi club. Pirlo ha giocato al Milan dal 2001 al 2011 vincendo due Champions League, due campionati italiani, una coppa italia, una supercoppa italiana, due supercoppa Uefa e un campionato del mondo per club. Negli anni bianconeri del palmares di Valentina Cernoia figurano invece cinque campionati italiani, tre coppe italia e tre supercoppe italiane. 

A 31 anni il regista e mago della maledetta, dopo un mancato rinnovo pluriennale con i rossoneri, è passato alla Juventus. In poco più di tre anni con i bianconeri aveva già servito ai compagni 34 assist decisivi, contro i 37 serviti in 10 anni al Milan. Nei suoi anni alla Juventus, dal 2011 al 2015, il numero 21 ha vissuto una seconda giovinezza confermandosi uno dei migliori play della storia di questo sport. 

Valentina Cernoia, che di anni ne ha compiuti da poco 32, è stata anche lei la chiave del gioco delle squadre in cui ha giocato. Mentre Pirlo ha chiuso la sua esperienza al Milan con 41 gol in 401 partite, una media di 0.10 gol a partita, Cernoia si è lasciata alle spalle una storia in bianconero in cui ha segnato 30 reti in 143 presenze, una media di 0.20 gol a incontro. 

La giocatrice condivide con il suo compaesano anche una particolare predisposizione per i calci di punizione, come dimostra la chiusura del suo tempo in campo con la maglia bianconera: un gol su punizione contro la Roma a Vinovo

Già dalle prime amichevoli e dall’esordio stagionale si è visto che nel Milan di Ganz, Cernoia potrebbe fare sia la mezz’ala che il play, adattandosi a livello tattico al gioco dei rossoneri. 

Ad accomunare i due, oltre al ruolo di play, sono anche altre caratteristiche. Sono entrambi giocatori tecnici, che fanno della visione di gioco il loro punto di forza e sono molto abili nell’organizzare lo sviluppo della squadra. Simile è anche il loro approccio alla leadership, come ha ricordato Marcello Lippi parlando di Pirlo: “E’ un leader silenzioso, parla con i piedi”. 

Un altro elemento che rende, almeno i presupposti, comuni tra le esperienze dei due giocatori è la direzione del loro cambiamento. Entrambi infatti sono passati da squadre in cui avevano vinto molto, a squadre da anni in cerca di risultati importanti. Da un lato Pirlo aveva trovato una Juventus provata dalla retrocessione in Serie B e da anni di settimi posti, in cerca di tornare a dire la sua in Italia. Dall’altra Cernoia trova un Milan che da molte stagioni è alla caccia di un trofeo nazionale e di un posto fisso in Europa.

Se Cernoia deciderà o no di prendere in mano il gioco del Milan e vivere una seconda giovinezza lo si vedrà nei prossimi mesi. Probabilmente nessuno le ha chiesto se fosse pazza per aver lasciato la Juventus. Fatto sta che quando hanno chiesto a Pirlo se fosse pazzo per aver lasciato il Milan, il maestro aveva risposto “Quando mi sposto lo faccio per vincere”, chissà se Valentina Cernoia risponderebbe lo stesso. 

Giulia Beghini 
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