Il sole del Giappone è pronto per tornare a sorgere all’alba dei nuovi Mondiali di calcio femminile. La nazionale nipponica non è estranea al successo nella competizione internazionale ma anziché vivere in un glorioso passato, la squadra giapponese vuole riscrivere il proprio nome nel presente e riassaporare il gusto della vittoria.

Un’impresa che oggi forse appare come una sfida ad alto rischio ma che il Giappone potrebbe affrontare con un potenziale sorprendente che non abbiamo visto arrivare.

La Nadeshiko si presenta infatti ai Mondiali di Australia e Nuova Zelanda con un organico disciplinato, solido e ben strutturato, composto da personalità individuali di grande spessore ma soprattutto con un’identità collettiva riconoscibile e omogenea, che gioca con ordine e sicurezza.

Il ct Futoshi Ikeda ha scelto per l’occasione una rosa in grado di equilibrare bene esperienza, maturità e nuove energie, osservando anche da vicino le diverse prestazioni delle giocatrici nei rispettivi club.

A guidare non solo la squadra ma anche la memoria storica della Nadeshiko sarà inevitabilmente Saki Kumagai. Il capitano del Giappone approda infatti alla sua quarta edizione dei campionati mondiali e questo la rende quindi l’unica giocatrice tra le 23 convocate ad aver sollevato la Coppa del Mondo nel 2011, in una notte epica per la Nazionale nipponica.

Un’eredità pesante quella custodita da Kumagai che nella prossima stagione metterà la sua esperienza al servizio della Roma femminile. E proprio dalla squadra giallorossa arriva un altro elemento fondamentale della formazione giapponese, vale a dire Moeka Minami, una giocatrice in continua crescita che ha raggiunto già una maturità tattica e tecnica impossibile da ignorare.

La Nadeshiko presenta dunque sulla carta una rosa versatile, con una fase difensiva stabile, ma che non disdegna una visione di gioco più ampia anche in fase di costruzione offensiva, e una potenza d’attacco che trova il suo nucleo a centrocampo.

L’ultima amichevole disputata dal Giappone contro il Panama prima dell’esordio ai Mondiali ha testimoniato infatti un successo netto e senza sbavature della formazione asiatica. Con 5 reti e una prestazione incoraggiante, la Nadeshiko ha mostrato un volto impavido che è pronto ad affrontare qualsiasi sfida si ponga sul suo cammino verso la grandezza.

La Stella: Saki Kumagai

Capitano, veterana, pilastro senza tempo, Saki Kumagai è entrata di diritto e senza riserve nella leggenda del calcio femminile giapponese.

Sintesi di intelligenza tecnica, fisicità e trasformismo tattico, Kumagai è architetto della squadra sia dal punto di vista atletico in campo che come guida ed emblema dalla cultura della Nadeshiko oltre i confini di un rettangolo verde.

Dalla visione di gioco esperta e razionale, con uno sguardo lucido e calmo, lo stesso che guidò il suo calcio di rigore contro Hope Solo per la conquista della Coppa del Mondo nel 2011, Kumagai rappresenta un baluardo di difesa ma al tempo stesso ha l’esperienza di una regista in grado di diventare motore delle offensive della Nazionale.

Tre Giocatrici da tenere d’occhio

Moeka Minami

Classe 1998, Moeka Minami appare al momento a un fondamentale punto di svolta e di crescita della sua carriera. Alla sua prima esperienza fuori dai confini nazionali, con la maglia della Roma femminile Minami ha scalato rapidamente la sua curva di apprendimento adattandosi presto allo stile di gioco italiano e rispondendo attivamente alle esigenze dell’allenatore Alessandro Spugna.

Seppure infatti nasca tatticamente come difensore centrale, Minami ha trascorso gran parte della stagione come terzino, dimostrando di poter far suo il ruolo con interventi dalla precisione quasi chirurgica e una maturità sorprendente.

Coraggiosa e con già un bagaglio di esperienza nella Nadeshiko non indifferente, Moeka Minami può vivere questi Mondiali da protagonista.

Yui Hasegawa

Perno del reparto mediano, creativa, brillante e dal fiuto del gol quasi infallibile, Yui Hasegawa potrebbe affermarsi come la chiave di tutta la manovra nipponica.

La giocatrice del Manchester City, ex Milan Femminile, possiede tutte le qualità imprescindibili per il successo della Nadeshiko. Leggerezza, precisione, controllo, movimento senza palla, Hasegawa è una centrocampista ideale, in grado di far ruotare e muovere l’intera formazione intorno a sé.

Classe 1997, Yui Hasegawa è presente e futuro della Nazionale giapponese, con tecnica, personalità e conoscenza del gioco in tutte le sue sfaccettature.

Jun Endo

A soli 23 anni, Jun Endo ha conquistato il calcio femminile statunitense in forza al club di Los Angeles Angel City.

Con incredibile ritmo di gioco e visione offensiva, Endo può vantare un ottimo sinistro in grado di servire assist impeccabili o di centrare lo specchio della porta da distanze vertiginose.

Di già alla sua seconda partecipazione ai Mondiali dopo l’esordio a soli 19 anni in Francia quattro anni fa, Endo potrebbe rivelarsi per il Giappone una spinta non solo in attacco ma anche nell’atteggiamento della squadra.

Le partite del Giappone nel Gruppo C

22 Luglio

Zambia – Giappone, ore 9:00 Stadio del Waikato, Hamilton / Kirikiriroa

26 Luglio

Giappone – Costarica, ore 7:00 Stadio di Dunedin, Dunedin / Ōtepoti

31 Luglio

Giappone – Spagna, ore 9:00 Stadio regionale di Wellington, Wellington / Te Whanganui-a-Tara

La Rosa completa del Giappone

Portieri: Ayaka Yamashita, Momoko Tanaka, Chika Hirao.

Difensori: Risa Shimizu, Moeka Minami, Saki Kumagai, Shiori Miyake, Kiko Seike, Miyabi Moriya, Rion Ishikawa, Hana Takahashi.

Centrocampiste: Fuka Nagano, Hinata Miyazawa, Hikaru Naomoto, Jun Endo, Yui Hasegawa, Hina Sugita, Honoka Hayashi, Aoba Fujino.

Attaccanti: Riko Ueki, Mina Tanaka, Maika Hamano, Remina Chiba

Il Giappone nelle precedenti edizioni dei Mondiali di calcio femminile

La storia della Nazionale giapponese femminile ai campionati mondiali non smette mai di sorprendere e commuovere.

Dopo una prima era tutt’altro che soddisfacente il cui miglior risultato per la Nadeshiko era stato raggiungere i quarti di finale nel 1995, la favola del Giappone esplode in tutta la sua potenza nel 2011, a pochi mesi dal disastro della centrale nucleare di Fukushima che aveva messo in ginocchio un’intera nazione. La Nazionale femminile diventa in quell’anno simbolo di speranza e rinascita per il Giappone, e dopo essersi fermata alla fase a gironi nelle precedenti tre edizioni, la Nadeshiko si laurea campione del Mondo superando in una finale leggendaria gli Stati Uniti ai rigori.

Nel 2015 la squadra nipponica sfiora nuovamente l’impresa ma la Uswnt che l’attende in finale è una Nazionale diversa, spietata nella sua Golden Age. Inevitabile la disfatta.

Da quel momento in poi, il percorso del Giappone ai Mondiali va incontro a una fase discendente che la squadra uscire di scena nel 2019 agli ottavi di finale.

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