Il sogno di Barbra Banda era appena cominciato e già sembrava voler raccontare una storia di quelle che rendono il calcio femminile uno sport così colorato e caleidoscopico.

Le Olimpiadi di Tokyo 2020, realizzate in realtà un anno dopo a causa della diffusione della pandemia da Covid, avevano già dell’incredibile nella loro stessa esistenza, un’organizzazione sempre in bilico, sempre a rischio, ma che in un certo senso ha saputo ritrovare in tanti aspetti il volto più autentico dello sport.

E Barbra Banda è stata parte di questa realtà così fuori dal mondo eppure così essenziale. A soli 21 anni infatti, la giocatrice ha letteralmente brillato ai Giochi Olimpici trascinando lo Zambia in un percorso che nessuno aveva previsto.

Seppure in una gara dal risultato da football americano, la sfida della Nazionale zambese contro l’Olanda ha testimoniato uno scontro biblico, tra l’imponenza da Golia di Vivianne Miedema, inarrestabile con quattro reti, e l’inaspettata potenza travolgente da Davide di Barbra Banda, che le aveva risposto con una tripletta storica per la sua squadra.

E in quello che era diventato letteralmente un “one woman show”, Banda aveva conquistato il palcoscenico dalle Olimpiadi all’ombra dei grandi nomi mettendo a segno una seconda tripletta anche contro la Cina, per un leggendario 4-4 che in fondo aveva tenuto vive le deboli speranze dello Zambia di superare un girone impossibile.

La fiamma olimpica si spense ad ogni modo presto per la squadra africana ma la scintilla di Barbra Banda era appena scaturita. Il futuro per la giovanissima attaccante appariva brillante e aperto a ogni possibilità, lo scenario più avvincente vedeva la giocatrice a un passo dal Real Madrid. Poi il risveglio improvviso.

Alle porte della Coppa d’Africa, torneo in cui lo Zambia compariva tra le favorite proprio grazie alla crescita dimostrata ai Giochi Olimpici ma soprattutto alla presenza della sua punta di diamante, la Federazione Africana di Calcio ha annunciato che Barbra Banda era stata esclusa dalla partecipazione alla competizione a causa di alti livelli di testosterone riscontrati nel suo organismo.

Un test che non seguiva i parametri FIFA sull’identità di genere ma soprattutto negava all’atleta il diritto di continuare a costruire il suo futuro sulla base di un esame dalla validità relativa. Un’esclusione discussa che da quel momento in poi ha congelato la carriera della giocatrice, ostacolando anche il suo passaggio al Real Madrid.

Ma il futuro di Barbra Banda sembra finalmente sul punto di ricominciare a scorrere. È stato infatti annunciata un’imminente revisione del regolamento FIFA in riferimento ai parametri del test di genere che permetterà all’attaccante zambiana di partecipare ai prossimi Mondiali in Australia e Nuova Zelanda nell’estate del 2023.

L’ufficialità delle modifiche verranno rese note a ridosso della competizione mondiale ma sembra ormai certo che Banda potrà riprendersi il posto che le spetta tra le più grandi stelle del calcio femminile internazionale, con la fascia da capitano dello Zambia al braccio.

E da quel momento in poi il cielo tornerà ad essere il suo unico limite.

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