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Valeria Gardel riparte dal Ravenna: “Sarà una grande Serie B. Che bello incontrare la Sampdoria”

Valeria Gardel, centrale difensiva classe ’98, indosserà da questa stagione la maglia del Ravenna. Non è stato semplice per lei lasciare la Sampdoria, club a cui è legatissima e con il quale ha vissuto due splendidi anni. Il destino le regala però un tuffo nel passato: in Coppa Italia, nel girone del Ravenna c’è proprio la squadra blucerchiata. Intanto, giorno 11 si inizia dal San Marino, poi l’esordio in campionato in salita con Ternana e Genoa. La Serie B quest’anno non farà sconti, Gardel e il Ravenna non intendono aspettare. Questa la nostra intervista esclusiva.

Valeria, sarà un anno di grandi novità per te e per il campionato che ti appresti ad affrontare con il tuo Ravenna. Qual è stato l’impatto con la nuova realtà?

“È stato sicuramente un impatto positivo, ho trovato un ambiente sereno, accogliente. Sarà un campionato difficile, perché sono aumentate le squadre, sono squadre di livello, ma proviamo a dare del filo da torcere a tutte quante”.

Avete un inizio di calendario non semplicissimo: subito a Terni contro la Ternana, poi Genoa, San Marino e Napoli. Sarebbe stato meglio incontrarle dopo?

“Io penso sempre che dobbiamo affrontarle tutte, domenica dopo domenica. Sicuramente, sfidare la Ternana alla prima giornata non sarà semplice, perché è una grande squadra, ha fatto una campagna acquisti importante e ha un allenatore importante. Però penso che sarà la prima partita sia per noi che per loro, quindi come inizio la giochiamo alla pari. Vedremo poi alle 17 di domenica quale sarà il risultato. Poi sono super felice di incontrare il Genoa alla seconda giornata, perché per me è quasi un derby”.

Foto – Ravenna Women

Il campionato di Serie B regala sempre più emozioni, basti vedere la volata finale per la A tra Como e Brescia. Che idea ti sei fatta di questo torneo?

“Penso che da quest’anno si sia aperto un nuovo ciclo, non solo per la Serie A con il professionismo ma anche per la B con squadre attrezzatissime come Napoli, Hellas Verona e Brescia. Tantissime ragazze sono scese dalla Serie A, sarà un campionato bellissimo e di livello. Prevedo quest’anno una lotta a 4 per arrivare in Serie A”.

Il Ravenna arriva dal campionato dell’anno scorso non semplice, con un ottavo posto e appena 36 punti. C’è voglia di rivincita nell’ambiente?

“Certamente, ma siamo anche tante ragazze nuove. Stiamo affrontando la preparazione, ma ci stiamo avvicinando al test di Coppa Italia contro San Marino per la Coppa Italia. Siamo un gruppo molto giovane, ma vogliamo salvarci quest’anno con tranquillità e il prima possibile”.

Parlavi di gruppo nuovo e molto giovane. Chi puoi presentarci dei talentini della squadra?

“Delle nuove arrivate sono rimasta colpita da Elisa Mariani, che arriva dal Como e gioca nella Nazionale Under 19, che ha grande fisicità e visione di gioco. E poi ti dico sicuramente Giada Candeloro, proveniente dalla Juventus, che può adattarsi a fare il play basso come il difensore centrale. Ha grande tecnica e secondo me lei potrebbe fare un grande campionato”.

E delle veterane?

“Ti posso dire di Barbaresi, che è un punto fermo per la squadra e la società e anche Linda Giovagnoli, che è un buon centrale difensivo che potrà dare una grossa mano. Conoscono l’ambiente benissimo perché sono qui da tanti anni e quindi chi meglio di loro può indirizzarci verso la salvezza”.

Che impressione ti ha fatto mister Ricci?

“Ti dirò, l’ho trovato molto molto pacato, non pensavo. Ci fa lavorare con serenità, ci aiuta e ci fa capire le cose. Stiamo lavorando bene, speriamo di continuare così”.

Sarà uno scherzo del destino, ma in Coppa Italia il Ravenna dovrà affrontare proprio la Sampdoria.

“Io ci speravo un po’ e quando ho letto il comunicato sono rimasta molto contenta perché ritroverò le mie ex compagne, lo staff e i dirigenti a cui resterò sempre legata”.

Ci racconti i tuoi due anni alla Samp?

“Arrivavo da un inizio stagione con la Torres e quando sono tornata a casa a novembre non avevo squadra. Sono arrivata alla Samp per combinazione grazie a una mia cara amica, che mi ha detto “Vale, perché non vieni alla Samp?”, io le ho risposto “Sì, ma che categoria fa?”, “L’Eccellenza”, “Sì, ma come l’Eccellenza?”, però mi ha detto “Vedrai che ne resterai stupita”. Sono cresciuta tantissimo quell’anno, poi a fine anno abbiamo avuto la notizia che la società maschile avrebbe acquistato il club e che avrei fatto parte della prima Sampdoria in Serie A”.

Purtroppo in Serie A non hai poi trovato molto spazio.

“Ho trovato poco minutaggio ma d’altronde, quando avevo iniziato la preparazione a luglio me lo aspettavo già. Ho lavorato però con dedizione, ho imparato tanto dal punto di vista tecnico e personale, sono contenta di questo, soprattutto per avere trasmesso cosa significa indossare questa maglia”.

Dall’esterno si aveva sempre l’impressione di un ambiente molto sereno in casa Samp. È stato così?

“Sì, anche quando sono capitati momenti bui, dalle sconfitte più pesanti o immeritate che ci hanno fatto crescere e riflettere. Siamo sempre andate avanti, con dedizione e lavoro, perché tutte le altre si sarebbero aspettate che eravamo noi la squadra materasso. Invece, abbiamo raggiunto una salvezza a quattro giornate dalla fine”.

Guardando indietro, hai raccolto anche delle esperienze con le maglie di Lavagnese, Torres e Tavagnacco. Cosa ti hanno lasciato?

“Le due esperienze fuori casa mi hanno insegnato a sapere stare lontano dagli affetti. A Tavagnacco, nel marzo 2020 si è bloccato tutto e siamo state retrocesse. La Lavagnese era un po’ la mia casa, ho fatto lì quattro anni facendo quattro anni importanti. La Torres è stato un capitolo più buio ma sono contenta di esserci andata”.

Sei a un momento cruciale della tua carriera. Farai 24 anni a settembre e sarà un anno importante per te. Cosa ti sei ripromessa per quest’anno per fare il salto di qualità?

“Mi trovo alla soglia dei 24 anni, nell’apice della mia carriera. O faccio il salto di qualità o rimango una giocatrice mediocre. Cosa mi aspetto personalmente? Di fare un buon campionato, di giocare tutte le partite e chissà, magari, un giorno, di tornare a casa a Bogliasco”.

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