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Transfobia: Valentina Berr lascia il calcio

La calciatrice spagnola Valentina Berr ha deciso di smettere di giocare. La causa? La transfobia

Valentina Berr, 28 anni, è stata la seconda calciatrice transgender in Spagna. Nel momento in cui ha annunciato il suo ritiro giocava nel CE Europa, club di seconda divisione. Precedentemente aveva giocato nel Levante Las Planas e nel Terrassa.

Proprio il 28 giugno, giorno dell’anniversario dei moti di Stonewall, anche conosciuto come Giornata internazionale dell’orgoglio LGBTQIA+, la giovane ha annunciato che si sarebbe ritirata.

Non appendo le scarpe al chiodo. Me le fanno appendere.

Valentina Barr presenta la sua risoluzione come una scelta obbligata, una decisione non più rimandabile, pena l’ulteriore deterioramento della sua salute mentale.

La pressione psicologica, gli attacchi di panico prima e dopo le partite, l’ansia causata dai periodici test del livello di testosterone e, soprattutto, i continui messaggi d’odio in rete, fino ad arrivare a chi insinuava che Valentina fosse nient’altro che un “uomo che si finge donna per molestare le ragazze negli spogliatoi”; tutto ciò, ripetuto senza sosta nella quotidianità della ragazza per più di quattro anni, ha costituito la goccia che ha fatto traboccare il vaso, obbligando la calciatrice a fermarsi.

Berr, per colpa di chi non ha saputo accettare la diversità, messo in crisi da ciò che usciva dalla norma, ha dovuto scegliere fra la sua passione e la salute mentale, finendo per scegliere la seconda.

Ma per me è stato anche un Orgoglio metterci il corpo affinché le prossime generazioni possano vivere [la stessa esperienza] con meno dolore, meno ostacoli e meno violenza. Perché possano vivere il calcio semplicemente come quello che è: calcio.

La ragazza non ha mancato di ringraziare il club che sta lasciando e quelli che l’hanno accolta in passato. Ha anche tenuto a precisare che il mondo del calcio non è solo transfobia, anzi: nel suo post di Instagram Berr esprime in modo molto chiaro la sua riconoscenza verso il calcio femminile:

Il calcio femminile è aperto e ricco di diversità; mi sono sentita supportata perfino da chi non comprendeva la mia identità.

Il calcio femminile rappresenta la realtà, a differenza del calcio maschile, che, afferma la Valentina Berr, è caratterizzato da contratti multimilionari, mascolinità egemone ed eterosessualità obbligatoria.

Berr sembra dire Ecco, da qui deve partire il calcio femminile: da ciò che lo distingue dal “mondo parallelo” del maschile. Forse così, un giorno, non ci saranno più articoli su una calciatrice che abbandona il suo amato sport per colpa della transfobia.

Martina Cappai

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