Aurora Galli, centrocampista dell’Everton Women e della Nazionale italiana di calcio femminile, ha rilasciato in esclusiva un’intervista a L Football.

Lo scorso anno Aurora Galli, dopo la conquista del quarto Scudetto consecutivo, prese la decisione di lasciare l’Italia e andare in Inghilterra, patria del football, diventando così la prima calciatrice italiana a giocare nella prestigiosa Women’s Super League, da molti considerato, il campionato più bello al mondo di calcio femminile.

Corteggiata da diverse squadre, Galli ha scelto l’Everton Women per misurarsi con il campionato inglese, per mettersi alla prova e, come dice lei, “esplorare il calcio a 360°”. Una scelta che ha spiazzato molti tifosi e appassionati ma non chi, Yaya, la conosce bene.

Carattere deciso, lucidità nelle scelte, in campo come nella vita, e quella sfrontatezza che la porta a sfidare il mondo col piglio di chi non ha paura di mettersi in gioco.

Lo testimonia la sua carriera, ha vestito le maglie più prestigiose del calcio femminile italiano, Torres, Verona, Juventus e lo ha fatto sempre a testa alta, come quando in campo ha la palla tra i piedi, con lo sguardo fiero e la velocità di pensiero nel decidere per un passaggio, un tackle o un tiro in porta.

L’avevamo lasciata felice mentre festeggiava la conquista del titolo e la ritroviamo sempre sorridente, solare, come solo lei riesce ad essere, felice di chiacchierare con noi e parlare un po’ in italiano dopo tanto inglese.

Aurora come stai e come ti trovi in Inghilterra?

“Mi trovo davvero molto bene, sono cresciuta sotto tanti aspetti, anche se in campionato le cose non stanno andando per il meglio, per via della posizione in classifica. Non riusciamo a far punti con regolarità, ma le persone qui mi stanno aiutando tantissimo. Le compagne mi insegnano tanti principi di gioco diversi da quelli che conoscevo in Italia. È un aprire la mente in tutto quello che si fa”.

Come dicevi sul piano sportivo le cose però non stanno andando per il meglio. Quali le cause?

“Siamo indietro perché non riusciamo a concretizzare, abbiamo un buon gioco, una buona costruzione ma poi negli ultimi trenta metri non abbiamo le idee chiare. Adesso con Chris (Roberts nuovo allenatore ad interim dell’Everton Women) stiamo lavorando per migliorare questo aspetto. In rosa abbiamo buone calciatrici e, come ti dicevo prima, abbiamo una discreta fase di costruzione del gioco, ma a livello di mentalità, essendoci molte calciatrici giovani, ci facciamo condizionare dai problemi o dalle difficoltà che incontriamo nel corso della partita. Però ci sono buoni margini di miglioramento queste sono le mie prime impressioni”.

Siete anche una squadra costruita da poco e avete sicuramente bisogno di tempo

“Si è vero, pensa che quest’estate ci sono state nove giocatrici nuove e sono tutte buonissime giocatrici. Chi c’era già ha formato una buona ossatura di squadra. Però paghiamo anche il fatto che veniamo da posti diversi e abbiamo mentalità diverse. Un modo diverso di pensare il calcio e mettere insieme tutte queste particolarità non è certo facile, ci vuole un po’ di tempo”.

HALEWOOD, ENGLAND – JULY 20 (EXCLUSIVE COVERAGE) Aurora Galli poses for photograph after signing for Everton Women at USM Finch Farm on July 20 2021 in Halewood, England. (Photo by Tony McArdle/Everton FC via Getty Images)

Qual è la squadra favorita per la conquista del titolo in WSL? Chelsea e Arsenal danno vita a un bel duello, ma anche Manchester United e Tottenham stanno facendo bene.

“Il Chelsea è la squadra che mi ha impressionato di più perché ha delle giocatrici molto forti. L’Arsenal anche, ha un buonissimo gioco, ma non mi ha dato quell’impressione di essere squadra. Sta facendo bene lo United, vediamo come va avanti, ma per me il Chelsea resta favorita”.

Cosa ti ha spinto ad accettare la chiamata dell’Everton?

“Il mio sogno è sempre stato quello di esplorare il calcio a 360°. In Italia, stiamo e stanno facendo un buonissimo lavoro sotto tutti i punti di vista, però in Inghilterra c’è un gioco diverso, più evoluto e la mia volontà era, già da due o tre anni, quella di prendere e cambiare completamente vita. Vedere, capire e toccar con mano che tipo di calcio c’è qui. Crescere dal punto di vista personale è stata una cosa che mi ha sempre attratto e appena ho avuto la possibilità di cambiare non ci ho pensato due volte. Ovviamente ho chiesto il parere dei miei familiari, di mio fratello, mia sorella, non ho deciso da sola ma ho avuto l’appoggio di tutta la mia famiglia. La motivazione principale è stata voler vedere che tipo di calcio è quello inglese e naturalmente conoscerlo”.

È anche un banco di prova per te per capire la crescita del tuo livello di gioco.

“Sì, mettermi alla prova anche perché alla Juventus abbiamo vinto tutto e non potevo chiedere di meglio, ma questo è stato un salto nel buio, non sapevo se avrei giocato oppure no, la lingua non la conoscevo, adesso invece un pochettino la parlo e la capisco. Poi non sono mancate le piccole sfide quotidiane, un semplice fare la spesa diventava difficile, però dal punto di vista calcistico questa scelta di prendere e lasciare le mie certezze e di andare bendata in un altro Paese la rifarei altre cento volte”.

Quali sono le principali differenze con il calcio italiano?

“Una cosa che si sa, ed è estremamente vera, è la differenza dal punto di vista fisico e atletico. Qui a livello di prestazioni si lavora davvero tanto e lo si fa molto con i numeri, con i dati.  Ci sono dei parametri di base e tutte noi dobbiamo stare sopra una certa soglia. Tutte dobbiamo stare al passo con questi dati. In Italia invece si lavora tanto sulla tattica e questa è una dote che io mi tengo stretta. In Italia tutte le squadre hanno una propria identità di gioco e una propria tattica e questi aspetti vengono insegnati sin da piccole alle calciatrici.  Qui in Inghilterra invece alcuni fondamentali non li vedo, ma non solo nella mia squadra, non li vedo nemmeno al Chelsea o all’Arsenal ed è una lacuna per la Women’s Super League”.  È diverso anche il tipo di gioco. Qui si gioca a due tocchi e palla molto forte ma quando non si hanno soluzioni allora palla lunga e correre tanto sia in fase difensiva che in quella di attacco”.

Quali sono le principali calciatrici nel campionato inglese che hanno impressionato di più?

“Sicuramente Ji So-yun, parlo naturalmente di quelle che ricoprono il mio stesso ruolo di centrocampista. Ji è una giocatrice completa che sbaglia ben poco. Anche nella fase difensiva è sempre nella posizione giusta. Un’altra calciatrice che mi pace è Kim Little, capitano dell’Arsenal, perché spezza il gioco degli avversari. Poi anche Georgia Stanway del Manchester City ma anche la sua compagna di squadra  Caroline Weir. Il City ha il centrocampo che preferisco, queste due sono tanta roba”

Stai seguendo la Serie A femminile?

“Assolutamente sì e devo dire onestamente che è un bel campionato, mi sta piacendo e, devo dire, è molto più interessante degli altri anni. Ho un bel rapporto con le mie ex compagne della Juventus, soprattutto con Lisa e Caru (Boattin e Caruso). Ci sono molte giocatrici interessanti quest’anno e sono proprio curiosa di vedere come andrà a fine. Ovvio che la Juventus è sempre lì al comando, in prima posizione, e chi la toglie da lì (ride). Vedo bene anche l’Inter con Rita con cui mi sento spesso e mi fa molto piacere. Ci confrontiamo spesso, parlando della mia esperienza qui, ma anche su quello che sta facendo lei con il suo gruppo. Mi piace molto il gioco nerazzurro, tipico di Rita Guarino. Hanno giocatrici giovani e a volte peccano di inesperienza ma si vede la mano di Rita, la riconosco”.

C’è un legame forte tra te e Rita Guarino?

“Rita è stata l’allenatrice più importate per me. Mi ha fatto crescere e mi ha voluta fortemente alla Juventus. Mi ha permesso di vivere un’esperienza incredibile che non posso paragonarla a nessun’altra. Lei rimarrà, penso e spero, un punto di riferimento ovunque andrò. Quando parliamo mi dice sempre, “allora quando mi raggiungi?”. Io le rispondo, “guarda, quasi quasi vengo” scherzando ovviamente e lei replica “non mi prendere in giro perché ti voglio veramente nella mia squadra”. Tra di noi c’è un bellissimo rapporto che mi tengo stretto”.

Rita Guarino e Aurora Galli – Copyright Giuseppe Berardi – L Football

Ti ha sorpreso vedere la Juventus superare il turno in Champions League in un girone con Wolfsburg e Chelsea?

“Assolutamente sì. Nei miei anni alla Juventus, in Champions League, abbiamo avuto la sfortuna di incontrare squadre molto forti. Nelle gare a eliminazione diretta le possibilità di qualificazione erano molto poche. Oggi con la fase a gironi sono riuscite a portare a casa un buonissimo risultato. C’è da dire che col sorteggio non è andata bene nemmeno quest’anno. Prima di ogni partita mi sentivo con Boa e Caru per augurarle il meglio, per sentire come stavano, com’era l’ambiente, la tensione e tutto, perché mi manca giocare quelle partite. Sono rimasta molto stupita dal percorso che hanno fatto. Ovvio che c’è stato anche un pizzico di fortuna, non si deve negare questo. Sono andata a Londra a vedere Chelsea-Juventus, ero lì con loro, le Blues hanno avuto tantissime occasioni da gol ma la palla non è entrata e meno male, perché sono molto contenta del risultato che hanno ottenuto. Vedremo ora cosa accadrà contro il Lione. Se riesco andrò a vedere la partita anche perché abbiamo un conto in sospeso con le francesi. Faccio un grosso augurio alle giocatrici e naturalmente al mister”.

A volte la fortuna si compensa anche perché lo scorso anno proprio contro il Lione ci sono stati degli episodi sfortunati nonostante due belle partite disputate dalla Juventus.

“Esatto, lo scorso anno se Lina (Hurtig) avesse messo subito in cassaforte il risultato, chissà. Poi quel rigore, che non c’era (ride), se l’arbitro fosse stato più lucido, il risultato sarebbe stato diverso. In quella occasione non siamo state fortunate. Succede, il pallone è rotondo e la fortuna viene e va. L’importante è non badare alla fortuna ma contare sul gruppo, sul gioco di squadra”.

Lisa Boattin e Aurora Galli, spareggio Scudetto Brescia – Juventus a Novara. Copyright: Giuseppe Berardi – L Football
Aurora Galli e Arianna Caruso. Copyright Giuseppe Berardi – L Football

La nazionale italiana che obiettivi si pone in vista degli Europei?

“Lo sai che io sono sempre scaramantica (ride) e non lo so dove possiamo arrivare, vedremo, spero tanto in fondo. Abbiamo tantissima voglia di far vedere che squadra siamo e che il mondiale non è stato un caso . Spero che questi Europei vadano molto bene anche per il movimento calcio femminile italiano. Però sono scaramantica e non posso dire nulla, anche qui hanno imparato a conoscere questo mio aspetto, perché ho i miei riti, anche mentali e le mie abitudini”.

Prima però c’è l’Algarve Cup, un test impegnativo contro le nazionali del nord.

“L’Algarve Cup è un torneo internazionale molto importante e avremo l’opportunità di confrontarci con nazionali come Svezia, Danimarca, Norvegia, Portogallo. Il mister avrà l’occasione di vedere come ci comportiamo contro squadre così forti. Abbiamo tanta voglia di ritrovarci, soprattutto io di rivedere le mie compagne. Due anni fa, prima del Covid, eravamo arrivate in finale contro la Germania ma non abbiamo potuto disputare il match proprio per via della pandemia. Quest’anno speriamo di ottenere bei risultati e fare belle partite. Sinceramente preferisco che le partite non siano facili proprio per vedere come ci comportiamo in situazioni non semplici con squadre che possono metterci in difficoltà, proprio come potrebbe accadere in Inghilterra. L’Algarve è un ottimo test prima degli Europei”.

Quest’estate in Inghilterra tu farai gli onori di casa.

“Sì (ride). Tra l’altro siamo a Manchester vicini a Liverpool e quindi devo organizzare tutto: dove portare le mie compagne, cosa farle vedere. Sono molto contenta che l’evento sia qui in Inghilterra e di far da Cicerone alla mia squadra”.

Photo LiveMedia/Lisa GuglielmiEmpoli, Italy, October 27, 2020, UEFA European Football ChampionshipEuro 2022 Qualifiers – Italy Women vs DenmarkImage shows:Aurora Galli (Italy)LiveMedia – World Copyright

Come ti trovi a Liverpool? Cosa fai nel tempo libero?

“È una bellissima città, mi trovo molto bene, sto vedendo cose nuove e sto chiedendo tante informazioni alle mie compagne, perché sono curiosa di conoscere ristoranti, musei e cosa posso visitare. Liverpool è piena di ragazzi, è una città completa, molto affollata, ma molto bella e mi piace molto”.

Nel calcio femminile c’è rivalità in città tra i tifosi dell’Everton e quelli del Liverpool, nonostante categorie diverse?

“Si e no, nel senso che io non la sento molto, ma le calciatrici inglesi si. C’è anche da dire che di Liverpool in squadra da noi ci sono solo due ragazze. Loro la sentono molto di più ma non più di tanto”.

Famiglia a parte, cosa ti manca dell’Italia?

“Il sole, il buon cibo e ovviamente le mie amicizie, come quelle con Boa e Caru. Passare dal vederle tutti i giorni al campo a sentirle al telefono non è proprio la stessa cosa. Quando il mio umore è giù, le chiamo e loro, con molta pazienza, mi ascoltano e sono molto contenta di tenermi strette queste amicizie”. 

Giuseppe Berardi
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Si ringrazia l’Everton Women per la disponibilità e per il materiale fotografico. Le foto della Nazionale sono di Lisa Guglielmi – LiveMedia

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