In occasione dei 55 anni della Serie A femminile, vediamo quali sono le calciatrici straniere che hanno lasciato il segno.

Negli ultimi anni in Italia sono arrivate calciatrici straniere molto forti che hanno contribuito ad alzare il livello del campionato italiano. In un passato più lontano la Serie A è stato il campionato più ambito dalle giocatrici europee. Così tra gli anni ’70 e ’90 l’Italia ha visto passare dai campi della Serie A alcune delle giocatrici più forti del vecchio continente di quegli anni.

Alcune straniere hanno militato in club italiani per tutta la carriera o la gran parte di essa. Altre hanno giocato in Italia solo per una o poche stagioni, lasciando comunque un segno. Dunque, per i 55 anni dall’assegnazione del primo scudetto femminile vediamo chi sono alcune di queste grandi giocatrici straniere passate dalla Serie A.

Le calciatrici straniere che hanno giocato (quasi) tutta la carriera in Serie A

Sono diverse le calciatrici che sono arrivate in Italia tra gli anni ’70 e 80’ e hanno poi deciso di rimanere in Serie A fino al giorno del loro addio al calcio giocato. Tra queste ci sono alcune leggende.

La prima che merita di essere citata è la leggenda danese Susanne Augustesen. Sbarcata in Italia a soli 18 anni nel 1974, l’ex attaccante ha giocato per 22 stagioni in Serie A con 10 squadre diverse e vinto 5 volte il campionato e 3 volte la Coppa Italia. Autrice di oltre 600 gol nel campionato italiano, ha vinto la classifica delle marcatrici per 8 volte.

È stata la prima straniera a vincere la classifica delle marcatrici della Serie A nel 1975. Ad oggi è la terza calciatrice ad aver vinto più volte la classifica, alle spalle delle leggende azzurre Patrizia Panico e Carolina Morace. Proprio con Morace condivide il primato per aver vinto la classifica col maggior numero di squadre diverse: 7.

Sono state diverse le danesi che in quel periodo hanno giocato in Serie A. Un’altra è Ulla Bastrup. Nel 1984 la connazionale Lone Hansen le ha proposto di fare un mese di vacanza in Italia. La federazione danese le ha dato il permesso di giocare delle partite di allenamento in Puglia. Dopo averla vista giocare in un paio di amichevoli, la dirigenza del Trani 80 ha deciso di prenderla. Bastrup ha quindi lasciato la squadra in cui militava in patria (il B 1909) per trasferirsi al Trani, dove ha vinto 2 scudetti. Oltre alla maglia del club pugliese, in Italia ha indossato quelle del Milan 82, del Fiammamonza e del Delfino (facendo anche una stagione in Serie B). L’ex centrocampista danese ha lasciato il calcio giocato giocando l’ultima stagione (1993-94) proprio con il Delfino.

Al termine della carriera da calciatrice ha iniziato subito quella da allenatrice, rimanendo in Italia. Bastrup si è quindi seduta sulla panchina dello Sporting Segrate 92 (under 15), del Fiammamonza, dell’ASI Monza e della Pro Lissone.

Un’altra bomber e leggenda degli anni ’70 e ’80 (ma anche ’90) passata dalla Serie A è la scozzese Rose Reilly. Scoperta dal Milan mentre giocava nello Stade Reims, ha iniziato a giocare contemporaneamente per entrambe le squadre per poi lasciare la Francia nel 1976.

Oltre a quella del Milan, nella sua ventennale carriera in Italia ha indossato le maglie di altre 8 squadre italiane, fino al ritiro avvenuto nel 1995. Complessivamente in Italia ha vinto 9 scudetti e 5 Coppe Italia. Reilly ha vinto la classifica delle marcatrici per 2 volte (1978 e 1981), diventando la seconda straniera a vincerla.

Insieme a Reilly, ha fatto lo stesso percorso anche la connazionale Edna Neillis, arrivando quindi al Milan dal Reims a metà degli anni ’70. In Italia tra Serie A, B e C, Neillis ha giocato con le maglie di Milan, Gorgonzola, Piacenza, Foggia e San Pietro in Lama. Con il Milan ha vinto uno scudetto e 2 Coppe Italia, a cui si aggiunge quella vinta con il Gorgonzola. Ha lasciato il calcio giocato nel 1990, tornando quindi in Scozia. Durante la sua carriera è spesso rimasta in ombra della più celebre connazionale Reilly. Classe ’53, Neillis è deceduta nel 2015, a 62 anni. In precedenza, a causa di una grave malattia le avevano amputato entrambe le gambe.

Proprio Reilly e Neillis hanno aperto le porte all’arrivo di altre scozzesi nella seconda metà degli anni ’70, tra cui Maria Blagojevic. Ex difensore, la nativa di Glasgow ha giocato in Italia dal 1979 all’anno del suo ritiro, ovvero il 1990. Dopo una prima stagione con la Roma, Blagojevic ha giocato diversi anni a Trani, a partire dalla stagione 1981 in cui il club pugliese ha vinto la Serie B e ottenuto la promozione in A.

Con il Trani ha vinto anche la Coppa Italia 1983 e lo scudetto 1984. Dal 1985 al 1987 ha cambiato 3 squadre nel giro di altrettante stagioni: Brina Foggia, Granarolo Poggiardo e Siderno SIAC. Dal 1987 al 1990 ha giocato con il Giugliano, con il quale ha conquistato lo scudetto nel 1989 e 2 volte la Coppa Italia. Tornata in Scozia nel 1990, è deceduta nel 2013 all’età di 57 anni.

“Se hai talento puoi andare ovunque” ha detto una volta Anne O’Brien. E l’ex attaccante irlandese è venuta a giocare in Italia. Passata dallo Stade Reims, nel 1976 ha fatto il suo arrivo in Serie A con la maglia della Lazio. Ha concluso la sua ventennale carriera nel 1994, dopo aver giocato in Italia per 18 anni con 7 squadre diverse. Proprio con la Lazio ha vinto la maggior parte dei suoi trofei: 2 scudetti e 2 Coppe Italia. A questi si aggiungono un campionato vinto con il Trani e con il Milan Salvarani e 2 con la Reggiana.

Durante il suo periodo in rossonero ha studiato per diventare allenatrice, allenando anche la primavera del club milanese. Appesi gli scarpini al chiodo, ha lasciato Milano e il Milan per andare a vivere a Roma, dove ha allenato bambini e bambine di alcune scuole calcio. Da allenatrice ha anche avuto un’esperienza in Serie A con la Lazio (2005-06) e in Serie C con il Civitavecchia (2007-08). O’Brien è deceduta a Roma nel 2016, all’età di 60 anni.

Angeles Paejo non ha mai vinto la classifica delle marcatrici, ma con i suoi gol ha contribuito a scrivere la storia di una squadra storica del calcio femminile come la Torres. È arrivata in Italia nel 1988 portata dal Torino. La squadra granata l’aveva scoperta durante un torneo amichevole a cui aveva partecipato proprio nel capoluogo piemontese con la maglia del Sabadell, squadra spagnola in cui militava. Dal 1988 ha passato tutta la carriera in Italia con 6 club diversi, ritirandosi al termine della stagione 2010-11.

Parejo ha speso la maggior parte delle sue stagioni con la maglia della Torres, che ha indossato dal 1990 al 2003 e poi di nuovo nella stagione 2010-11. Con la squadra rossoblù ha collezionato oltre 330 gol in oltre 330 presenze. Con le sue reti ha contribuito ai primi successi della storia della Torres, con la quale ha vinto 4 campionati, 4 Coppe Italia (a cui si aggiunge quella vinta con la Reggiana) e 2 Supercoppe Italiane.

Un’altra spagnola passata dall’Italia è Concepción “Conchi” Sánchez Freire, soprannominata Amancio per il paragone con l’ex calciatore del Real Madrid Amancio Amaro Varela. Nel 1970, a soli 13 anni, ha giocato nella prima partita femminile con pubblico disputata in Spagna e a 14 anni ha capitanato la nazionale spagnola nel suo primo match. Nel 1973, a soli 16 anni, è diventata la prima calciatrice spagnola a giocare professionalmente all’estero quando approdata in Italia al Gamma 3 Padova.

Complessivamente l’ex attaccante iberica ha giocato in Italia per 22 anni con le maglie di 12 squadre diverse. Terminata la stagione 1994-95 con il Delfino, infatti, ha chiuso la carriera in Inghilterra, disputando la stagione 1995-96 con l’Arsenal. In Italia ha vinto 6 campionati con 4 club diversi e 8 Coppe Italia con 6 squadre differenti.

Parlando sempre di bomber ma facendo un salto temporale in avanti, un’altra straniera che ha giocato a lungo in Serie A e lasciato il segno è Lana Clelland. L’attaccante scozzese ora in forza al Sassuolo ha vinto la classifica delle marcatrici con 23 gol in 21 presenze con il Tavagnacco nella stagione 2016-17, ovvero a 30 anni dall’ultima volta che l’aveva vinta una straniera (Augustesen). Arrivata in Italia nel 2015, la classe ’93 in Italia ha giocato con Pink Bari, Tavagnacco, Fiorentina e Sassuolo, vincendo la Supercoppa Italiana 2018 con la maglia della viola.

Restando ai giorni nostri, merita sicuramente una menzione Camelia Ceasar. La classe ’97 rumena si è trasferita in Italia con la famiglia quando aveva 5 anni. Ha giocato quindi per tutta la carriera in Italia, cominciando dalle giovanili del Torino. In granata ha scalato subito le gerarchie passando dalla categoria Giovanissimi alla Serie A, conquistando il posto da titolare tra i pali. Correva l’anno 2012 e Ceasar aveva solo 13 anni.

Dal 2013 al 2018 ha indossato la maglia del Brescia, con cui ha vinto 2 campionati, 3 Supercoppe Italiane e 2 Coppe Italia. I tifosi bresciani di vecchia data ricorderanno forse il rischiosissimo dribbling su Patrizia Panico nello scontro diretto con la Torres all’ultima giornata della Serie A 2013-14, vinto 2-1 e grazie al quale il Brescia ha vinto il suo primo scudetto.

Dopo un anno al Milan, dal 2019 Ceasar difende la porta della Roma, con la quale ha vinto una Coppa Italia (parando 2 tiri dal dischetto nella finale vinta 3-1 ai rigori proprio contro il club rossonero), una Supercoppa Italiana (parando 2 tiri dagli undici metri nella vittoria per 4-3 ai rigori contro la Juventus) e lo storico scudetto 2022-23.

Un’altra giocatrice che da anni difende la porta di squadre italiane è la svedese Stephanie Ohrstrom. Arrivata in Italia nel 2010 per indossare una maglia storia come quella del Verona (che allora si chiamava ancora Bardolino Verona), ha poi giocato nella Fiorentina, nella Lazio e ora nella Roma. Complessivamente ha vinto 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane.

Nelle sue oltre 230 presenze in Serie A, Ohrstrom può vantare anche un gol segnato su azione. Il 3 maggio 2014, in occasione della penultima giornata di Serie A, AGSM Verona-Scalese, col risultato già in cassaforte il mister fece entrare la svedese in attacco. Al primo pallone toccato segnò il gol del definitivo 11-1.

Le calciatrici straniere con brevi esperienze in Serie A

L’ultimo esempio in ordine cronologico di calciatrice che ha avuto un’esperienza in Italia breve ma significativa è sicuramente Tabitha Chawinga. La calciatrice malawiana ha giocato in Serie A solo nella stagione 2022-23 con l’Inter ma ha scritto un piccolo pezzo di storia diventando la quinta straniera a vincere la classifica delle marcatrici del campionato italiano e la prima calciatrice non europea a riuscirci.

Ha infatti vinto la classifica della Serie A 2022-23 con 23 gol in altrettante presenze. Per lei si è trattato del sesto titolo di miglior marcatrice negli ultimi 8 anni in 3 campionati diversi (gli altri sono quello svedese e cinese).

Tra le calciatrici arrivate negli ultimi anni che hanno contribuito ad alzare il livello del calcio italiano c’è sicuramente Vero Boquete. La leggenda spagnola è arrivata al Milan nel 2020. Dopo un anno e mezzo ha rescisso il contratto con la società rossonera e ora milita nella Fiorentina dal gennaio 2022.

Dotata di una visione di gioco illuminante, Boquete ha portato con sé in Italia tutta l’esperienza acquisita negli anni giocando in squadre come, tra le tante, il Tyreso vicecampione d’Europa 2014, il Francoforte vincitore della Champions League 2015, il PSG finalista di Champions del 2017 e le squadre statunitensi Chicago Red Stars, Portland Thorns e Utah Royals.

Tornando più indietro nel tempo, la danese Lone Hansen ha trascorso in Italia solamente 2 anni, ma è stata la terza straniera a vincere la classifica marcatrici della Serie A. Ha infatti militato nel Trani 80 dal 1985 al 1987, vincendo 2 scudetti e la classifica delle marcatrici della stagione 1985-96 con 26 reti.

Un’altra danese passata dalla Serie A è stata Merete Pedersen. Seconda miglior marcatrice della storia della Danimarca (65 reti in 136 presenze), ha portato il suo fiuto del gol in Sardegna, quando ha indossato la maglia della Torres tra il 2003 e il 2006. Seconda miglior marcatrice del campionato 2003-04 con 26 gol, in ciascuna delle sue stagioni italiane è stata la miglior marcatrice della Torres. Inoltre, ha segnato in entrambe le finali di Coppa Italia vinte (2004 e 2005) e nella Supercoppa Italiana (2005).

Nella seconda metà degli anni ’80 invece Vera Pauw aveva giocato in Italia per un paio di stagioni. Dal 1988 al 1990, infatti, ha indossato la maglia del Modena, diventando quindi la prima olandese a giocare professionalmente all’estero. Quella al Modena è stata l’unica esperienza al di fuori dell’Olanda dell’ex calciatrice, che all’epoca del suo arrivo in Serie A giocava già nella nazionale oranje da anni (1984-98).

Prima di condurre, da allenatrice, gli Usa all’oro olimpico nel 2008 e nel 2012 e la sua Svezia all’argento nel 2016, Pia Sundhage ha avuto una lunga carriera da calciatrice in patria, intervallata da una breve esperienza in Italia. Vera e propria icona della nazionale gialloblù (terza miglior marcatrice con 71 gol, in 146 presenze tra il 1975 e il 1996), Sundhage nel 1985 ha giocato in Serie A con la maglia della Lazio, vincendo anche una Coppa Italia. In biancoceleste ha collezionato 16 gol in 23 partite.

Negli anni ’80 hanno giocato in Italia anche un paio di calciatrici inglesi. Kerry Davis è arrivata in Serie A nel 1985, disputando una stagione con la Lazio. Arrivata nel 1986 nel Trani 80 campione d’Italia, con il club pugliese ha ottenuto solamente due secondi posti in campionato e perso la finale di Coppa Italia 1988. Dopo il fallimento del Trani, Davis ha giocato la stagione 1988-89 con la maglia del Napoli e ha poi fatto ritorno in patria.

Prima che Kelly Smith battesse il suo record nel febbraio 2012, Davis ha detenuto il primato di gol con la nazionale inglese: 44 reti, segnate tra il 1982 e il 1998. Vi ricordate quando Carolina Morace ha segnato 4 gol a Wembley nell’amichevole vinta 4-1 dall’Italia contro l’Inghilterra? Quel consolatorio gol inglese lo ha segnato proprio Davis.

Entrata nella Hall of Fame del calcio inglese nel 2005 (quarta calciatrice a riuscirci), Deborah Bampton ha giocato in Italia solamente nella stagione 1987-88, militando nel Trani 80 insieme a Davis. Bampton vanta 95 presenze nella nazionale inglese (1978-97) e, tolta la parentesi in Puglia, ha giocato per il resto della carriera in patria, indossando anche le maglie di squadre storiche quali Arsenal e Doncaster Belles.

Merita una menzione anche un’altra giocatrice straniera, che però ha anche un po’ di Italia: Angela Iannotta. Classe ’71, è una ex attaccante australiana di origini italiane. La sua passione per il calcio è nata proprio in Italia, quando aveva 7 anni. Poiché parte della famiglia viveva in Italia, aveva passato un paio di mesi a Napoli. Qui lei e suo fratello giocavano a calcio per strada insieme ai bambini napoletani.

In carriera ha giocato in Australia, Italia e Giappone. Ha militato in Serie A dal 1992 al 1996, indossando la maglia dell’Agliana. Tutto è nato per caso. Nel giugno 1992 Iannotta era venuta in Italia per accompagnare suo fratello. Doveva essere una permanenza di qualche settimana, ma una chiamata di suo zio ha cambiato tutto. L’Agliana aveva appena ottenuto la promozione in Serie A e lo zio di Iannotta le aveva proposto di partecipare ai provini.

Nonostante non avesse portato scarpe da calcio e da ginnastica, ha partecipato ai provini. Pochi giorni dopo il club le ha offerto un contratto. Iannotta ha lasciato il suo lavoro in Australia e ha chiamato i suoi genitori per dire che non sarebbe tornata. Con l’Agliana, in coppia d’attacco con Carolina Morace, Iannotta ha vinto lo scudetto 1994-95.

Proprio la sua permanenza in Italia ha rischiato di farle perdere la nazionale. Alla fine ha comunque fatto parte delle Matildas che hanno giocato il mondiale per i quali avevano ottenuto la qualificazione, ovvero quello del 1995. Durante quell’edizione in Svezia, Iannotta ha scritto un pezzo di storia diventando la prima australiana a segnare in Coppa del Mondo.

Martina Pozzoli

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