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Quando la Nazionale di calcio femminile vinse la Coppa Europa e la rivalità con la Danimarca

Il 2 novembre 1969 l’Italia conquistava la Coppa Europa per Nazioni contro la Danimarca, dando il via a una rivalità cresciuta negli anni ’70.

La Coppa Europa per Nazioni era un Europeo non ufficiale (non riconosciuto dalla UEFA) che si è disputato tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70.

Le maggiori protagoniste del calcio femminile mondiale di questo periodo sono state Italia e Danimarca. La nazionale italiana era nata nel 1968. Il 23 febbraio di quell’anno, a Viareggio, aveva giocato la sua prima partita ufficiale vincendo 2-1 contro la Cecoslovacchia con gol di Tanini e Gerwien.

Il libro “The Official History of the Fifa Women’s World Cup” definisce l’Italia come “forse il paese più importante” per il calcio femminile negli anni ’60 e “certamente [il più importante] in Europa”.

La Danimarca, invece, era rappresentata da una nazionale non ufficialmente riconosciuta dalla Danak Kvinde Fodbold Union (DBU), ovvero la Federcalcio danese. La nazionale femminile danese ufficiale, infatti, è nata nel 1974 e ha disputato la sua prima partita ufficiale il 27 luglio 1974 vincendo 1-0 contro la Svezia.

Prima di incontrarsi nella finale della Coppa Europa per Nazioni a Torino, Italia e Danimarca si erano già sfidate pochi mesi prima in un’amichevole. Il 17 luglio 1969, infatti, Azzurre e biancorosse pareggiarono per 2-2 nella seconda gara in assoluto disputata dalla nazionale italiana.

Questo è stato il primo dei 7 match tra Italia e Danimarca riconosciuti solamente dalla FIGC e non dalla FIFA e disputatisi tra il 1969 e il 1971.

Quel primo incontro ha dato avvio anche all’arrivo delle prime calciatrici danesi nel campionato italiano, nato nel 1968. Dopo quell’amichevole, infatti, il presidente del Real Torino, Marco Rambaudi, aveva deciso di ingaggiare un paio di giovani giocatrici che si erano messe in luce: la terzina Birgit Nilsen e l’ala destra cecoslovacca naturalizzata danese Maria Ševčíková. Rambaudi offrì a entrambe un contratto di 200.000 lire al mese più bonus per tutta la durata del campionato, alloggio gratuito e un lavoro in una ditta di Torino.

Nilsen e Ševčíková sono state le prime di una lunga serie di grandi calciatrici, danesi e più in generale europee, che sarebbero sbarcate in Serie A. Tra queste anche la leggenda danese Susanne Augustesen, che vanta più di 600 gol nel nostro campionato.

Italia e Danimarca, dunque, si sono poi ritrovate nella finale della Coppa Europa per Nazioni 1969, giocatasi proprio in Italia. La competizione era stata organizzata dalla Federazione Internazionale Europea Football Femminile (FIEFF).

Al torneo, la cui partecipazione era su invito, vide la presenza di 4 nazionali: Danimarca, Francia, Inghilterra e Italia, paese ospitante. Poiché la Danimarca non aveva una nazionale, a rappresentare il paese nordeuropeo fu il club BK Femina.

Il 1° novembre si giocavano le semifinali: l’Italia vinse 1-0 contro la Francia (3.500 spettatori a Novara) e la Danimarca 4-3 contro l’Inghilterra.

La finale per il primo posto, così come quella per il terzo posto (Inghilterra-Francia 2-0), si disputò il 2 novembre allo Stadio Comunale di Torino. Davanti a 12.000 persone, le Azzurre guidate dal ct Giuseppe Cavicchi si imposero 3-1. A passare on vantaggio, però, fu la Danimarca con Hansen dopo appena 8 minuti. L’Italia ribalta il risultato con la doppietta della capitana Maurizia Ciceri (12’ e 33’), appena sedicenne, e la rete di Stefania Medri (30’).

Secondo l’articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport il 4 novembre 1969, l’Italia “ha dominato nettamente le scandinave”. Tra le giocatrici migliori in campo nella finale, La Gazzetta dello Sport cita, oltre alle marcatrici, Luciana Meles, Patrizia De Grandis e Cittadino.

La rete di Medri le era valsa i complimenti dell’inviato de La Stampa: “Stefania, 1 metro e 50 di ‘verve’ e simpatia, calzettoni alla caviglia e zazzeretta bruna, ha segnato un gol favoloso, con un tocco di sinistro da fondo campo: il grande Sivori [idolo di Medri, ndr] le avrebbe fatto i complimenti”.

Se da un lato le prestazioni delle Azzurre avevano entusiasmato gli spettatori, dall’altro c’erano ancora molti scettici. “Il fenomeno delle donne-calciatrici (che lasciano gli uomini in tribuna e scendono in campo) sconcerta e imbarazza: soprattutto imbarazza il Coni, che sinora ha rifiutato di riconoscere ufficialmente questo sport ed ora si ritrova con un trofeo in più, un successo inatteso e che farà parecchio discutere” scrisse all’epoca Antonio Tavarozzi.

C’è un aneddoto piuttosto particolare riguardo la Danimarca durante la competizione europea del 1969. Le danesi, infatti, scesero in campo con le maglie dell’AC Milan. Quando la nazionale biancorossa arrivò all’hotel di Bologna per giocare la fase a gironi, una squadra russa stava facendo il check-out. I russi presero per errore i bagagli con le maglie delle danesi. La Danimarca, quindi, andò in un negozio di articoli sportivi e comprò le maglie del Milan.

Meno di un anno dopo Italia e Danimarca si trovavano di nuovo faccia a faccia in una finale. Il successo della Coppa Europa per Nazioni 1969, infatti, aveva convinto gli organizzatori a pensare ancora più in grande: organizzare un mondiale.

La struttura del torneo prevedeva un Gruppo Nord e un Gruppo Sud. Danimarca e Inghilterra vinsero le rispettive partite del Gruppo Nord contro la Germania Ovest rispettivamente 6-1 e 5-1. Danesi e inglesi si sfidarono in semifinale, con le prime che si imposero 2-0.

Nel Gruppo Sud Italia e Messico superavano rispettivamente Svizzera (2-1) e Austria (9-0). In semifinale le Azzurre sconfissero 2-1 il Messico.

La finale per la vittoria del Trofeo Martini & Rossi (sponsor del torneo) si giocò allo stadio comunale di Torino il 15 luglio 1970. Per tale sfida furono venduti 24 mila biglietti. Prima dell’incontro, però, la folla superò gli sbarramenti e al Comunale erano presenti sugli spalti “quasi 50 mila spettatori”, come sottolinea una pagina del quotidiano La Stampa dell’epoca. Proprio per l’enorme numero di tifosi, il calcio di inizio era stato rimandato di 30 minuti.

Il match vide la vittoria della Danimarca per 2-0. La selezione nordeuropea andò in vantaggio al 18’ grazie a Helene Østergaard Hansen. Le Azzurre ebbero la possibilità di pareggiare con un calcio di rigore, ma Elena Schiavo sbagliò il tiro dal dischetto. A 2 minuti dalla fine (le partite duravano 70 minuti) arrivò il raddoppio danese con Maria Ševčíková.

Quel giorno sugli spalti era presente anche l’ex portiere della Juventus e della nazionale Giovanni Viola. “Il livello del calcio è stato impressionante considerando il poco tempo nel quale le donne hanno giocato. Certamente, c’è una mancanza di esperienza e questo a volte influenza la tecnica, ma le idee calcistiche c’erano e la Danimarca ha dimostrato di essere ben organizzata” ha detto Viola a proposito di Italia-Danimarca.

“L’Italia femminile ha perso perché la Danimarca è più forte: quindi nessuna recriminazione” scrive La Gazzetta dello Sport in un articolo datato 16 luglio 1970 e firmato da Paolo Pontacolone. Secondo il quotidiano sportivo italiano, la Danimarca “ha vinto per maggior mestiere, per migliore prestanza fisica e quindi per un gioco più pratico e redditizio” e, dunque, ha “meritato il titolo”.  Secondo Pontacolone, le Azzurre erano “timorose e un po’ sbandate in difesa” e “hanno patito in attacco la differenza atletica e la maggiore robustezza delle danesi”.

“Il successo che ha riscosso in ogni città dove s’è giocato è indiscutibile” scrive Paontacolone a proposito di quel mondiale, aggiungendo che il pubblico “ha dimostrato di gradire questo sport, sia pure a livello di spettacolo, come alternativa estiva al calcio maschile”.

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Le Azzurre e le danesi si sono incontrate anche nel mondiale successivo giocato nel 1971 in Messico, ma questa volta nella fase a gironi. Dopo aver sconfitto la Francia rispettivamente 1-0 e 3-0, Italia e Danimarca si sfidarono nell’ultimo match del girone, il 22 agosto 1971. La gara terminò 1-1. Ancora una volta la selezione nordeuropea passò in vantaggio con Hansen, dopo appena 10 minuti. La nazionale italiana pareggiò con Claudia Avon al 43’. Con tale risultato Italia e Danimarca conclusero il girone a 3 punti (la vittoria valeva 2 punti, il pareggio 1), ma quest’ultima passò come prima in virtù di una migliore differenza reti.

Questa è l’ultima delle partite ufficialmente riconosciute solo dalla FIGC. In totale, in tali match l’Italia ha ottenuto 2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte, con 8 gol a favore e 9 reti contro. Le 2 vittorie azzurre (3-1 nella finale del 1969 e 2-0 in amichevole nel 1970) sono ancora oggi quelle con il maggior numero di gol di scarto in una partita contro la Danimarca.

Selezione italiane e danese si sono poi affrontate nel 1979, in quello che è il primo match tra tali nazionali riconosciuti anche dalla FIFA. Nei match riconosciuti dalla FIFA, il dominio della Danimarca è stato un po’ più evidente. Complessivamente, infatti, la nazionale biancorossa ha collezionato 9 vittorie, 6 pareggi e 5 sconfitte, con 37 gol segnati e 19 subiti.

La prima di queste sfide è una finale europea. Anche questa volta si tratta di un campionato europeo non riconosciuto, giocato in Italia. Al torneo parteciparono 12 squadre suddivise in 4 gironi da 3.

Le Azzurre vinsero il Gruppo A battendo Irlanda del Nord (4-0) e Norvegia (2-1). In semifinale la nazionale di casa sconfisse 3-1 l’Inghilterra. Le danesi vinsero il Gruppo C superando Francia (3-1) e Scozia (2-0). Poi in semifinale sconfissero 1-0 la Svezia.

Il 27 luglio 1979, la Danimarca conquistò la Coppa Europa battendo 2-0 l’Italia in finale davanti ai circa 15 mila spettatori presenti al San Paolo di Napoli. Dopo lo 0-0 del primo tempo, la diciottenne Lone Smidt Hansen portò avanti la Danimarca al 51’. Le biancorosse raddoppiarono nel finale con Inge Hindkjær al 76’ (le partite duravano 80 minuti).

Considerando anche le sfide riconosciute solo dalla FIGC, la finale del 1979 era la terza sconfitta consecutiva delle Azzurre contro le danesi. Prima della finale del 1979, infatti, le biancorosse avevano vinto le amichevoli giocate nell’autunno 1971: 2-0 a Copenaghen il 20 ottobre e 0-1 a Piacenza il 4 novembre.

La serie di risultati utili della selezione nordica si estende a 7 se consideriamo sia i match riconosciuti solo dalla FICG sia quelli riconosciuti anche dalla FIFA. Dopo la vittoria nella finale europea del 1969, infatti, le Azzurre hanno battuto 2-0 la Danimarca nell’amichevole disputata il 6 maggio 1970, sempre a Torino. Nella serie di risultati utili della selezione nordica rientra anche il 6-0 rifilato alle Azzurre nell’amichevole del 15 maggio 1982. È la peggior sconfitta dell’Italia contro la Danimarca.

Da quella amichevole del maggio 1970 le danesi hanno messo una serie di 2 pareggi e 5 vittorie, interrotta solo nel 1985. Il 22 agosto 1985, infatti, durante il Mundialito, l’Italia ha battuto la Danimarca 2-1.

Successivamente le biancorosse hanno messo in fila un’altra serie di risultati utili consecutivi: 4 vittorie (di cui 3 di fila) e 3 pareggi tra il 1989 e il 1997.

La Danimarca, infatti, ha vinto 3 match consecutivi in sequenza ravvicinata tra il 1989 e il 1990, a partire dal 2-3 del 3 maggio 1989. Tra le 4 sconfitte azzurre di questa serie ce n’è anche una di un peso rilevante: la finale per il terzo posto di Euro 1991. Il 14 luglio di quell’anno, infatti, la selezione nordica ha battuto la nazionale italiana 2-1 ai supplementari nel match per il bronzo europeo. Inutile per le Azzurre la rete di Silvia Fiorini.

L’Italia è tornata alla vittoria contro la Danimarca il 25 giugno 2001, in una partita della fase a gironi dell’edizione dell’Europeo di quell’anno. Le Azzurre si imposero 2-1 grazie a una doppietta di Patrizia Panico.

Dall’inizio degli anni 2000, gli incontri tra le due nazionali hanno sorriso più volte all’Italia: 4 vittorie azzurre e 2 pareggi, a fronte di 2 sconfitte in 8 partite.

Martina Pozzoli

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