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Martina Tomaselli, la vera rivoluzione è avere vent’anni

A giudicare da quanti l’hanno cantata quella dei vent’anni è l’età più inflazionata. Tutti li hanno avuti e ci tengono a dirlo ‘‘perché a vent’anni è tutto chi lo sa’’. E chi lo sa? Se non lo sa uno come Guccini che li ha avuti quattro volte difficile si possa davvero sapere, perché comunque, canta la Mannoia, ‘‘avere vent’anni non è mica facile’’. Parole che stanno bene su tutto quelle di canzoni pubblicate circa venticinque anni fa, ormai già vecchie, non più nell’alone magico dei ventenni. Ad avere vent’anni ora invece è Martina Tomaselli.

Pedina del Sassuolo che sta stupendo in serie A e protagonista con le azzurrine, Martina è una delle centrocampiste più interessanti del nostro panorama calcistico. Originaria di Trento, una che di panorami se ne intende quindi se tanto mi da tanto, gettata nella mischia proprio da Piovani, a Brescia, nel 2017, quando ha sedici anni, in finale di Supercoppa italiana, fuori ruolo. ‘‘Questo è matto’’ pensa lei, per sua stessa ammissione; ‘‘Questa è forte’’ deve aver pensato lui, ancora prima di intascare il trofeo. Le qualità di Martina le hanno fatto guadagnare la maglia azzurra intraprendendo un percorso con partenza dall’under 16. Proprio l’azzurro però, quello Under 23 di cui è ora cardine, le è costato uno stop forzato.

Nel corso della sfida contro la Spagna il legamento crociato anteriore sinistro non ha retto. Dei cuori infranti, a tutti è capitato di leggerlo, si dice possono rompersi davvero soltanto una volta, il resto sono graffi. Purtroppo dei legamenti non si può dire la stessa cosa. È vero che non è esattamente lo stesso, la prima si trattava del ginocchio destro, ma è la seconda volta che una gamba di Martina cede. I ventenni più famosi del momento, tra una foto con Miley Cyrus e una copertina, prima ancora di arrivare sui palchi del mondo cantavano “Io c’ho vent’anni perciò non ti stupire se dal niente faccio drammi”. Il punto è che non sarebbe proprio un dramma da nulla e dal nulla quello di Martina ma lei ha scelto di non piangersi addosso.

Cosa passi nella testa di chi è costretto a malapena a camminare quando vorrebbe correre non lo sappiamo e forse non ci è dato saperlo, ma sappiamo cosa spesso passa in quella degli altri. A vent’anni ‘‘ci sono troppi minuti da non sprecare’’, è questo il sentimento comune ma chi può dire cosa sia sprecato? Del primo infortunio, ai tempi dell’Under 19, Martina aveva sottolineato quanto fosse stata importante la presenza dei genitori che le avevano ‘‘alleggerito l’infortunio’’. Perché alla fine un infortunio, non importa quanti anni tu abbia, più che un semaforo rosso è un peso che costringe a rallentare, è come il freno a mano non tolto bene quando fai una manovra di fretta.

In questo campionato Tomaselli ha collezionato 7 presenze condite da un gol e ci si augura che possa incrementare il suo bottino tornando per lo sprint finale di un Sassuolo proiettato verso grandi ambizioni. Il suo recupero, oltre ad essere di assoluto valore per la causa neroverde, lo sarebbe anche per quella azzurra, ad un gradino dalla nazionale maggiore. La carriera in A di Martina, pur se già segnata da due pagine cupe, è iniziata a Brescia per poi continuare a circa due ore di macchina verso sud, a Sassuolo. Per poter essere davvero raccontata, pagina per pagina, quando le realtà avrà preso il posto delle aspettative, bisognerà telefonare tra vent’anni.

Intanto la sua rivoluzione è avere vent’anni mentre tutti li cantano e basta. Avere vent’anni e portarli così ”come si porta un maglione sformato su un paio di jeans”, e goderseli comunque.

Marialaura Scatena
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Foto Vignoli

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