Tirare le somme della propria vita a fine anno, può essere divertente come essere una gazzella tra i leoni del Serengeti. Se parliamo del calcio femminile italiano però, questo 2019 è stato come una commedia romantica americana con Meg Ryan, una di quelle che finiscono con una scena da pubblicità della Mulino Bianco. Allianz Stadium pieno come le vostre arterie lo sono di colesterolo e grassi insaturi in questo periodo, Azzurre tra le prime otto del Mondo, gare trasmesse su Rai 1 e uno share che non si vedeva da quando c’era Bruno Pizzul alla telecronaca, Mattarella commosso e il professionismo che come un cerbiatto appena nato inizia a muovere i suoi primi precari passi.

Ad essere sinceri, per eguagliare un anno del genere, dovrebbero succedere due cose: le Azzurre vincono le Olimpiadi di Tokyo, Sara Gama diventa Presidente del Consiglio. La prima purtroppo ce la siamo giocata, la seconda viste le condizioni attuali del discorso politico del nostro Paese, sembra più che altro una minaccia, i tempi non sono ancora maturi (ma lo saranno presto).

Quello che si può fare è mantenere un profilo umile e concreto, praticamente la linea guida che le ragazze di Bertolini hanno predicato al nostro Paese in questa estate francese, e concentrarsi su pochi ma realizzabili buoni propositi. Solo così la rincorsa presa in questo 2019, non ci farà arrivare al 2021 sfracellati per terra, con più bisogno di una plastica facciale che di un brindisi.

Non parlate a sproposito. Le donne, come ben dice la pubblicità delle Frisk, non dovrebbero temere di aprir bocca. Ma dopo anni in cui i campi della serie A sono stati un po’ come Las Vegas, e tutto quello che si diceva sul campo da gioco rimaneva sul campo da gioco, adesso con Sky e Tim Vision le cose potrebbero cambiare. Per l’anno nuovo attenti al labbiale, perchè un “Mortacci tua” a volte è come un diamante, per sempre.

Tra la palla e la caviglia scegliete la palla. Per un difensore la scelta su questo tema è insidiosa come scegliere se accettare o rifiutare l’offerta del dottore di Affari tuoi. Il criterio di scelta che potrete adottare per il 2020 è molto semplice, ed è lo stesso che le persone civili usano per scegliere tra panettone e pandoro: se potete scegliere, scegliete la palla. Se non avete scelta, prendete la caviglia ma ricordatevi di togliere i canditi. Nel caso in cui la vostra avversaria giochi in Nazionale, evitate il fuoco amico, la Danimarca non fa sconti.

Fate la doccia corta. Greta vi guarda. Stare un’ora sotto la doccia danneggia la vostra pelle, l’ambiente e i vostri parenti che vi aspettano pazientemente fuori dagli spogliatoi. Anzi, considerando che le leggende narrano che il Re Sole si sia lavato solo una volta nella sua vita, forse stare meno sotto la doccia aumenterà le vostre probabilità di sembrare dei nobili francesi.

Imparate la geografia. Per chi gioca e per chi tifa, le trasferte sono una realtà quotidiana, ma nell’anno nuovo è giusto puntare al livello successivo. Per costruire la mappa mentale europea dei migliori bar in cui trascorrere i vostri post-partita è fondamentale seguire il format didattico condotto da Girelli e Sabatino. Con la ripresa delle trasferte delle Azzurre riprenderanno infatti anche le puntate di Dani, qual è la capitale di … ?. Seguendole potrete colmare le inaccettabili lacune lasciate dalla carenza di ore di geografia nei piani didattici delle scuole italiane e contribuire alla caduta dei Rai’s Angels, Piero e Alberto, dal loro piedistallo di unici divulgatori della televisione italiana.

Prendete le ferie il 9 giugno e il 22 settembre. Che il principale ostacolo alla qualificazione delle Azzurre agli Europei del 2021 sia la Danimarca, è scontato come i Pandori Bauli dopo il 6 gennaio. L’unico modo per trasformare in realtà il sogno che da tifosi avete vissuto in questo 2019, è investire dai 30 ai 90 euro per una maglia dell’Italia e dai 30 ai 90 grammi del vostro fegato ed essere in quello stadio a cantare con la convinzione dei bambini del coro dell’Antoniano e il tasso alcolico di Mauro Corona a Carta Bianca.

Buon 2020.

Giulia Beghini

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