Approfondimenti Calcio Estero Calcio femminile Jenni Hermoso News Spagna

Nazionale spagnola femminile: nuovo atto della guerra contro la Federazione

Le radici dell’oscurità che sostiene dal principio il sistema vigente nella Nazionale spagnola femminile sono profonde e longeve. Quando Veronica Boquete ha parlato, in pochi hanno prestato orecchio a ciò che aveva da dire. Quando è stata esclusa dalla Nazionale, si è voltato lo sguardo dall’altra parte.

A mancare era probabilmente una cassa di risonanza che ampliasse quelle voci spesso messe a tacere. Ma nel 2019 l’eco delle battaglie della Nazionale statunitense femminile risuona in tutto il mondo, illuminando la via.

In Spagna emergono nuovi eroi del calcio nazionale e per la prima volta non sono uomini. Alexia Putellas guida una nuova generazione di icone di questo sport, e quando parla questa volta qualcuno che ascolta c’è.

Settembre 2022. Si giunge al primo tentativo di ribellione delle “Las 15”, le 15 giocatrici spagnole che rifiutano la convocazione in Nazionale come forma di protesta nei confronti della Federazione e dello staff tecnico della squadra, guidato dal CT Jorge Vilda, accusato di abusi verbali, atteggiamenti impropri e creazione di un ambiente tossico e pericoloso.

La Federazione spagnola prende posizione però accanto all’allenatore in un braccio di ferro che appare nei mesi successivi congelato in un impasse. Alle porte dei Mondiali, il primo round del conflitto sembra essere vinto proprio dalla RFEF poiché 12 delle 15 giocatrici che avevano respinto la Nazionale accettano di rientrarci per disputare la competizione, per non rinunciare al sogno di una vita.

La decisione è divisiva ma le calciatrici si riappropriano almeno della possibilità di raggiungere un traguardo storico per la squadra femminile. I rapporti con la Federazione appaiono in tregua, le distanze con l’allenatore persistono, il desiderio e la perseveranza di conquistare la Coppa del Mondo non cancellano automaticamente le ombre che circondano il sistema.

E oltre le statistiche, le probabilità e i conflitti, seppure in un equilibrio ancora precario, la Spagna trionfa e per un momento sembra tutto più semplice. Ma la nazionale spagnola femminile non ha in fondo neanche il tempo di celebrare lo storico traguardo prima di essere riportata duramente a confronto con la realtà.

Jenni Hermoso, veterana del calcio femminile iberico, a pochi passi dal sollevare la Coppa del Mondo appena conquistata, subisce inerme il bacio forzato dal Presidente della Federazione Luis Rubiales, davanti agli occhi di un mondo che adesso non può più distogliere lo sguardo.

Le giocatrici spagnole per un momento provano ad aggrapparsi a un’illusione di normalità, nella speranza di essere celebrate per l’impresa realizzata sul campo ma proprio al culmine del loro successo, la maschera dell’apparenza cade rivelando il vero volto di quella vittoria.

In prima istanza, Rubiales e la Federazione sminuiscono l’accaduto, certi della possibilità di rimettere tutto all’interno del grande vaso di Pandora che la RFEF aveva creato ma il tempo del silenzio è finito, Se Acabó. L’opinione pubblica è in rivolta, Rubiales allora corre ai ripari, supplica Hermoso di sostenerlo, Jorge Vilda chiama in causa anche la famiglia della giocatrice e quando il muro appare invalicabile, inizia il gioco al massacro.

Dopo aver riportato pseudo dichiarazioni della giocatrice poi prontamente smentite, la Federazione accusa Hermoso di aver “istigato” il bacio, ne ribadisce la consensualità, poi la taccia di menzogna. E nel frattempo purtroppo il tempo di festeggiare è ufficialmente finito.

È il 25 agosto 2023. Per la prima volta, l’intera squadra spagnola femminile prende posizione contro la RFEF, accanto a Jenni Hermoso, che si affida al sindacato e al suo team legale per ribadire la reale natura di ciò che è accaduto: una molestia davanti agli occhi di tutti.

Esponenti del governo spagnolo denunciano apertamente le azioni di Rubiales, il mondo del calcio femminile mondiale insorge. Le giocatrici spagnole, che facciano parte della squadra campione del mondo, della generazione passata o che siano fuori dai circuiti della Nazionale maggiore, adesso pretendono cambiamenti strutturali nella Federazione e annunciano uno sciopero in attesa che questo accada.

Luis Rubiales appare alle corde, persino Jorge Vilda prende le distanze dal Presidente ma solo dopo aver applaudito la sua persistenza di restare saldo nella sua posizione, respingendo ogni richiesta di dimissioni.

La lotta diventa un fenomeno mediatico. Scende in campo anche la madre di Rubiales che si rifugia in una chiesa e annuncia uno sciopero della fame per protestare contro la crociata di cui suo figlio sarebbe “vittima”. Ma il domino in corsa è adesso inarrestabile.

Il 5 settembre 2023 Jorge Vilda viene licenziato dal ruolo di allenatore della Nazionale spagnola femminile, cinque giorni dopo Luis Rubiales si dimette dalla posizione di presidente della Federazione. L’annuncio arriva nel corso di un’intervista esclusiva con il presentatore inglese Piers Morgan, una conversazione in cui Rubiales resta fermo nelle sue convinzioni e nella difesa della sua innocenza, grazie anche alla possibilità offritegli da Morgan di ripulire la sua immagine. Rubiales però, parte di un’indagine ancora in corso per molestie sessuali, è ora obbligato da un’ordinanza restrittiva a non avere alcun contatto con Jenni Hermoso.

Sulla panchina della Nazionale si siede per la prima volta una donna, Montse Tomé, di già assistente coach di Jorge Vilda. Ma recidere due rami non basta più per salvare una pianta malata alla radice.

A pochi giorni dall’inizio della UEFA Women’s Nations League, il 15 Settembre 202339 giocatrici spagnole, capitanate ancora da Alexia Putellas, Jenni Hermoso e Irene Paredes, ribadiscono in un comunicato la decisione di non tornare in Nazionale se le richieste di cambiare radicalmente la struttura della Federazione e la gestione della squadra femminile non saranno accolte.

Ma lunedì 18 settembre, Montse Tomé rende pubblica la lista delle sue prime convocazioni da allenatrice della Nazionale spagnola femminile. E tra i nomi presenti, 21 appartengono alle stesse atlete che solo tre giorni prima avevano confermato la volontà di non essere convocate.

La scelta della CT è a conti fatti un’azione di forza. Senza alcun reale preavviso e nessun contatto diretto con l’allenatrice, le giocatrici vengono a conoscenza della chiamata in contemporanea con il resto del mondo, ritrovandosi di fronte a una convocazione che prende le sembianze di un ricatto.

Perché in caso di rifiuto e mancata presenza al ritiro, le calciatrici, e i rispettivi club anch’essi colti di sorpresa dalla situazione, rischierebbero conseguenze legali e la perdita della licenza stessa per la professione, che le escluderebbe non solo dalla Nazionale ma anche dalla possibilità di giocare in qualsiasi circuito in Spagna.

Tra gli unici club che infatti potrebbero opporsi alla convocazione di una propria giocatrice poiché avvenuta oltre le normative FIFA che richiedono un preavviso di 15 giorni compare al momento il team statunitense NJ/NY Gotham FC che ha acquistato recentemente il cartellino di Esther Gonzalez.

Nonostante la minaccia insita alle convocazioni, l’improvvisa chiamata della CT Tomé sembra voler rendere impossibile alle giocatrici la possibilità di raggiungere il ritiro in tempo, poiché non sono state messe a disposizione delle calciatrici impegnate oltre i confini nazionali condizioni di viaggio idonee per unirsi al gruppo.

Inoltre, secondo quanto riportato nelle ultime ore da fonti spagnole, ad alcune giocatrici sarebbe stato richiesto di dirigersi prima a Valencia e poi da lì arrivare a Madrid in autobus per evitare contatti con la stampa.

La risposta delle calciatrici non si è fatta attendere. In un nuovo comunicato unificato, le campionesse del Mondo hanno ribadito la volontà di non prendere parte ai prossimi impegni della Nazionale, annunciando un immediato consulto legale che le tuteli dalle possibili ripercussioni della Federazione. Proprio a causa delle norme FIFA sul tempismo delle convocazioni, le giocatrici credono che la Federazione non possa pretendere la loro presenza al ritiro.

Grande assente delle scelte di Montse Tomé è inoltre Jenni Hermoso, la cui mancanza è stata giustificata dall’allenatrice con l’intenzione di “proteggere” la calciatrice. In una risposta immediata, Hermoso ha affermato di non capire le parole dell’allenatrice, chiedendosi da chi dovesse essere protetta, quando per anni la Federazione ha fallito in questo compito, quella stessa Federazione che sta costringendo ora le sue compagne a partecipare al ritiro contro la propria volontà.

Ed è esattamente questo comportamento che avvalora la richiesta delle giocatrici di un cambiamento radicale che vada oltre Luis Rubiales e Jorge Vilda.

Tra le prime giocatrici a raggiungere ad ogni modo il ritiro della Nazionale a Madrid è il portiere Misa Rodriguez che quando le è stato domandato se fosse felice della convocazione della CT, ha risposto con un lapidario e preoccupante “No”. Le altre calciatrici potrebbero essere al momento costrette a presenziare in attesa di altre soluzioni.

Ogni vittoria ha il suo prezzo. Sembra essere questo il cinico mantra che circonda il calcio femminile dalle origini ad oggi, la consapevolezza intrinseca che il conto da pagare per il successo si nasconda all’ombra dell’abuso.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa scriveva nel 1958: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, una frase che ancora oggi sembra descrivere fin troppo bene una realtà in cui l’apparenza del cambiamento è un placebo e il cambiamento stesso un miraggio se non a seguito di una rivoluzione.

Rita Ricchiuti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi anche