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Infantino attacca le tv italiane e di altri paesi europei per le offerte sui diritti tv dei mondiali di calcio femminile

Il presidente della FIFA, Gianni Infantino è tornato a parlare dei diritti audiovisivi dei Mondiali di calcio femminile in Australia e Nuova Zelanda.

Il numero 1 della FIFA ha tuonato contro i broadcaster italiani, ma anche contro quelli inglesi, spagnoli, tedeschi e francesi rei di non offrire una cifra sufficientemente equa per l’acquisizione dei diritti tv della competizione iridata femminile.

“Oggi ho ripetuto il mio appello alle emittenti affinché paghino un prezzo equo per i diritti mediatici della Coppa del mondo femminile 2023 – queste le parole di Gianni Infantino su Twitter -. La Federazione mondiale ha fatto la sua parte, portando il montepremi a 152 milioni di dollari, triplicando l’importo pagato nel 2019 e dieci volte di più rispetto al 2015. Tuttavia le offerte delle emittenti, principalmente nei paesi europei “Big 5”, sono ancora molto deludenti e semplicemente non accettabili, soprattutto considerando che il 100% di tutte le quote per i diritti pagate andrebbe direttamente nel calcio femminile, nella nostra scelta di promuovere azioni verso la parità di condizioni e retribuzione”.

“Le cifre di ascolto della Coppa del mondo femminile sono al 50-60% di quella maschile – ha proseguito il presidente FIFA -, che a sua volta sono le più alte di qualsiasi evento, eppure le offerte delle emittenti nei paesi europei “Big 5” è da 20 a 100 volte inferiore a quella del Mondiale maschile”.

“Per essere molto chiari, è nostro obbligo morale e legale – aggiunge ancora Infantino, – non svendere la Coppa del Mondo femminile. Pertanto, se le offerte continuano a non essere eque, nei confronti delle donne e del calcio femminile, saremo costretti a non trasmetterla nei paesi europei “Big 5”. Chiedo, quindi, a tutti i giocatori (donne e uomini), tifosi, funzionari di calcio, presidenti, primi ministri, politici e giornalisti di tutto il mondo di unirsi a noi e sostenere questo appello per un’equa remunerazione del calcio femminile. Le donne lo meritano”.

In Italia al momento nessun boradcaster ha ufficiamente acquisito i diritti audiovisi dei Mondiali femminili e il rischio della mancata trasmissione è elevato.

La FIGC sta provando a porre rimedio attraverso la creazione di un proprio canale per la tarsmissione in streaming della nazionale femminile e di quelle giovanili sia maschili che femminili.

Nei confronti di dati e cifre fatti da Infantino tra il Mondiale in Qatar di calcio maschile e quello femminile in Australia e Nuova Zelanda non si tiene conto della variabile fuso orario.

Le partite nell’emisfero australe vedranno il fischio di inizio nella mattinata europea e le televisioni rischiano di avere ascolti flop e una mancata raccolta pubblicitaria che non ripaga dell’investimento.

Dopo anni di crescita per il calcio femminile nel nostro Paese, la mancata trasmissione dei mondiali in televisione, con le Azzurre chiamate a ripetere l’exploit del 2019, sarebbe un autogol clamoroso.

Un passo indietro mastodontico per tutto il movimento. Per carità, in ogni contesto economico, ognuno fa le proprie valutazioni.
I boadcaster probabilmente non intendono investire in un prodotto che, con il fuso orario dell’Oceania, andrà in onda al mattino presto, ma la Fifa non vuole fare sconti e vendere al meglio il suo evento in crescita.

Vedremo cosa accadrà.

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