Elisa Bartoli festeggia i 10 anni di Nazionale nel ritiro di Auckland, dove le azzurre stanno lavorando in vista dell’inizio dei Mondiali.
Un giorno davvero particolare per Elisa Bartoli, capitana dell’AS Roma e pilastro della Nazionale italiana, che non nasconde l’emozione per il traguardo raggiunto. “Ero solo una bambina che inseguiva il suo sogno”. Inizia con queste parole l’intervista alla giocatrice azzurra ai canali ufficiali della FIGC.
“Ho la sensazione che siano volati – dichiara Elisa Bartoli – se mi guardo indietro vedo tre Europei, due Mondiali e tante altre soddisfazioni. Sono onorata, orgogliosa e fiera di ciò che sono riuscita a fare”.
“Ho sempre amato questo sport, ma da piccola non sapevo esistessero le squadre femminili. Mi ritengo fortunata perché ho fatto un percorso importante, che per un segno del destino è iniziato nel giorno in cui mio padre compiva gli anni. Sognava di fare il calciatore e ci sono riuscita io, sono fiera di avergli regalato questa gioia”.
Tornando indietro di dieci anni, Europeo 2013 in Svezia, nel match contro la Finlandia Bartoli non la pensava minimamente di giocare. Invece un infortunio a Sara Gama e l’allora ct Cabrini decide di mandarla in campo. “È stato un esordio inaspettato. Ero dentro gli spogliatoi e Giorgia Motta arrivò dicendomi ‘esci che devi giocare’. Credevo stesse scherzando, anche perché lei giocava nel mio stesso ruolo e aveva molta più esperienza di me. Alla fine sono entrata davvero in campo ed è andato tutto bene”.
Ce lo siamo conquistate e la cosa più bella è stata aver fatto tutto il percorso partendo dal nulla. La prima partita con l’Australia è stata la vera svolta, anche se non ci aspettavamo di arrivare tra le prime otto al mondo, soprattutto da dilettanti. Uno dei ricordi più belli di quel cammino è legato a mia sorella: non mi ha mai lasciato sola, è la mia prima tifosa e mi ha seguita ovunque. Non dimenticherò mai la sua maglietta al contrario, il suo dipinto sul viso e quel sorriso che mi accompagnava mentre correvo sulla fascia. Sembrava come se ci fosse lei in campo”.
Doo i successi con la Roma ora arriva l’appuntamento tanto atteso: il Mondiale. “Affronto questa nuova avventura sentendomi più ‘vecchietta’. Ora ci sono più aspettative, quattro anni fa invece l’ho vissuto con molta più leggerezza. Dobbiamo riscattarci dopo il deludente Europeo, però alle giovani che ci sono ora in squadra non voglio trasmettere alcuna responsabilità. È giusto che vivano queste settimane con serenità, perché se affrontiamo la competizione in questo modo sono certa che faremo bene”.
Elisa, e con lei le altre veterane dell’Italia, sta aiutando le nuove arrivate – a cominciare dalle tre Under 20 Severini, Beccari e Dragoni – a inserirsi nei meccanismi della squadra. Più che con le parole, con i fatti. “Cerco di trasmettere la grinta, la voglia di dare il massimo in ogni allenamento e di vivere ogni giorno come fosse una nuova opportunità. La soddisfazione più bella è notare che se io faccio qualcosa loro mi ‘vedono’. Abbiamo e hanno già fatto tanto per essere qui, quindi il giusto premio deve essere quello di vivere questa esperienza con spensieratezza. Le giovani hanno talento e grandi qualità, siamo un gruppo forte e vogliamo dimostrarlo”.