Calcio Estero Calcio femminile Calcio Femminile Inglese Inghilterra News Storia del calcio femminile

Dalle origini a Euro 2022: cinquant’anni di storia della nazionale inglese femminile

Il 18 novembre 1972 nasceva la nazionale femminile inglese. Dopo un percorso durato 50 anni, le Lionesses sono arrivate sul tetto d’Europa.

Il 31 luglio 2022, davanti a un Wembley tutto esaurito, la capitana inglese Leah Williamson e le sue 22 compagne di nazionale sollevavano al cielo la Coppa dell’Europeo. Su quel palco erano in 23, ma come affermato da Nikita Parris, insieme a loro “c’erano molte altre giocatrici che hanno lavorato duramente per metterci nella condizione in cui eravamo in quel momento. Quello era per loro, non solo per noi”.

Sempre a Wembley, il 7 ottobre la Football Association (FA) ha deciso di rendere omaggio alle calciatrici che avevano disputato la prima partita ufficiale della nazionale inglese in quel novembre del ’72. Le ex giocatrici sono state accolte negli spogliatoi, dove hanno trovato appese le maglie della nazionale con il proprio cognome e il proprio numero. Poi hanno fatto il giro di campo ricevendo gli applausi del pubblico.

Leah Williamson e Jill Scott hanno consegnato a ciascuna delle ex giocatrici il loro cappellino personalizzato, che viene consegnato a ciascun calciatore o calciatrice che ha debuttato nella nazionale maggiore. Da Sheila Parker, la prima capitana della storia delle Lionesses, a Leah Williamson, la capitana che ha sollevato il primo trofeo vinto dalla nazionale femminile.

Nel mezzo ci sono state tante giocatrici che hanno lottato per far si che Williamson e compagne potessero salire sul tetto d’Europa. Ce ne sono tante altre che, prima del 1972, hanno fatto si che Parker e compagne potessero scendere in campo per la prima partita ufficiale della storia delle Lionesses.

DA NETTIE HONEYBALL ALLE LOST LIONESSES

Le donne in Inghilterra giocano a calcio sin dall’800. Quella che è riconosciuta come la prima partita ufficiale di calcio femminile si è giocata proprio sul suolo inglese: il 23 marzo 1895 al Crouch End Athletic Ground di Londra il British Ladies’ Football Club (BLFC) fondato da Nettie Honeyball si divise in North e South, con il primo che si impose 7-1.

L’interesse per il calcio femminile in Inghilterra è cresciuto durante la Prima guerra mondiale, con le squadre femminili che giocavano partite per raccogliere soldi da dare in beneficienza. Leggendaria è la squadra delle Dick, Kerr Ladies, capace di attirare fino a 53 mila spettatori in occasione del Boxing Day del 1920.

Sempre durante la guerra, si sono giocate alcune partite internazionali che hanno visto come protagonista una sorta di nazionale inglese. È il caso della partita tra “Inghilterra” e “Irlanda” giocata in Irlanda nel Boxing Day 1917 e vinta 4-1 dalla squadra inglese. Nel 1918 l’”Inghilterra” ha sfidato la “Scozia” e di nuovo l’”Irlanda”. Nel 1920 le Dick, Kerr Ladies hanno invece disputato delle amichevoli contro una rappresentativa francese.

Il 5 dicembre 1921 la Football Association (FA) ha preso una decisione che ha cambiato pesantemente il futuro del calcio femminile: a tutte le squadre femminili veniva vietato di servirsi dei campi affiliati alla federazione, di fatto bandendo il calcio femminile.

Nonostante il divieto del 1921 fosse ancora in vigore, nel 1969 nacque la Women’s FA, organo che ha governato il calcio femminile inglese dal ’69 al ’93. Proprio nel 1969 l’”Inghilterra” ha partecipato alla Coppa Europa per Nazioni, una competizione europea non ufficiale. Le inglesi hanno perso 4-3 nell’esordio contro la Danimarca (inutile la tripletta di Sue Lopez). Poi hanno vinto 2-0 il match per il terzo posto contro la Francia.

L’”Inghilterra” ha poi partecipato anche al mondiale non ufficiale del 1970. La selezione inglese al debutto ha demolito la Germania per 5-1. In semifinale, però, si è arresa alla Danimarca per 2-0. Infine, ha perso 3-2 contro il Messico il match per il terzo posto.

L’”Inghilterra” ha preso parte anche al mondiale non ufficiale del 1971. Le ragazze della spedizione in Messico sono note come le “Lost Lionesses” in quanto non riconosciute come nazionale ufficiale. Loro stesse si chiamavano “British Indipendents” invece che “Inghilterra”. Dal punto di vista strettamente dei risultati, l’avventura messicana è stata totalmente negativa: “Inghilterra” ultima del girone con pesanti sconfitte contro Argentina (4-1) e Messico (4-0) e battuta dalla Francia (3-2) nel match per il quinto posto.

La squadra inglese partita per il Messico, però, era costituita da giocatrici ancora giovanissime. La più piccola, infatti, era l’allora tredicenne Leah Caleb. C’erano anche la quattordicenne Gill Sayell e la quindicenne Chris Lockwood. La capitana Carol Wilson aveva solo 19 anni. Delle 14 convocate inglesi, solo 2 superavano i 20 anni.

Nonostante i risultati negativi, il mondiale in Messico giocato in stadi pieni e l’accoglienza da star sono stati un’esperienza indimenticabile. “Giocare davanti a un uomo e al suo cane, e poi arrivi a QUELLO [giocare allo Stadio Azteca di fronte a circa 25 mila persone contro l’Argentina e circa 80 mila contro il Messico]… Ti colpisce” ha raccontato Janine Emms. “Non potevi fare a meno di innervosirti perché non avevi mai provato niente del genere. Ti sentivi minuscola. Anche il campo era enorme. Non eravamo abituate”. Un’esperienza che, però, è costata una squalifica di diversi mesi da parte della FA. La stessa Emms è stata squalificata per 6 mesi.

DALL’ESORDIO AL TRIONFO A WEMBLEY

Dagli anni ’70 agli anni ’90

Nel 1971 la FA, incoraggiata dalla UEFA, ha finalmente eliminato il divieto che di fatto aveva impedito alle donne inglesi di giocare a calcio a partire dal 1921. L’anno successivo, la Women’s FA (indipendente dalla FA e fondata nel 1969) ha chiesto a Eric Worthington di creare una nazionale femminile.

L’ex calciatore inglese, dunque, è stato il primo allenatore delle Lionesses. Worthington ha avuto quindi il compito di guidare la nazionale inglese nella sua prima partita il 18 novembre 1972 a Greenock, in Scozia. Dopo essere andare sotto 2-0, le inglesi hanno ribaltato il match imponendosi 2-3. Sylvia Gore ha avuto l’onore di essere l’autrice del primo gol nella storia della nazionale inglese.

Quel giorno Gore ha scritto in modo indelebile il suo nome nella storia del calcio femminile inglese. Nel 2014 è stata indotta nel National Football Museum Hall of Fame. Cresciuta negli anni in cui era ancora in vigore il divieto di giocare a calcio per le donne, l’ex centrocampista non ha avuto la fortuna di assistere al trionfo delle Lionesses a Euro 2022 per il quale lei stessa ha contribuito a costruire la strada. Gore, infatti, è deceduta all’età di 71 anni nel 2016.

La prima partecipazione della nazionale inglese in una competizione europea è stata durante l’Europeo non ufficiale del 1979. Le Lionesses hanno vinto il Gruppo B battendo Finlandia (3-1) e Svizzera (2-0). L’Italia ha interrotto il cammino inglese imponendosi 3-1 in semifinale.

Negli anni ’80 l’Inghilterra è stata un’habitué del Mundialito, una competizione per nazionali su invito che si disputava in Italia (ad eccezione della prima edizione, giocata in Giappone). Nel 1981, nella prima edizione, che si è disputata in un girone unico a 4 squadre, le inglesi sono arrivate terze grazie alla vittoria sul Giappone (4-0). Nell’altra gara sono uscite sconfitte dalla Danimarca (1-0).

Anche nella seconda edizione, nel 1984, le inglesi hanno ottenuto un terzo posto. Questa volta dopo la fase a gironi hanno dovuto imporsi sul Belgio (2-1) per guadagnarsi il terzo gradino del podio.

Nel 1985 le Lionesses hanno conquistato il trofeo per la prima volta. Dopo l’iniziale sconfitta contro la Danimarca (1-0), hanno pareggiato con l’Italia (1-1) e vinto contro gli Usa (3-1). In finale si sono imposte 3-2 contro le Azzurre. Dopo l’assenza all’edizione del 1987, nel 1988 (ultima edizione disputatasi) le inglesi hanno portato a casa la coppa per la seconda volta. Hanno vinto il Gruppo B imponendosi sull’Italia (3-0) e pareggiando con la Francia (1-1). In semifinale hanno sconfitto gli Usa (2-0), mentre in finale superavano la Francia (1-0).

Sempre negli anni ’80, l’Inghilterra ha partecipato al primo Europeo ufficiale. La prima edizione della UEFA Women’s Championship, che all’epoca si chiamava European Competition for Women’s Football, si è disputata tra l’8 aprile e il 27 maggio 1984. A tale edizione hanno partecipato solo 4 squadre: Danimarca, Inghilterra, Italia e Svezia.

Le inglesi si erano qualificate vincendo il Gruppo 2 delle fasi di qualificazione, disputatesi tra agosto 1982 e ottobre 1983. Le Lionesses hanno dominato il girone di qualificazione con 6 vittorie su altrettante partite, 24 gol segnati e uno subito.

Euro 1984 prevedeva semifinale e finale con la formula di andata e ritorno. L’Inghilterra ha fatto il suo esordio in un Europeo ufficiale l’8 aprile 1984 al Gresty Rowe di Crewe. Davanti a circa mille spettatori, le inglesi si sono imposte 2-1 sulla Danimarca. Il primo gol dell’Inghilterra in una partita degli Europei è stato messo a segno da Linda Curl. Liz Deighan, invece, ha segnato la rete della vittoria. Nel ritorno in terra danese, il 28 aprile, la selezione inglese ha vinto 1-0 con gol di Deborah Bompton, conquistando l’accesso alla finale contro la Svezia.

Il 12 maggio, a Goteborg, la nazionale scandinava si è imposta 1-0 con rete di Pia Sundhage. Il 27 maggio, anche i tempi regolamentari della gara di ritorno (duravano 70 minuti), al Kenilworth Road di Luton, sono terminati 1-0, ma a favore dell’Inghilterra. Il gol della già citata Curl, infatti, ha permesso alle inglesi di giocarsi il trofeo ai calci di rigori (non erano previsti i supplementari).

Nella serie di tiri dal dischetto si è imposta 4-3 la Svezia. Per le Lionesses hanno calciato i rigori, nell’ordine, la già citata Curl, Angela Gallimore, Deborah Bampton, Lorraine Hanson e Kerry Davis. Curl e Hanson hanno sbagliato il proprio tiro dagli undici metri. Per le scandinave il rigore decisivo è stato quello di Sundhage.

Quel giorno sono stati testimoni del trionfo gialloblù 2.567 spettatori. Inghilterra e Svezia sarebbero stato anche le protagoniste della prima partita della nazionale femminile inglese a Wembley: il 23 maggio 1989 3.150 spettatori hanno visto le scandinave vincere 2-0. Le 87.192 persone presenti sugli spalti di Wembley per assistere alla vittoria inglese nella finale di Euro 2022 sono la perfetta testimonianza degli enormi passi avanti dal calcio femminile non solo in Inghilterra, ma più in generale a livello europeo e mondiale.

Dopo la finale del 1984, le Lionesses si sono qualificate per Euro 1987. In quell’edizione chiusero all’ultimo posto: sconfitte in semifinale dalla Svezia ai supplementari (3-2), hanno perso la sfida per il terzo posto contro l’Italia (2-1).

L’Inghilterra ha poi mancato la qualificazione per l’Europeo per le edizioni del 1989, 1991 e 1993. Nel frattempo non era riuscita a qualificarsi nemmeno per prima edizione della Coppa del Mondo femminile, giocata nel 1991 con il nome di FIFA World Championship for Women’s Football for the M&Ms Cup.

Nel 1995 l’Inghilterra è tornata a qualificarsi per l’Europeo e si è qualificata per la prima volta per una Coppa del Mondo. Per quanto concerne l’Europeo, le Lionesses sono state sconfitte in semifinale con un complessivo 6-2 contro la Germania tra andata e ritorno.

Il 6 giugno 1995 la nazionale inglese ha fatto il suo debutto mondiale a Helsingborg, vincendo 3-2 contro il Canada. Gillian Coultard, quel giorno autrice di una doppietta, è stata la prima calciatrice inglese a segnare in Coppa del Mondo. L’altra rete delle Lionesses porta la firma di Marieanne Spacey-Cale.

Le Lionesses hanno chiuso il Gruppo B al secondo posto con 6 punti, frutto della già citata vittoria contro il Canada e del 3-2 sulla Nigeria. Nel mezzo la sconfitta per 2-0 contro la Norvegia. Il cammino inglese si è interrotto ai quarti di finale per mano della Germania, vittoriosa per 3-0.

Per il mondiale in Svezia, l’allora ct Ted Copeland voleva convocare una talentuosa attaccante ancora sedicenne che sarebbe diventata un’icona del calcio inglese: Kelly Smith. Quest’ultima, però, aveva rifiutato in quanto impegnata con gli esami scolastici. Smith ha poi fatto il suo debutto in nazionale il 1° novembre 1995, a 17 anni e 3 giorni, nell’1-1 contro l’Italia. Per disputare un mondiale, però, avrebbe dovuto aspettare 12 anni in quanto le Lionesses avevano mancato al qualificazione per le edizioni del 1999 e del 2003.

Dagli anni 2000 al Mondiale 2019

Smith ha dovuto attendere il nuovo millennio anche per giocare in un Europeo, in quanto le inglesi non si sono qualificate per Euro 1997. Sia nell’edizione del 2001 che nel 2005 l’Inghilterra ha subito un’eliminazione nella fase a gironi.

Particolarmente deludente è stata quella del 2005, sia perché si giocava in casa sia perché quella squadra era ricca di talenti, tra cui diverse giocatrici che stavano facendo le fortune dell’Arsenal di Vic Akers che di lì a 2 anni avrebbe anche vinto la Champions: oltre alla già citata Smith (Arsenal), Alex Scott (Birmingham, Arsenal), Katie Chapman (Charlton), Mary Phillips (Arsenal), Faye White (Arsenal), Fara Williams (Everton), Rachel Yankey (Arsenal),  Karen Carney (Birmingham), Casey Stoney (Charlton), Anita Asante (Arsenal) ed Eniola Aluko (Charlton).

A Euro 2005, dopo aver esordito vincendo 3-2 contro la Finlandia con un gol al 91’, le Lionesses hanno perso contro Danimarca (2-1) e Svezia (1-0). L’Inghilterra ha quindi chiuso il Gruppo A al quarto posto, venendo eliminata già ai gironi.

Dal deludente Euro 2005, l’Inghilterra è passata alla finale di Euro 2009. Le inglesi hanno avuto accesso alla fase a eliminazione diretta come migliore terza, avendo chiuso il Gruppo C alle spalle di Svezia e Italia. Nei quarti di finale le Lionesses hanno battuto le padrone di casa della Finlandia (3-2).

In semifinale, invece, hanno vinto 2-1 ai supplementari contro i Paesi Bassi. Il gol che è valso la finale porta la firma di Jill Scott. Quest’ultima è stata l’unica della rosa di Euro 2009 ad aver fatto parte della squadra che ha vinto Euro 2022. Inoltre, avendo giocato entrambe le finali, l’ex centrocampista è diventata la prima persona inglese, uomo o donna, ad aver disputato due finali di un grande torneo internazionale di calcio.

Il 10 settembre 2009 l’Inghilterra, dunque, ha giocato la sua seconda finale europea, a 35 anni dalla prima. Questa volta le inglesi si sono arrese alla Germania, che ha vinto 6-2. Dopo la finale di Euro 2009, nell’edizione successiva (2013) le Lionesses hanno subito un’altra delusione, uscendo ancora ai gironi.

Tra Euro 2005 ed Euro 2009 c’è stato il ritorno inglese ad un mondiale, con la qualificazione per la Coppa del Mondo 2007. Le inglesi hanno chiuso il Gruppo A al secondo posto con 5 punti, alle spalle della Germania.

Nella prima gara del girone, l’11 settembre, Kelly Smith, al suo esordio in un mondiale, ha segnato una doppietta in 3 minuti nel 2-2 contro il Giappone, regalando una iconica esultanza: dopo il gol del momentaneo 1-1 ha tolto la scarpa sinistra, con la quale aveva appena segnato, l’ha mostrata al pubblico e l’ha baciata. Dopo la rete del momentaneo vantaggio, invece, ha levato entrambe le scarpe.

Le Lionesses sono state eliminate ai quarti per mano degli Usa (3-0). Anche nella Coppa del Mondo 2011 l’Inghilterra è uscita al quarti, questa volta perdendo 4-3 ai rigori contro la Francia (1-1 dopo 120 minuti).

Negli ultimi 4 tornei internazionali, tra Europei e Mondiali, le Lionesses hanno sempre raggiunto almeno la semifinale. Al Mondiale in Canada nel 2015 le inglesi hanno ottenuto quello che ad oggi resta il loro miglior risultato di sempre in una Coppa del Mondo: il terzo posto. L’Inghilterra ha chiuso il Gruppo F a pari punti (6) con la Francia, ma è arrivata alle spalle delle transalpine per via dello scontro diretto a sfavore. Dopo aver vinto 2-1 sia contro la Norvegia che contro il Canada, in semifinale le Lionesses hanno perso 2-1 contro il Giappone campione uscente per via di un autogol di Laura Bassett al 92’. Nella finale per il bronzo le inglesi hanno superato la Germania 1-0 ai supplementari grazie al rigore di Fara Williams al 108’.

A Euro 2017 l’Inghilterra ha vinto a punteggio pieno il Gruppo D. Dopo aver vinto 1-0 contro la Francia nei quarti, le inglesi si sono arrese in semifinale per 3-0 contro le olandesi di Sarina Wiegman, che avrebbero poi vinto quell’edizione.

Anche al mondiale in Francia le Lionesses hanno raggiunto le semifinali. Hanno chiuso il Gruppo D a punteggio pieno, poi nella fase a eliminazione diretta hanno battuto 3-0 prima il Camerun e successivamente la Norvegia. In una semifinale epica e ricca di polemiche, le inglesi hanno perso 2-1 contro gli Usa campioni uscenti e vincitori anche di quella edizione. Nel match per il bronzo le Svezia ha battuto l’Inghilterra 2-1.

L’era Wiegman

Il resto è storia recentissima: nel settembre 2021 sulla panchina della nazionale inglese è arrivata Sarina Wiegaman. L’olandese in meno di un anno ha trasformato l’Inghilterra in una macchina da guerra capace di mettere in fila una serie di 26 risultati utili consecutivi (22 vittorie e 4 pareggi) con 124 gol segnati e 7 subiti. Ma, soprattutto, ha “portato il calcio a casa”.

Con lei in panchina, infatti, la nazionale femminile ha conquistato l’Europeo in casa. Dopo aver chiuso il Gruppo A in testa a punteggio pieno (stabilendo anche il record di vittoria con maggior numero di gol di scarto in un Europeo battendo 8-0 la Norvegia), sulla strada verso la finale le inglesi hanno battuto Spagna (2-1 ai supplementari) e Svezia (4-0).

Poi il 31 luglio 2022, davanti agli 87.192 spettatori di Wembley e a oltre 17 milioni di telespettatori nel Regno Unito, le Lionesses si sono prese la rivincita per la finale persa nel 2009: l’Inghilterra vince 2-1 ai supplementari contro la Germania e Leah Williamson solleva il primo trofeo della storia della nazionale femminile inglese e il secondo trofeo della storia delle nazionali inglesi di calcio dopo la Coppa del Mondo vinta nel 1966 dalla selezione maschile.

L’esultanza di Chloe Kelly, che, dopo aver segnato il gol che vale il trofeo, si toglie la maglia diventa iconica e assume nel Regno Unito lo stesso valore che ha avuto l’esultanza di Brandi Chastain dopo il rigore decisivo nella finale mondiale del 1999 vinta dagli Usa in casa.

Martina Pozzoli

Leggi anche