Quello tra Sofia Colombo e il pallone da calcio è un amore nato semplicemente perché ognuna delle due parti non poteva fare a meno l’una dell’altra.

Sofia sin da piccolina ha iniziato a calciare e accarezzare un pallone e non ha più smesso. Il loro legame è diventato forte, in certi momenti vive una simbiosi unica e tutto questo lo si può ammirare vedendo Colombo giocare. Il suo modo di toccare la palla coi piedi è qualcosa che rende questo sport pura poesia.

Nata a Bergamo, classe 2001, Sofia Colombo è una giovane calciatrice dotata di una classe finissima e una tecnica fantastica. Vedendola effettuare un dribbling, uno stop a seguire, un passaggio rapido e preciso può sembrare che la palla sia un’estensione naturale dei suoi piedi.

Il suo esordio in Serie A femminile è avvenuto a soli 17 anni e da titolare, in un match importante e delicato, di alta classifica, come poteva essere in quegli anni Fiorentina-Mozzanica. All’epoca sulla panchina c’era Michele Ardito che in quella ragazzina dal fisico gracilino aveva intravisto un talento fuori dal comune.

Primo anno in prima squadra, la più giovane del gruppo, eppure Sofia colleziona venti presenze e tre gol alla sua prima stagione in Serie A. Prestazioni che hanno convinto il commissario tecnico dell’Under 19 Enrico Sbardella a convocarla in Nazionale.

Dopo due anni, il ct le affida addirittura la fascia da capitano, perché sì, Colombo ha classe da vendere, ma in maglia azzurra tira fuori anche doti da leader. Calciatrice capace di ricoprire a centrocampo più ruoli, Sofia è brava sia in fase di interdizione che di costruzione e spicca tra tutte la sua dote di giocare a testa alta con la palla tra i piedi, sinonimo di grande personalità.

Il talento di Sofia non passa inosservato tanto che la neonata Inter Women con un blitz la mette sotto contratto. L’anno in nerazzurro non è dei migliori, poche presenze e una concorrenza a centrocampo molto agguerrita.

Nei due anni successivi, due prestiti, prima all’Hellas Verona e poi al Napoli, due stagioni non esaltanti, ma che hanno permesso a Sofia di giocare e acquisire ulteriore esperienza.

In un’intervista esclusiva Colombo ripercorre tutte queste tappe che hanno segnato sin qui la sua carriera.

Sofia come valuti la tua esperienza al Napoli in Serie A?
“Sicuramente molto formativa e positiva, al di là poi del risultato finale coinciso con la retrocessione. È stata senza dubbio un’esperienza nuova per me, perché andare a Napoli ha voluto dire allontanarmi tanto da casa. Le occasioni per tornare non erano tantissime e la distanza non era facilmente percorribile in poco tempo. Ho avuto la possibilità di conoscere tante nuove persone, vivere situazioni nuove, come per esempio il cambio di staff tecnico nel corso della stagione. Non mi ea mai capitato finora. Analizzando il tutto posso dire che la stagione scorsa che mi ha fatta crescere tantissimo, anche se il risultato finale fa male e resterà nella mia mente”.

Il ruolo che ricopri è quello di centrocampista, ma qual è la posizione in campo che preferisci?
“Mi trovo molto bene in un centrocampo a due, anche se mi piace giocare anche da mediano, dare equilibrio in mezzo al campo, svariare e allo stesso tempo chiudere gli spazi”.

In quali aspetti pensi che può ancora migliorare?
“Sicuramente nella fase offensiva e nella finalizzazione, perché è un requisito fondamentale per una centrocampista. Occorre essere complete in tutte le fasi”.

Ti piace anche essere decisiva nell’ultimo passaggio.
“Mi dà molta più soddisfazione effettuare un bel assist a una mia compagna che segnare io stessa direttamente. Può sembrare strano ma credimi che è una bellissima sensazione quella di dare l’opportunità alle mie compagne di segnare”.

Se pensi a tutte le squadre in cui hai militato c’è una calciatrice con la quale ti sei trovata veramente bene nel giocarci assieme?
“In Nazionale Under 19 mi sono trovata molto bene con Martina Tomaselli”.

Nella selezione nazionale Under 19 sei stata una calciatrice simbolo solo che l’ultimo anno tra le fila azzurre è coinciso con la pandemia. C’è un po’ di rammarico per non aver concluso nel migliore dei modi quella tua avventura?
“Ho avuto l’opportunità di giocare due anni in Nazionale Under 19 e siamo riuscite nel primo anno a fare la Fase Élite degli Europei di categoria perdendo purtroppo contro l’Inghilterra in casa loro, anche in maniera dignitosa se consideriamo che eravamo a un certo punto 9 contro 11. Nel secondo anno è arrivato il Covid e ci siamo fermate a La Manga, il torneo internazionale di preparazione alla Fase
Élite. C’è tanto rammarico per quella stagione perché ero all’Inter, giocavo poco e con la Nazionale avevo tante motivazioni e tanta voglia di giocare e dimostrare il mio valore. Mi ero prefissata di fare bene alla Fase Élite, dove avremmo affrontato la temutissima Francia. Mi allenavo ogni giorno con in testa quella partita per vincere ma anche per far bene, ma purtroppo quella partita non è stata nemmeno
giocata. Sì, c’è tanto rammarico e ci tenevo moltissimo anche perché ero capitana in quella Nazionale”.

Cosa ricordi del tuo debutto i Serie A avvenuto col Mozzanica quando avevi solo 17 anni?
“Eravamo a Firenze e dovevamo giocare contro la Fiorentina, ci trovavamo negli spogliatoi e il mister (Michele Ardito n.d.r.) stava annunciando la formazione titolare e a un certo punto sento pronunciare il mio cognome. Panico! Non me l’aspettavo minimamente e in quella partita ho giocato tutti e
novanta i minuti. La gara successiva ero di nuovo titolare, l’altra ancora sempre titolare e tutto questo era per me una grande iniezione di fiducia e acquisivo sicurezza nonostante fossi giovanissima. Poi dopo è arrivata la chiamata in Nazionale Under 19 ed è stato tutto bellissimo”.

Al Mozzanica nonostante fossi la più giovane del gruppo mister Ardito ha avuto tanta fiducia in te ed è stato ripagato, una sorta di scommessa vinta anche per lui. Quanto è importante la fiducia degli allenatori per una calciatrice?
“È importantissimo perché quando sento la fiducia nei miei confronti avverto una maggiore responsabilità e questo mi sprona a fare sempre meglio”.

Nel 2018 quando hai esordito in Serie A erano gli anni dell’ingresso dei primi grandi club professionistici nel calcio femminile. In questi quattro anni come è cambiata la Serie A?
“Tantissimo, anche a livello di gioco. Ora è molto più paragonabile al calcio maschile con le dovute differenze e distinguo a livello fisico naturalmente. Sono tante persone che lo dicono e che affermano che oggi è un calcio diverso da quello del passato, molto più tecnico rapido e competitivo. È sicuramente più impegnativo e difficile ma allo stesso tempo più bello”.

Hai mai pensato a un’esperienza all’estero?
“Sì, ci ho pensato e ci penso tuttora. Se arrivasse una chiamata sarei disposta a partire perché sarebbe una nuova avventura nuova, mi permetterebbe di mettermi in gioco e confrontarmi con situazioni del tutto nuove. Non è sicuramente facile perché si tratta sempre di andare in un Paese dove non si conosce la lingua e adeguarti alle situazioni e alle difficoltà tecniche che si possono incontrare, ma è un’esperienza
che vorrei tanto fare”.

C’è un campionato estero che preferisci rispetto a un altro?
“Ci sono campionati inarrivabili ora come ora come per esempio l’Inghilterra, la Germania, sono tornei di un certo livello, però ad esempio in Spagna mi piacerebbe molto giocare”.

Le tue passate esperienze passate dal Mozzanica al Napoli, passando per Inter e Verona, cosa ti hanno
lasciato?
“Ogni anno sono cresciuta, ho iniziato a giocare a calcio in Serie A che ero piccolina ma oggi sento di essere davvero maturata tanto grazie proprio alle esperienze che ho fatto e ognuna mi ha dato tanto. Prima forse ero un po’ incosciente e non pensavo che stessi giocando in Serie A, oggi ho una consapevolezza diversa e vedo le cose in modo diverso contestualizzando le situazioni e razionalizzandole anche. Ogni anno c’è qualcosa che apprendo ma l’importante e non ripetere gli stessi errori”.

Photo LiveMedia/Francesco Scaccianoce Milan, Italy, February 27, 2021, Italian football Serie A Women match FC Internazionale vs Hellas Verona Women Image shows: Hazleydi Yoreli Rincon Torres (FC Internazionale) and Sofia Colombo (Hellas Verona Women) LiveMedia – World Copyright

Studi Scienze dell’alimentazione e nutrizione, in cosa consiste il tuo percorso di studi?
“Nei primi anni ci si occupa di scienze della gastronomia ma tanti esami riguardano anche materie mediche, come biologia, microbiologia, fisiologia e anatomia, in pratica lo studio del corpo umano. Poi
ci sono materie più specifiche come nutrizione umana oppure produzioni animali e produzioni vegetali che parlano degli alimenti. Questo nei tre anni, poi successivamente nella specializzazione
si apprendono nozioni per diventare nutrizionista e fare anche piani nutrizionali. Un mio sogno è proprio quello di diventare nutrizionista per atleti e aiutarli in un percorso di alimentazione sana”.

Una corretta nutrizione può prevenire alcuni infortuni? Come, ad esempio, quello del legamento crociato anteriore che è molto comune tra le calciatrici.
“Secondo me sì, ma non ti parlo dei legamenti perché ci sono tanti altri fattori che possono incidere per questo tipo di infortunio, come la conformazione fisica dell’atleta oppure proprio casi di genetica. Io mi sono rotta il legamento crociato ed è successo in un momento in cui mi stavo allenando male.
Fisicamente mi allenavo ma la mia testa era altrove. Una sana e corretta alimentazione può prevenire tanti infortuni muscolari come gli strappi, perché recuperi prima, non ti affatichi e riesci a spingere di più senza farti male. Per esempio, ci sono giorni in cui non seguo il mio piano o vado fuori dagli schemi e il giorno dopo l’allenamento sono a pezzi. Però dipende sempre da persona a persona”.

Quando non giochi segui il calcio? Ti capita di guardare molte partite?
Sì, anche perché sono atalantina e seguo la Dea. Mi piacciono le belle partite internazionali di Champions League maschile ma seguo anche tanto calcio femminile con partite del campionato spagnolo o della Women’s Champions League. Mi piace giocare a calcio ma anche vederlo in tv o dal vivo.

Quando non giochi e quando non guardi calcio, cosa ti piace fare?
“Adoro stare all’aria aperta e camminare tanto, ma anche studiare e leggere. In questo periodo sto leggendo “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman, un libro abbastanza impegnativo. Poi, per esempio, per tenermi impegnata durante il giorno, qui nel mio paese vado a dare una mano nel fare i gelati. Poi per il resto le solite cose, esco con gli amici, mi diverto ecc. ecc.”.

C’è però anche tanto spazio per gli allenamenti nella tua giornata?
Si si assolutamente, anche. Non ne faccio mai a meno.

Nel calcio femminile hai delle amicizie o legami forti con ex compagne di squadra o avversarie?
“Sì, mie ex compagne ai tempi del Mozzanica, perché ho fatto il percorso dalle esordienti fino alla prima
squadra e in quegli anni ho instaurato delle bellissime amicizie con Francesca Martella e Greta Campana, anche perché abitano vicino a me e loro sono sempre state con me. In questi giorni ci siamo stranamente ritrovate, perché una è andata in America, l’altra si è trasferita a Ferrara e in questi giorni siamo riuscite a ritrovarci ed è sempre bello rivedere persone con cu hai condiviso anni belli della tua vita”.

Giuseppe Berardi
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L’INTERVISTA A SOFIA COLOMBO È PUBBLICATA SU L FOOTBALL MAGAZINE 16. CLICCA QUI PER SCARICARE GRATUITAMENTE LA TUA COPIA GRATUITA

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