Approfondimenti Calcio femminile Danimarca Italia Nazionale News Storia del calcio femminile Susanne Augustesen

In Messico nel 1971 oltre 100 mila persone per il calcio femminile e c’era anche l’Italia

Pochi giorni fa Barcellona-Real Madrid ha stabilito il nuovo record ufficiale di spettatori per una partita di calcio femminile, ma ci sono due partite con un’affluenza maggiore.

El Clasico di Champions con i suoi 91.553 spettatori al Camp Nou ha superato il record di spettatori stabilito nel 1999, quando in occasione della finale mondiale tra Usa e Cina sugli spalti del Rose Bowl di Pasadena erano presenti 90.185 persone.

Nel 1971, però, in Messico si sono giocate due partite che hanno superato i 100 mila spettatori: la semifinale e la finale del Mondiale femminile disputato quell’anno. Il numero di spettatori presenti per la finale, però, non viene considerato come un record in quanto si trattava di un mondiale non ufficiale, non organizzato dalla FIFA.

Le due partite capaci di superare i 100 mila spettatori vedono protagonista la squadra di casa, la nazionale messicana. Una è la semifinale vinta 2-1 contro l’Italia e l’altra è la finale persa 3-0 contro la Danimarca. Già durante la fase a gironi la partita vinta 4-0 dal Messico contro l’Inghilterra aveva attirato 80 mila persone, stabilendo un nuovo record.

MESSICO-ITALIA 2-1

La semifinale tra Messico e Italia si è giocata il 29 agosto 1971 allo stadio Azteca di Città del Messico. Sugli spalti erano presenti 100 mila persone.

La nazionale messicana aveva vinto il Gruppo 1 con due vittorie in due partite (3-1 contro l’Argentina e 4-0 contro l’Inghilterra). L’Italia, invece, era arrivata seconda nel Gruppo 2 con una vittoria (0-1 contro la Francia) e un pareggio (1-1 contro la Danimarca).

Carmen Varone ammutolì il pubblico messicano portano in vantaggio le Azzurre già al 6’. Il Messico riuscì a ribaltare la partita nel giro di pochi minuti grazie alla doppietta di Patricia Hernandez Montoya (10’ e 24’).

In un’intervista su Gli Eroi del Calcio, Daniela Sogliani, che giocò in porta da titolare quel mondiale, si lamentava di un arbitraggio non imparziale. “Ci furono dati contro due rigori, di cui uno veramente dubbio, fu annullata una nostra rete regolare e l’arbitro francese Frère fischiò la fine parecchi minuti prima del tempo regolamentare. Alla fine ci fu una rissa, non fu una bella cosa ma a causa dell’arbitraggio ci sentimmo veramente defraudate” aveva raccontato.

Liliana Mammina, in un’intervista per Gli Eroi del Calcio, definì come “qualcosa di indescrivibile” il fatto di giocare davanti a oltre 100 mila persone presenti quel giorno allo stadio Azteca. Mammina all’epoca era la più piccola della spedizione azzurra (aveva solo 13 anni e mezzo) e in quella semifinale entrò a partita in corso.

Elena Schiavo, intervistata da Gli Eroi del Calcio, ha inserito la semifinale del mondiale 1971 tra le emozioni più grandi che lo sport le ha regalato. “Non potrò mai dimenticare la partita giocatasi allo stadio Azteca di Città del Messico nel 1971 per il Mondiale” aveva raccontato. “Al di là di come andò la partita contro le padrone di casa sugli spalti c’erano più di 100 mila persone. Se ci penso mi sembra di sentire ancora i loro cori e le loro urla: quando battevano i piedi per terra sembrava che venisse giù lo stadio!”.

MESSICO-DANIMARCA 0-3

Anche la finale tra Messico e Danimarca si giocò allo stadio Azteca, il 5 settembre 1971. Questa volta sugli spalti c’erano, secondo quanto riportato nel libro pubblicato dalla FIFA “The official history of the FIFA WOMEN’S WORLD CUP”, 102.500 spettatori.

Secondo altri l’affluenza sarebbe stata maggiore. Il Corriere della Sera, in un breve articolo dedicato alla finale e datato 6 settembre 1971, scrisse che erano preseti 110 mila spettatori. In un documentario della DR (la radiotelevisione di stato danese) dedicato a quella partita, invece, si parla di 112.500 persone.

Tra gli oltre 100 mila spettatori erano presenti anche 300 tifosi danesi.

La protagonista assoluta della finale fu Susanne Augustesen. L’attaccante, all’epoca quindicenne, segnò una tripletta (25’, 52’ e 62’). Regalò così alla nazionale danese la vittoria del secondo mondiale (non ufficiale) consecutivo (nel 1970 la Danimarca aveva battuto 2-0 l’Italia nella finale giocata a Torino).

“Eravamo emozionate perché era la finale. Allo stadio siamo uscite sulla pista di atletica e abbiamo alzato lo sguardo e abbiamo visto tutte le persone. Sembrava infinito” ha raccontato Augustesen. “Ma ho velocemente guardato a terra e mi sono concentrata sulla partita. C’erano 110 mila spettatori, ma una volta che il match è iniziato non ci ho pensato più”.

“Durante la partita la squadra messicana era molto focalizzata nel tenere d’occhio Lis Lene, che era la miglior marcatrice del torneo” ha raccontato la calciatrice danese Birte Kjelms a proposito di quel match. “Susanne ha sfruttato questo, e ha riempito lo spazio [lasciato dalle giocatrici messicane]. Inoltre, aveva quel qualcosa di speciale che è così difficile da descrivere. Con la sua fantastica tecnica e velocità ha risolto la partita”.

Martina Pozzoli

Leggi anche