Sarà una finale aperta al pubblico quella di domenica 30 Maggio, quindi i seggiolini del Mapei Stadium di Reggio Emilia saranno per buona parte occupati. A contendersi l’unica sedia rimasta Milan e Roma, matricole della finalissima, desiderose di alzare un primo storico trofeo. È il gusto della novità che alza la posta. Negli ultimi anni, fatta eccezione per lo scorso anno in cui il trofeo non è stato assegnato causa Covid, l’ultimo atto della coppa nazionale ha sempre visto protagonista la Fiorentina, contro il Brescia prima e contro la Juventus poi. Per trovare almeno un nome diverso si deve tornare alla stagione 2015/2016, quando ad aggiudicarsi il trofeo fu il Brescia ai danni dell’AGSM Verona. Tra la Via Emilia e il West va ora in scena un epico duello tra le ragazze di Capitan Giacinti e quelle di Capitan Bartoli.

Milano e Roma, nord e sud, bauscia e burini, Duomo e Colosseo, Po e Tevere, risotto e carbonara, moderno e antico, quello delle due città è un confronto pieno zeppo di stereotipi. È quello del “Che differenza c’è tra Roma e Milano, a parte il fatto che lassù si lavora?” del romanzo di Benedetti e del popolare “l’unica cosa bella de Milano è er treno pe Roma”. La verità è che le due realtà sono due facce della stessa medaglia. Milano di vocazione europea, non così lontana dalla Svizzera o dalla Francia, con la moda esposta alle finestre; Roma in mezzo al mediterraneo, un tempo impero centrale e ora provincia nella grandezza insuperabile delle sue spoglie. Il mondo cambia e cambiano le storie ma i luoghi si conservano negli interpreti di un gioco di cui è ben chiaro lo scopo. 

Da un lato il Milan, il rosso del fuoco infernale e il nero della paura degli avversarsi; dall’altro la Roma, il giallo del sole e il rosso del cuore. È il Diavolo contro la Lupa. Le ragazze del Milan arrivano in finale dopo aver rimontato l’Inter nella gara di ritorno delle semifinali. Qualificazione in Champions conquistata, dopo l’amarezza della scorsa stagione, per le rossonere quella che si profila all’orizzonte è una ghiotta occasione. Le capitoline invece arrivano all’appuntamento con la fama delle eroine dopo la doppia sfida contro la Juventus che è costata alle bianconere l’unico tracollo nazionale della stagione. Alzare un trofeo sarebbe un modo per salutare l’avvicendamento sulla banchina che vedrà Bavagnoli affaccendarsi in altre faccende e, non meno che per le rivali, una grande soddisfazione.

L’ultimo scontro in campionato tra le due compagini è terminato 0 – 0, un risultato diventato quasi raro di questi tempi ma fotografia di un certo equilibrio, quantomeno sul piano dei nervi. L’andata aveva invece sorriso al Milan padrone di casa in superiorità numerica per quasi tutta la seconda frazione di gioco:1 – 0 con un rigore calciato da Giacinti. Proprio la numero 9, anche per il prossimo appuntamento, è la punta di diamante della formazione milanese, supportata dalla qualità di Vero Boquete fresca di rinnovo. A rispondere sicuramente Linari, in grande spolvero e avvezza al gol nonostante faccia un altro mestiere, e Annamaria Serturini reduce da un brutto colpo nell’ultima di campionato e, si spera, schierabile dato pochi hanno nel proprio arco una freccia così temibile da scagliare.

Tutti vogliono vincere ma la sedia è una, si è partiti in molti e si è rimasti in due. L’abbiamo imparato all’asilo, quando la sediolina era piccola, alla nostra portata, e vale ancor di più adesso: per quanto spazio possiamo farci per sederci in due, dopo un po’ si sta scomodi e dopo i supplementari ci sono i calci di rigore.

Marialaura Scatena
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