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Re-inc lancia “Gamer”, la nuova collezione ispirata al mondo dell’elettronica

Dal calcio femminile al mercato elettronico: il business etico-sociale in continua evoluzione di re-inc

Sky’s the limit”. Nello slang anglofono esiste questa espressione d’impatto che simboleggia in maniera iperbolica l’assenza di limiti per un obiettivo se non il cielo stesso. Le quattro fondatrici della compagnia re-inc sembrano aver incorporato questo mantra dentro e fuori dal campo, nella vita di tutti i giorni. Vi abbiamo già presentato l’ex progetto, adesso autentica impresa imprenditoriale, creata e sviluppata dalle campionesse mondiali Tobin Heath, Megan Rapinoe, Christen Press e Meghan Klingenberg. Nato originariamente come brand di moda con la missione di sradicare lo status quo vigente e re-immaginare la realtà etico-sociale, la crescita che la compagnia Re-inc sta abbracciando è incredibile.

Heath, Press, Rapinoe e Klingenberg non sono certamente estranee alle sfide rivoluzionarie e alla ribellione. Parliamo infatti di quattro donne, quattro atlete, che non solo fanno parte di una squadra storicamente impostata alla lotta, ma che hanno alzato la testa e la voce contro il loro stesso “datore di lavoro” per mettere fine alla disuguaglianza tra generi nella realtà professionale in cui vivono ed eccellono. Non sorprende dunque che queste quattro anime affini abbiano poi portato la volontà di cambiare il loro mondo oltre il campo da gioco, nella vita quotidiana.

Re-inc si presenta nel 2019 quindi come una compagnia eco-sostenibile con l’obiettivo di trasformare in primis il volto della moda, producendo una linea di abbigliamento streetwear che esuli dai concetti di genere e reinventi quello di taglie. Affidandosi a una manodopera ben retribuita, statunitense e che usufruisce di materiali di qualità, sempre attenti all’impatto ambientale, re-inc ha cambiato le regole del gioco.

Ogni fondatrice ha poi creato per sé un nuovo ruolo all’interno della compagnia, riscoprendosi in vesti del tutto inedite. Se Rapinoe è la portavoce dei valori etico-morali di re-inc e delle loro battaglie sociali, mentre Press è la mente pensante di tutte le operazioni in quanto CEO, abbiamo conosciuto Heath come Creative Director del gruppo, artista e motore creativo alle spalle di tutte le collezioni. Ma i tifosi e le colleghe di Tobin Heath conoscono bene anche un’altra passione della Regina dei Tunnel, e si tratta della sua identità da gamer.

Rinomatamente una delle migliori gamer nella Nazionale Femminile Statunitense, affiancata dall’amica e collega Allie Long o dal capitano Becky Sauerbrunn, Heath ha fatto della sua passione un nuovo terreno di conquista. Grazie proprio al suo impegno in re-inc, Tobin Heath ha presentato e aperto una nuova frontiera per sé, per la compagnia, ma soprattutto per un’intera comunità, quella appunto delle donne nell’informatica e nella tecnologia.

Alle porte del lancio della nuova collezione primaverile nominata per l’appunto “Gamer”, re-inc aveva messo all’asta l’ultima creazione artistica del numero 17 della Uswnt, prodotta per la prima volta a Manchester. Realizzata nella tromba delle scale dello stabile in cui vive, l’opera prende il nome di “ADA”, poiché ispirata da Ada Lovelace, ritenuta la prima programmatrice della storia. Vissuta in epoca vittoriana, Ada Lovelace era una visionaria, una donna ribelle e anticonformista per i suoi tempi, proprio come le fondatrici di re-inc; una sognatrice le cui radici affondavano nella matematica e nei suoi sviluppi futuri. Ada Lovelace aveva capito prima di chiunque altro quanto le scienze matematiche se applicate alla meccanica o alla moderna tecnologia, potessero dar vita a nuovi mondi e nuovi modi di intendere e creare la realtà.

Seguendo l’ispirazione di Ada Lovelace, che l’attaccante del Manchester United Women aveva “ritrovato” come personaggio anche nella serie britannica “Victoria”, Tobin Heath ha impostato il leitmotiv della sua opera d’arte e della collezione proprio sul mondo dell’informatica (l’opera presenta una sequenza di codice binario accuratamente riprodotta), del coding e del gaming.

Ma non si è fermata qui. In aggiunta all’asta della sua ultima creazione artistica e alla collezione di abbigliamento primaverile, Heath, affiancata da un team di esperti, ha diretto la realizzazione di una serie di cinque carte da gioco digitali, create sotto forma di NFT. Cosa sono gli NFT? Bella domanda, non lo sapevo neanche io. In pratica, ciò che re-inc ha fatto, attraverso il lavoro di Tobin Heath, è stato immettersi in un nuovo tipo di mercato, il mercato elettronico, inserendosi dunque nel circuito dei valori e delle valute digitali.

Si tratta di un mercato inaugurato con la creazione dei Bitcoin, ossia di una criptovaluta che apre un nuovo sistema di pagamento attraverso transazioni e rilasci totalmente digitali, organizzati tramite un controllo decentralizzato che non fa capo a nessun “trust” unico e centralizzato. Questi scambi, transazioni e “contratti intelligenti” avvengono su particolari piattaforme, e vengono registrati su database aperti e distribuiti tra migliaia di dispositivi.

Una delle piattaforme più famose per la creazione e lo scambio di codici, applicazioni e appunto criptovalute è Ethereum, il cui database interno viene definito “Blockchain”, una sorta di registro universale a cui tutti possono accedere e su cui vengono registrate le transazioni finanziarie tra due parti, in modo sicuro ed efficiente. Ethereum, come “mercato”, ha una sua criptovaluta interna diversa dal bitcoin, e chiamata appunto Ether, da utilizzare proprio negli scambi sulla piattaforma.

Le criptovalute però, proprio come le banconote o le monete reali, sono create in serie e sono intercambiabili e indistinguibili. Qui entrano in gioco quindi gli NFT, ossia i token non fungibili. Si tratta di rarità digitali non replicabili e non intercambiabili, perché unici nel loro genere e nella loro produzione. Parliamo quindi di una sorta di moneta rara e preziosa, come un galeone antico e introvabile o una moneta d’oro del tesoro di Barbanera, una risorsa digitale che può essere usata come leva di scambio o come oggetto da collezione da conservare in un caveau elettronico.

Proprio come le criptovalute, gli NFT sono prodotti crittograficamente e dunque impossibili da “rubare” o da utilizzare da chiunque non ne conosca la crittografia, ossia il suo proprietario o chiunque l’acquisti/ne entri in possesso. Ma differentemente appunto dai bitcoin, questi token sono unici e preziosi e possono essere utilizzati nei videogiochi che vengono creati proprio su Ethereum, usati come prodotti d’investimento e in alcuni casi possono anche assumere valore nel mondo fisico, come frazioni di proprietà di opere d’arte o immobili.

È esattamente questo “oggetto” da collezione unico e dal valore potenzialmente smisurato che Tobin Heath ha creato per la prima volta, diventando la prima donna atleta a elaborarne uno, sotto forma proprio di cards digitali create, immesse e vendute con un’asta su Ethereum. Si tratterà appunto di una serie di cinque cards che celebrano la lotta per la parità di genere e razziale nel mondo dello sport e oltre. Chiunque acquisti questi NFT, riceverà anche un messaggio personalizzato di Heath, un mazzo di carte Reset the Table firmato dalle quattro fondatrici e un completo d’abbigliamento re-inc. Ma aspetto più importante, il 7% dei proventi di quest’asta verrà devoluto all’organizzazione no profit Black Girls Code, che si occupa di fornire un’istruzione tecnologica alle giovani ragazze della comunità nera degli Stati Uniti. La stessa organizzazione a cui verrà devoluto anche il 17% dell’asta per la vendita di “ADA” (il 7 è il numero preferito di Heath, come dimostrano anche le sue maglie).

La prima card NFT rilasciata su Ethereum raffigura Heath stessa, nella forma di gamer, la cui specialità è “sbalordire i difensori”, non si può dire che non sia vero. Inoltre, nel tentativo di rispettare le premesse stesse con cui re-inc ha avuto origine, per compensare le imponenti emissioni di anidride carbonica che queste creazioni digitali comportano nel processo di produzione, la compagnia ha scelto di acquistare i cosiddetti carbon credits, ossia certificazioni equivalenti a una tonnellata di CO2 assorbita da progetti di tutela ambientale realizzati con lo scopo di ridurre o riassorbire le emissioni di gas ad effetto serra. In un certo senso, si cerca così di “ripulire” l’ambiente dalle emissioni di gas nocivi prodotti inevitabilmente dal lavoro.

È questo probabilmente il progetto più ambizioso e innovativo diretto da Tobin Heath, che reinventa in questo modo la figura del gamer che “distrugge infrastrutture oppressive con le sue capacità” e re-immagina se stessa, nella creazione di un’entità che non esiste nel mondo fisico e che apre nuovi spazi dedicati alla rappresentazione e alla parità.

La particolarità di quest’ultima impresa di re-inc giace non solo nell’evoluzione costante della compagnia che di collezione in collezione si apre a nuovi mondi e nuove realtà imprenditoriali, ma soprattutto è notevole l’impegno del brand di restare fedele agli obiettivi di partenza. Ad ogni passo del loro percorso, le fondatrici di re-inc riaffermano la propria identità e la missione con cui sono entrate in questa realtà professionale, abbattendo barriere e stereotipi e conquistando nuovi spazi in precedenza preclusi alle donne o alle comunità sociali più emarginate.

Attraverso il calcio, l’imprenditoria e la tecnologia, Heath, Press, Rapinoe e Klingenberg stanno disegnando strade e aprendo porte per una nuova realtà inclusiva creata fin dalle origini per una società caleidoscopica ed equa. Anche Ada Lovelace sognava un mondo in cui solo il cielo sarebbe stato il suo limite, eppure immaginava comunque di conquistarlo volando. Le fondatrici di re-inc oggi hanno spiccato il volo e neanche il cielo adesso potrà fermarle.

Rita Ricchiuti
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