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Il calcio femminile è ancora troppo lontano da un modello di business

valore calciatrici

Nella sessione estiva di calciomercato, nel periodo che va da da giugno a ottobre, i trasferimenti di calciatrici sono cresciuti del 36% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il dato emerge dall’ultimo report “INTERNATIONAL TRANSFER MARKET” della FIFA . Il numero di trasferimenti, seppur in aumento, resta comunque basso. Il dato totale rilevato dalla FIFA è di 522, di cui solo 18 a pagamento. In pratica il 96,5% di tutti i trasferimenti nel mondo del calcio femminile non ha comportato un esborso economico. Il restante 3,5% ha generato un valore di 821,8 mila dollari.

Da considerare che il 50% di questi 821,8 mila dollari è da attribuire all’acquisto da parte del Chelsea di Pernille Harder. Il club inglese ha infatti versato nelle casse del Wolfsburg 415 mila dollari per acquisire le prestazioni sportive della fuoriclasse danese.

Sono dati che ci fanno comprendere come il calcio femminile, seppur in crescita, non genera ancora cifre importanti per creare un modello di business all’interno dei team.

Un aumento degli introiti derivanti da botteghino, sponsor, accordi commerciali e diritti audiovisivi porterebbe senza dubbio le società a creare un mercato che possa far leva anche sulle attività di player trading.

Ma è un discorso complesso ed è un processo che passa inevitabilmente dall’attribuire alle giocatrici lo status di professioniste. Solo così le atlete diventano veri e propri asset per le società di calcio.

Di questo e altro ancora ne parleremo prossimamente su BEGIN. Stay tuned.

Giuseppe Berardi
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