Cos’hanno in comune i governi Andreotti I, D’Alema II il ritorno e De Gasperi III la vendetta? Sono durati tutti meno del tempo che abbiamo dovuto aspettare per rivedere in campo le Azzurre. Dopo 199 lunghissimi giorni, finalmente i cieli si sono aperti, l’inno ha ricominciato a suonare, gli insulti all’arbitro a volare, Cristiana Girelli a segnare.

Niente sembrava poter mettere freno alla gioia di un amore ritrovato tra i tifosi e le Azzurre. Poi, alle 18.30, è scesa in campo la Danimarca.

A fine giornata Italia e Danimarca erano entrambe a punteggio pieno, con una sola irrilevante differenza. La nostra differenza reti è +22, quella delle danesi è +41, 41 gol fatti e 0 subiti. Passa solo la prima del girone. Che gli Hunger Games abbiano inizio.

Giulianivoto: Quota 100. Sola come la bollicina dell’acqua Lete e talmente poco coinvolta nel gioco, che a un certo punto pensa di farsi sostituire con sua nonna, giusto per farle arrotondare la pensione con il gettone di presenza. #c’ènessunooo

Linari – voto: 50%+1. Sopravvive alla moria di difensori centrali meglio di Italia Viva alle regionali. Non è chiaro come faccia ad essere in anticipo su ogni singolo pallone e sulla lettura dell’azione, della partita e del futuro. Pare che il premier Conte abbia obbligato Bertolini a portare in Bosnia la giocatrice originaria di Fiesole per impedirle di spoilerare il risultato del testa a testa in Toscana tra Ceccardi e Giani. Martedì in serata, dopo essere venuto a conoscenza della notizia, il segretario del PD Nicola Zingaretti avrebbe dichiarato: “La sinistra italiana giochi d’anticipo e riparta da Elena Linari”. #ampiamaggioranza

Tortelli – voto: buona la prima. Nonostante un esordio con addosso la stessa pressione psicologica dei figli di Csaba mentre apparecchiano la tavola, se la cava egregiamente. Gioca d’anticipo e interviene in scivolata nel rispetto della tradizione della difesa italiana sotto il regno di Milena. Dà grande dimostrazione di intelligenza facendo l’unico “passo indietro” che una donna dovrebbe fare, ovvero quello per lasciare l’avversaria in fuorigioco. #festivaldelladifesaitaliana

Bartoli – voto: 2925C. Recupera palloni andando via col sombrero, nasconde la palla a due avversarie costrette ad abbatterla con una manovra a tenaglia e, andando via in mezzo a tre, si procura un rigore. Nonostante sia un difensore, ogni volta rimane sconvolgente constatare che suo feeling con il pallone sia lo stesso che la regina Elisabetta ha con il catalogo dei Pantoni. #regale

Boattin – voto: 17€ a tratta. L’assenza di Cernoia non ha eccessivi effetti sul gioco, ma ha rilevanti ripercussioni sui malleoli delle Azzurre, tra le quali sono state spartite tutte le legnate solitamente riservate alla numero 21. Se ne accorge fin da subito Boattin, che passa tutta la partita a volare lungo la fascia, alcune volte metaforicamente, altre letteralmente, come se la Rynair offrisse il 2X1. #grazieperaversceltolanostracompagnia

Bonansea – voto: 11€/m2. Passa talmente tanto tempo sfracellata a terra, che a fine partita la federazione bosniaca le comunica di essere diventata proprietaria dell’area piccola per usucapione. #PP11

Rosucci – voto: round 8. Anche la centrocampista azzurra ha avuto il piacere di avere un incontro ravvicinato con la numero 16 bosniaca, nota per essere cresciuta con lo zio Ray Mysterio e il cugino Undertaker, in occasione di uno dei numerosi rigori assegnati alle azzurre. Partita di grande sacrificio quella di Rosucci che non si risparmia nella corsa e nelle giocate di classe, come l’assist per l’occasione da gol poi sprecata da Mascarello. #WWE

Mascarello – voto: otto. Per assicurarsi di riuscire ad essere sempre in anticipo sulle bosniache, soprattutto sulla numero 16 sulla quale nel frattempo era stato emesso un mandato di cattura internazionale, Mascarello decide di affidarsi a Cristopher Nolan. Il regista di Tenet monta un tornello per l’inversione temporale negli spogliatoi. Unica controindicazione, ad ogni giro di ruota si cambia la vocale. #Mascarella

Galli – voto: 500g. sgocciolato. I suoi inserimenti tagliano le difese avversarie con la stessa facilità con cui i grissini tagliano il tonno Rio Mare. In occasione del gol, dopo aver passato il pallone a Rosucci, si lancia di corsa in linea retta, seguita a ruota dal pallone che, con una doppia sponda tra Rosucci e Sabatino, ritorna puntuale tra i suoi piedi per poi finire in porta. Come direbbe Chiara Ferragni “Questo è il pezzo mio preferito”. #pinnegialle

Sabatino – voto: under18 Carissimi in telecronaca la definisce sempreverde, ma è un appellativo impreciso. Sabatino è più come l’albero azzurro: magica, senza tempo e che dallo scatolone fabbricone ti tira fuori una rovesciata quando la maggior parte delle persone con la sua età ha già la sciatica. #evergreen

Girelli – voto: 3G. Non ricordate l’ultima volta che avete visto una partita della Nazionale senza gol di Girelli? Forse perchè all’epoca non esistevano le TV o forse perchè una partita del genere non è mai esistita, almeno non durante queste qualificazioni. Le partite della Nazionale in cui non segna Girelli sono insomma come lo Yeti, il Sacro Graal o Atlantide: li avete mai visti? No, appunto. #prossimamenteaVoyager

Glionna – voto: 750cc truccato. Dopo due anni e mezzo, l’azzurra classe ’99 torna ad indossare la maglia della Nazionale. A giudicare dai picchi di velocità raggiunti nelle sue progressioni, il rivenditore al quale si è rivolta le ha consigliato la stessa cilindrata del motorino di Alia Guagni. Non è chiaro se sia una Vespa special, ma di sicuro toglie i problemi. #conlealisottoipiedi

Giacinti – voto: tecnica 10, entrata in acqua 5. Entra al posto di Sabatino nella ripresa, ma non riesce a salvarsi dall’intenso traffico aereo fatto decollare dalla difesa bosniaca. Viene costretta al tuffo in acrobazia così tante volte che a fine partita la chiama Francesca Dallapè per chiederle se vuole prendere il posto della sua compagna di sempre Tania Cagnotto, che ha appena appeso il costume al chiodo. #saltimortali

Caruso – voto: over 60. entra in campo solo al ’77 e in pochi hanno capito il perchè. Ha 20 anni, ma occupa il centrocampo con un’esperienza tale da poterlo fare direttamente con le mani dietro la schiena, percependo la minima e saltando i fossi per il lungo. Suo lo splendido calcio d’angolo che ha permesso a Linari di segnare il suo secondo gol in maglia azzurra. #oldbutgold

Bertolini – Voto: G1RAR3. Lo stadio vuoto per le precauzioni anticovid e i microfoni aperti hanno resa chiarissima una cosa: Bertolini è come re Giulian di Madagascar, le piace se ti muovi. Più di una volta invoca la rapidità del giro palla e, nonostante le assenza importanti di Cernoia e Giugliano, nel secondo tempo riesce decisamente ad ottenere quello che chiede. #ealloramuovi

Giulia Beghini
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