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Marcello Lippi: “Il calcio femminile ha avuto una crescita importante”

Lippi sul calcio femminile

Marcello Lippi, Stefano Lampertico, direttore di “Scarp de’ tennis” e Ivano Bordon, sono intervenuti nel tardo pomeriggio ai microfoni di “Troppo azzurro”

La diretta è stata organizzata per presentare “In presa alta”, il libro scritto da Bordon, campione del mondo nel 1982 e fedele preparatore dei portieri nello staff di Lippi dalla Juventus al mondiale del 2006 passando per l’Inter.

Nel corso della chiacchierata sono stati tanti i temi trattati trattati, immancabile quello della ripresa delle competizioni.

“Dire solo calcio è un po’ demagogico.” dice Marcello Lippi. “Si dice “Non è giusto che il calcio riprenda, ci sono cose più importanti” ma il calcio è un’industria, come tante altre industrie. Non ci sono soltanto i giocatori, ci sono più di 150.000 persone che lavorano nel calcio e non guadagnano certo fior di milioni. Perciò deve essere trattato come tutte le altre industrie.”

“Quello che forse è più difficile è che possano riprendere i campionati dilettanti” incalza Bordon. “Lì sarà più difficile poter controllare le cose, anche se dispiace perché ci sono moltissimi atleti che poi avranno dei problemi.”

E sul femminile interviene ancora Lippi: “La grande attenzione che ci sarà nei confronti delle squadre di serie A comporta delle spese che in altre categorie e contesti non si riescono a sostenere. Questo è il vero problema. Il calcio femminile ha avuto una crescita importante, è diventato anche spettacolare. A me è capitato di vedere al torneo di Viareggio, lo fanno anche al femminile, delle partite di alcune squadre e non avrei mai immaginato – a parte le ragazze di Serie A e della nazionale dalle cui partite si vede che sono cresciute – che delle ragazze giovanissime di 18/19 anni giocassero così bene e che le squadre fossero tatticamente così organizzate. Dispiace che possano dover fermarsi e aspettate la prossima stagione.”

“Al mondiale ho visto l’Italia femminile giocare e mi piaceva, era proprio un collettivo” continua Bordon. “Si vedeva che giocavano l’una per l’altra. Poi era già una squadra in cui tra i reparti si manteneva una certa distanza, erano corte, questo cose si raggiungono con tanto impegno mentale e tattico. Da quel mondiale secondo me il calcio femminile ha avuto una spinta, poi vedere anche che molte squadre di Serie A maschile hanno la squadra femminile ha avvicinato molta gente al movimento. Mi spiace che purtroppo anche il calcio femminile sarà penalizzato.”

Chiude Ivano Bordon con un commento da vecchio ed esperto portiere “Mi sembra un buonissimo portiere [Giuliani]. Gioca nella Juventus che è una squadra forte e mi sembra riesca a dare molta sicurezza.”

Il libro di Bordon, come hanno evidenziato gli intervistati, è una raccolta di sport e umanità e può insegnare tanto ai giovani calciatori e alle giovani calciatrici, quelle che tra i pali azzurri oggi vedono Laura Giuliani.

Marialaura Scatena
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