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Il governo e le istituzioni cosa vogliono fare del calcio femminile?

Florentia San Gimignano

Nell’attesa di conoscere se i campionati di Serie A e Serie B di calcio femminile possano riprendere in tutta sicurezza, restano molte incognite sul futuro e sull’impatto che tali scelte avranno sull’intero movimento.

Ieri il premier Conte ha detto che gli sport di squadra posso riprendere a partire dal 18 maggi ma il Ministro dello Sport Spadafora frena su una possibile ripartenza del calcio. I dubbi restano, in particolare sui protocolli di sicurezza che le società dovranno rispettare.
Esiste un netto divario tra il calcio maschile e quello femminile, soprattutto quando si parla di risorse economiche. La pandemia, scatenata dal diffondersi del Covid-19, è arrivata in un momento in cui il calcio femminile stava provando a uscire dall’ombra per ritagliarsi un ruolo importante nel panorama sportivo.
Ai team femminili legati ai grandi club del maschile il futuro può apparire meno difficile rispetto alle medie e piccole società. Club quest’ultimi che nel corso degli anni hanno fatto tanti sacrifici per portare avanti progetti di crescita e sviluppo diventando un punto di riferimento nella propria provincia o regione.

Proprio sul tema dello sviluppo e della distribuzione delle risorse è intervenuto l’amministratore delegato della Florentia San Gimignano, Marco Zwingauer che ha dichiarato: “In queste settimane si è aperto il dibattito su quanto l’incertezza sul futuro delle competizioni sportive possa condizionare lo sviluppo del calcio femminile. Noi stiamo lavorando per rilanciare i nostri programmi e siamo ottimisti, perché siamo consapevoli del ruolo che questo sport potrà esercitare in futuro, ne conosciamo gli elementi di forza e crediamo che possa incrementare il proprio valore, anche economico”.

Rivolgendosi direttamente alle istituzioni, l’ad della società toscana ha detto: Per programmare il futuro abbiamo però bisogno di sapere se il Sistema-calcio è con noi e se il Governo è con noi; se si crede nel calcio femminile e nella lotta per la parità di genere nello sport i Club devono essere messi nelle condizioni di potere operare in un contesto, anche economico, che ne valorizzi gli sforzi profusi fino ad oggi. Il primo passo è stato compiuto in Commissione bilancio del Senato, con l’emendamento a firma del Senatore Nannicini, che ha aperto una strada che ha bisogno però di un sostegno anche da parte del Sistema-calcio”.

Zwingauer invita chiaramente gli interlocutori a venire allo scoperto e dichiarare quali sono le intenzioni sulla crescita del calcio femminile e ribadisce: “Se questa volontà non esiste è il momento di dirlo con grande chiarezza e siamo certi che il movimento del calcio femminile dimostrerà ugualmente la resilienza che lo ha sempre contraddistinto. Oppure, potrebbe decidere di fare uno o anche due passi indietro e riorganizzarsi. Sarebbe un peccato, perché nonostante la penuria di risorse di sistema la crescita era stata esponenziale. Chissà cosa potrebbe accadere con il passo decisivo. Il momento è quello giusto per dare risposte concrete, con responsabilità e senza paure”.

L’argomento della distribuzione delle risorse economico-finanziarie diventa ora centrale nel discorso del manager della Florentia San Gimignano che pone una serie di interrogativi per cercare di fare chiarezza. “La questione ha a che fare con la redistribuzione delle risorse all’interno del Sistema-calcio: quante risorse possono essere investite per permettere alle donne di vivere lo sport in un contesto economicamente sostenibile e con le tutele tipiche previste per il lavoro subordinato? C’è posto per il calcio femminile in Consiglio Federale? Il Governo vuole ripensare i criteri della mutualità dei diritti televisivi tenendo conto anche del calcio femminile? La risposta va data tenendo anche conto di quale sarebbe il valore, non solo per lo sport ma per l’intera società, di questa conquista. Su questo tema il sistema deve essere coraggioso e prendere una posizione: o interessa o non interessa”.

La società toscana, che non presenta affiliazioni con società del calcio maschile, nonostante le difficoltà e la crescita dei budget, ribadisce la volontà di proseguire sulla strada intrapresa: “Noi pensiamo di potere condurre aziende sportive virtuose che si facciano portatrici di valori sani; come Club non legato a una società professionistica, siamo certi che una corretta programmazione economica e aziendale ci permetterebbe di strutturarci in modo idoneo per consentire alle calciatrici e ai tecnici di vivere con serenità il passaggio al professionismo. Occorre solo pianificazione e l’emergenza attuale non deve diventare una scusa per rimandare la questione. Siamo comunque fiduciosi che le risposte arriveranno a breve”.

Infine Marco Zwingauer tocca anche il tema legato all’ingresso dei club professionistici maschili nel calcio femminile: “Molti giornalisti e anche alcune importanti atlete stanno a più riprese invocando l’ingresso di altri Club professionistici maschili, come se fosse di per sé una garanzia di qualità. Mettere da parte chi fino a oggi si è caricato sulle spalle lo sviluppo del movimento non è solo poco elegante, ma potrebbe anche essere controproducente. In Serie A e Serie B esistono Club che si dedicano esclusivamente al calcio femminile sviluppando competenze e un’etica che ha segnato in profondità le caratteristiche di questo mondo, rendendolo una reale alternativa alle pratiche e ai valori a volte usurati del calcio maschile.
Quello che vogliamo dire è che il mondo del calcio femminile vive, e soprattutto vivrà, della capacità di raccontare le sue specificità, la sua storia di passione e tenacia, perché sono queste caratteristiche che ne contrassegnano il valore sociale e la possibilità di attirare nuovi appassionati. Non parliamo tanto di noi, ma ci preme dire che prima di invocare a cuor leggero il ricambio di Club femminili come Tavagnacco, Orobica, Pink Bari, come di tanti altri nelle serie inferiori, invitiamo tutti a riflettere non solo su quanto questi Club hanno dato al calcio femminile in passato, ma soprattutto su quanto possono dare in futuro. Siamo così sicuri che convenga fare a meno di questo bagaglio di storia e valori, in cambio degli investimenti dei Club maschili? Per quanto ne sappiamo, questi Club hanno resistito nella buona e nella cattiva sorte ed è possibile contare sulla loro passione e serietà. A oggi in Serie A abbiamo trovato una serie di nuovi investimenti molto seri, che hanno indubbiamente contribuito a innalzare la qualità del campionato e dei diritti delle atlete. Non è detto però,
osservando il panorama del calcio maschile, che altri nuovi investimenti non si concentrino maggiormente sulla remuneratività dell’investimento stesso, e possano venire mancare non appena cambi il vento. La nostra convinzione è che intorno al calcio femminile vi siano delle scelte politiche, economiche ed etiche che non sono più rimandabili”.

Giuseppe Berardi
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