”L’uomo sogna di volare” e la donna pure, soprattutto . ”E allora partenza, decollo…”

Sono passati tre giorni dal rigore che ha traghettato le azzurre in semifinale e il primo tempo sta per concludersi con l’Italia in vantaggio quando White si presenta di fronte a Schroffenegger. Penalty come pena, multa, penalità, in altre lingue il calcio di rigore sembra una sentenza, non nella nostra.

È la storia più vecchia del mondo: chi tira dal dischetto vuole segnare, il portiere vuole parare. Tanti rigori restano negli incubi degli attaccanti, alcuni anche nei sogni, è vero, ma chi sta in mezzo al campo può rifarsi con un assist, un buon passaggio, il portiere deve solo parare. Lo abbiamo imparato da bambini, com’è che cantavamo: ”Holly è un grande goleador, scatta e segna tanti goal; Benji para i calci di rigore.”

Anche Schroffi para i calci di rigore. Come ieri, a mezza altezza, pulita, rapida, in piedi più velocemente della palla. Quando cantavamo la sigla di Holly e Benji e costruivamo le porte con le felpe o gli zaini di scuola, si giocava con i ”portieri volanti” perché in porta non ci voleva stare nessuno. Anche le ragazze di Milena Bertolini giocano con i portieri volanti, nel senso che volano.

I guantoni neri della nostra numero 12 si sono opposti ad ogni tentativo delle avversarie. Un tiro partito cross e arrivato insidioso, un attentato sventato a pochi centimetri della traversa, la partita di Katja è stata pressoché perfetta. Una prestazione maiuscola battezzata letteralmente da un idrante entrato in funzione nel bel mezzo del gioco. Portiere bagnato portiere fortunato? Magari funziona.

Dalla sua ultima gara in azzurro è passato diverso tempo ma ora nessuno ha più scuse: dovete tutti imparare a scrivere e pronunciare Schroffenegger, in Nuova Zelanda lo hanno già fatto.

Marialaura Scatena

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