Algarve Cup Approfondimenti Calcio femminile Le Pagelle di Giulia Nazionale

Haka pito bene signora, siamo [eravamo] in finale: le pagelle ignoranti di Italia – Nuova Zelanda

Sono bastati sei tifosi in tribuna a cantare qualche coro, per trasformare una noiosa cena tra parenti nel pre-serata più esclusivo d’Italia.

Il fuso orario portoghese ha fatto in modo che il match si disputasse alle 22 di sabato, ora italiana. Cioè quando ormai, i dibattiti politici da un lato e Maria De Filippi dall’altro, hanno già ucciso tutta la voglia di festeggiare del pubblico, che ormai o dorme o piange.

In soccorso arrivano ancora una volta le Ragazze di Milena le quali, nonostante le assenti, gli infortuni, i nuovi innesti, i pronostici sfavorevoli, case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale, regalano una partita al cardiopalma e con un gioco che diverte.

Schroffenegger – voto: alla Madonna . Non è una coincidenza che il suo nome, Katja, contenga una j come Medjugorie e che il suo cognome, Schroffenegger, faccia rima con Schwarzenegger. Nonostante la confidenza immotivata che si prendono le telecroniste chiamandola Schoffi, lei rimane molto concentrata e professionale. Toglie un paio di palloni da sotto la traversa, para un rigore nella partita di esordio e riporta in vigore una tecnica di difesa in voga nel Medioevo che consiste nel creare un fossato intorno alla linea di porta, inondarlo di acqua e calarci dentro dei famelici coccodrilli. #Schoffiatusorella

Linari – voto: di rado prende poco. Riesce a chiudere qualsiasi tentativo di sfondamento da parte dell’attacco neozelandese e ad arginare le rasoiate di Wilkinson. A meritare un plauso è soprattutto la sua capacità di non farsi distrarre dalla fascia per capelli della neozelandese, identica a una Big Babol scoppiata. #cheduebolle

Gama – voto: 8 per la parte difensiva, 9 per quella offensiva. Prima scende in campo e scopre che le avversarie si chiamano “ferns” ovvero “felci”, accendendo quindi la rivalità tra il suo sponsor “head and shoulder” e gli shampoo di “Felce azzurra Paglieri”. Poi fa una partita eccezionale, chiudendo ogni spiraglio in difesa e lanciandosi nelle scorribande in attacco, ma il suo tentativo di conclusione dalla distanza prende il palo interno e poi esce. Come direbbe Elettra Lamborghini: “Che vita di merda”. #lafelceèazzurrasopraBerlino

Guagni – voto: 9 +. La vita di Alia è frenetica: prima corri in attacco per fare quei due tre assist alle tue compagne, poi torna in difesa perchè Gama dov’è-è dispersa-cerchiamola-ah-no-fa-la-doppia-punta-con-Girelli, insomma, tutto il giorno di corsa, in attacco un cross al volo e adesso, non ci vedo più dalla fame. #èquilafiesta?

Bartoli – voto: al diavolo. Nella perfetta rappresentazione dell’inferno di ogni attaccante che si trova a dover affrontare le Azzurre, c’è Elisa Bartoli che si lancia in un’instancabile e sfrenata corsa, guadagnando terreno sulla malcapitata, e come colonna sonora Mina che istiga Bartoli alla violenza: “Scivola, scivola, scivola, scivola”. #highwaytohell

Mascarello – voto: 9/10. Parte per la prima volta in Nazionale da titolare e si comporta in campo come se avesse alle spalle gli stessi anni di carriera di Pippo Baudo in televisione. L’unica possibile spiegazione è che abbia partecipato al nuovo master telematico tenuto da Cernoia dal titolo: “Polemiche gratuite, entrate illecite e midfield management”. #universitàdellavita

Rosucci – voto: x 2. Con lei non c’è gusto a giocare a “Lascia o raddoppia”. Non ti lascia neanche il tempo di pensare e ti raddoppia. Ti raddoppia tutto. Le dai 20 euro? Lei te ne da 40. Le dai una sberla? Lei te ne da due. C’è un’azzurra in marcatura su una neozelandese? Adesso sono due. #bis

Cernoia – voto: ordinario, professore ordinario. Bertolini nelle ultime partite le affianca sempre delle giovani da istruire, perchè ha intuito la necessità che imparino a stare in campo dalla Montessori del calcio, con i suoi metodi pacati e i suoi sguardi carichi di amore e orgoglio. #educazionesiberiana

Girelli – voto: A (proviamo con le lettere perchè numeri abbastanza non ce ne sono). Sono tre le regole che non si possono infrangere nella vita: non si accettano caramelle dagli sconosciuti, non si scoreggia in ascensore e non si vince una partita senza un gol di Girelli. Oltre a siglare la rete che apre le marcature, fa una partita di grande sacrificio, andando a prendersi il pallone direttamente dai piedi di Gama e mettendosi completamente al servizio della squadra. #monumentonazionale

Tarenzi – voto: 1 kg + 50 gr di zucchero a velo. Combatte su ogni pallone e le avversarie non le risparmiano un colpo. Sbattuta come un pandoro nella busta per mettere lo zucchero a velo, Tarenzi rimane in piedi e alla fine riesce a segnare. Il suo grido di esultanza esprime in modo chiaro la sua felicità, immensa come quella di Antonella Clerici quando parte a tutto volume “Le tagliatelle di nonna Pina”. #letagliatellediTarenzina

Bonansea – voto: un 9 ci sta tutto. Sicuramente tutta un’altra partita la sua rispetto a quella contro il Portogallo. Cerca il gol con l’insistenza con cui Willy Coyote insegue Beep Beep e alla fine lo trova: un gol spettacolare d’esterno e in mezza acrobazia. Per non farsi mancare niente, mette il carico da 90 con un assist di tacco per il gol di Tarenzi che è da accademia del calcio. #bomberveri

Lenzini – voto: yin/yang. Alla sua prima presenza in Nazionale, entra in campo al posto di Guagni con un atteggiamento decisamente zen. Sposa infatti in pieno la filosofia orientale, della quale il capitano della Viola è una dei massimi esponenti, che è conosciuta con il nome di “Il vento non può spezzare un albero che sa piegarsi, io però nel dubbio posso spezzarti le gambe”. #porcabuddhanacheesordio

Galli – voto: 200g. Aurora Galli a centrocampo è un grande classico, un po’ come i vasetti di Nutella vuoti usati come bicchieri nelle cucine di un qualsiasi italiano che si rispetti. Il tutto compreso di lotte interne e famiglie sfasciate perchè ognuno difende il suo bicchiere preferito con la stessa tenacia con cui Galli difende il suo diritto ad essere in campo. #chemondosarebbesenza

Boattin – votezinho: dāo seite ao oito. Rimane fuori praticamente tutta la partita per cercare inutilmente di spiegare al gestore portoghese del bar dello stadio che mentre “caffettino” può diventare “cafezinho”, “prosecchin” non può diventare “prosecchinho” perchè altrimenti altrimenti salta la rima. #boattinboattinoffriunprosecchin

Bonetti – voto: 7 abbondante. Per decidere chi convocare all’Algarve Cup, Milena Bertolini ha indetto un torneo di umiltà, e poi ha convocato tutte le ultime classificate. Bonetti entra al 77′ e dopo cinque minuti è già li che cerca di superare i difensori neozelandesi portandosi avanti la palla di tacco. #diumilisololeorigini

Bonfantini – voto: carrozza 8. Entra in campo al posto di Tarenzi ricalcandone la cattiveria agonistica e la voglia di festeggiare. Dopo essersi guadagnata qualche punizione, infatti, cerca di attaccarsi alla vita di una neozelandese per provare a far partire il trenino, ma quella guastafeste dell’arbitra si rifiuta di fare il capotreno. #ciufciuf

Caruso – voto: 1° passi. La sua intesa con Bonetti è bella ma a tratti traballante come un piccolo cerbiatto che sta imparando a camminare. In breve tempo, però, diventerà un bellissimo cervo. Le avversarie lo stanno bene, stanno già facendo le corna. #nascecrescecorre

Bertolini – voto: 8 (A’ Madonna). Che cos’è il genio? Fantasia, intuizione, colpo d’occhio, velocità di esecuzione e schierare in campo Schroffenegger, che para un rigore nonostante i gavettoni, Tarenzi, che non segnava da più di un anno, e Mascarello, che si mette a fare le veroniche a metà campo alla prima presenza da titolare. #Einsteinmuto

Giulia Beghini

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