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Secondo la federazione americana “le donne non meritano di essere pagate come gli uomini”

In attesa dell’apertura del processo, continua lo scontro tra la federazione americana e le calciatrici statunitensi

Nuova svolta nella causa che da diversi mesi contrappone la US Women’s National Team e la Federcalcio americana riguardo la parità di retribuzione tra nazionale maschile e femminile. Lo scorso 20 febbraio entrambe le parti hanno presentato richieste di giudizio sommario.

Con tale mossa la US Soccer vuole che il caso venga archiviato del tutto, mentre le calciatrici vogliono che il giudice scopra che si è verificata una discriminazione, in modo che l’imminente processo riguardi solo i danni subiti. Entrambe le parti insistono che i fatti a loro favore sono indiscutibili, anche se sembrano essere molto controversi.

Il calcio femminile è peggiore di quello maschile. È attorno a questo ragionamento che si concentrano gli avvocati della federazione americana

Secondo la US Soccer, federazione americana, le calciatrici della US Women’s National Team non meritano di essere pagate quanto i calciatori della US Men’s National Team in quanto non svolgerebbe lo stesso lavoro (“equal work”).

Durante le deposizioni, gli avvocati della Us Soccer hanno cercato di convincere le giocatrici della Uswnt ad ammettere che le donne sono più lente e più deboli rispetto agli uomini e quindi peggiori nel giocare a calcio. Ad Alex Morgan e Carli Lloyd sono state ripetutamente poste domande sull’abilità della Uswnt rispetto alle squadre nazionali maschili Under 17 o Under 18 e sul perché la Uswnt avrebbe avuto difficoltà a sconfiggere tali squadre nei testa a testa.

Secondo la US Soccer “bisogna riconoscere che il calcio internazionale maschile e femminile richiedono livelli diversi di alcune abilità fisiche fondamentali centrali nel gioco (ad esempio, velocità e forza), motivo per cui la FIFA richiede squadre separate per uomini e donne in primo luogo, e nessuno sta discutendo del fatto che questa separazione basata sul sesso, progettata per garantire alle donne un’equa opportunità di giocare e competere, è illegale (come sarebbe in quasi ogni altra circostanza)”.

La federazione sostiene dunque che la Uswnt e la Usmnt facciano due sport diversi: “Fondamentalmente, si tratta di due squadre sportive separate che giocano contro gruppi di avversari completamente diversi in diverse competizioni, e nessuno sostiene che le querelanti avrebbero ottenuto lo stesso successo se fossero stati tenuti a competere nel mondo del calcio maschile. La legge non garantisce la parità di retribuzione tra uomini e donne che svolgono lavori così diversi”.

Nella sua testimonianza, Megan Rapinoe ha accusato uno dei legali della federazione, Russell Sawyer, di aver detto che alla luce “della realtà di mercato le donne non meritano di essere pagate quanto gli uomini”.

La Us Soccer insiste anche sul fatto che la disparità salariale tra le due squadre nazionali sia dovuta alla scelta delle calciatrici di preferire “un contratto che fornisse significativi benefici aggiuntivi che la squadra nazionale maschile non ha, tra cui stipendi annuali garantiti, assicurazione medica e dentale, assistenza di assistenza all’infanzia pagata, gravidanza retribuita e congedo parentale, indennità di fine rapporto, mantenimento dello stipendio durante i periodi di infortunio, accesso a un piano pensionistico, bonus multipli e altro ancora”.

Dal canto loro, Megan Rapinoe e compagne hanno la presentazione da parte di un testimone esperto, l’economista Finnie Cook, che stima che le giocatrici potrebbero essere pagate 66,7 milioni di dollari in arretrato se venisse stabilito che la Us Soccer ha violato il Titolo VII del Civil Rights Act, che impedisce ai datori di lavoro la discriminazione sulla base di genere, razza, nazionalità e religione. Le calciatrici fanno anche causa per danni liquidati ai sensi della legge sulla parità retributiva (Equal Pay Act), nonché per danni punitivi.

Molly Levinson, portavoce delle calciatrici della Uswnt, ha respinto questa premessa in una dichiarazione rilasciata giovedì in tarda serata: “Nell’ultima trattativa CBA, l’USSF ha ripetutamente affermato che la parità di retribuzione non era un’opzione indipendentemente dalla struttura retributiva. La USSF ha proposto una struttura “pay to play” con meno retribuzioni su tutta la linea”. Quindi in ogni caso per un’amichevole o una gara ufficiale, alle calciatrici veniva offerto un salario inferiore rispetto alle loro controparti maschili.

I rappresentanti delle calciatrici hanno richiesto inoltre una Daubert motion per escludere gli esperti della Ussf dalla testimonianza al processo portando come argomentazione che le opinioni dei 3 esperti della Us Soccer Philip A. Miscimarra, Carlyn Irwin e il dottor Justin McCrary “sono totalmente o in parte irrilevanti per le questioni in questione, in contrasto con gli standard legali e praticamente certi di generare confusione dei giurati e complicare e prolungare il processo”.

Un altro punto di disaccordo tra le parti riguarda il finanziamento da parte della Us Soccer della Nwsl e alcuni stipendi delle giocatrici statunitensi che partecipano al campionato. Secondo la federazione questi dovrebbero essere considerati ai fini della retribuzione delle calciatrici da parte della federazione nel corso degli anni. La Us Soccer fa notare che paga “più di 1 milione di dollari all’anno per coprire gli stipendi delle giocatrici mentre giocano nella Nwsl”.

Alex Morgan e compagne riaffermano invece la loro posizione: giocare in Nwsl è un lavoro separato dai doveri legati alla Us Soccer e quindi richiede una retribuzione separata aggiuntiva, come dimostra il fatto che “non tutti i membri della Uswnt vengono pagati dalla federazione per giocare in Nwsl e la maggior parte delle calciatrici della Nwsl non sono membri della Uswnt” e che alcune calciatrici statunitensi hanno esercitato il loro diritto di giocare in campionati che non siano la Nwsl.

La Us Soccer sostiene che anche accantonando la compensazione riguardante la Nwsl, le giocatrici della Nwsl sono state pagate 6 milioni di dollari in più rispetto ai giocatori della Usmnt dall’inizio del 2015 alla fine del 2019.

Eppure, i dati dicono che un calciatore della Usmnt ha ricevuto 179.375 dollari per le qualificazioni, fallite, ai mondiali del 2018, mentre una calciatrice della Uswnt 52.500 dollari per le qualificazioni per Francia 2019 e 147.500 dollari per la vittoria del mondiale francese.

La guerra tra calciatrici e federazione vedrà una nuova svolta il prossimo 5 maggio, giorno di avvio del processo.

Martina Pozzoli

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