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L’esodo delle calciatrici australiane verso i maggiori campionati europei

Tra la finestra di mercato dell’estate 2019 e quella invernale del 2020 sono ben 7 le giocatrici australiane sbarcate nei maggiori campionati europei

Era il 2008 quando una delle stelle australiane, Lisa De Vanna, sbarcava per la prima volta in Europa: arrivò all’AIK, nel campionato svedese, dove giocò una sola stagione, per poi tornare a giocarci nel 2012 con la maglia del Linköping.
Da allora sono passati 12 anni e l’Europa ha visto il passaggio di diverse giocatrici australiane, che spesso non hanno lasciato traccia, ma nell’ultimo periodo sembra che si stia verificando un vero e proprio esodo delle rappresentanti delle Matildas verso i top club europei.

Tra queste, c’è proprio la stessa De Vanna, che dalla scorsa estate indossa la maglia della Fiorentina. Solo poche settimane prima dell’arrivo dell’attaccante classe ’84 in Italia, in occasione della vittoria delle Azzurre sulle Matildas all’esordio al Mondiale in Francia, era scoppiata una polemica per il fatto che la Federazione Australiana non autorizzava le proprie calciatrici a giocare nel campionato italiano in quanto considerato “inferiore”.

Il campionato europeo preferito dalle australiane, però, è la FA Women’s Super League. Dopo lo sbarco del capitano delle Matildas Sam Kerr, neo acquisto del Chelsea, sono approdate in Inghilterra proprio in queste settimane Hayley Raso, Chloe Logarzo e Caitlin Foord, che hanno lasciato anticipatamente il campionato australiano per indossare rispettivamente le maglie di Everton, Bristol City e Arsenal.

A loro si unisce anche la giovanissima Jacynta Galabadaarachchi, attaccante classe 2001 acquistata dal West Ham la scorsa estate.

Sono presenti due australiane anche in altri due grandi campionati europei: Alex Chidiac, in forza all’Atletico Madrid dal 2018, con cui si è laureata campionessa di Spagna la scorsa stagione, ed Emily Gielnik, approdata nell’estate 2019 al Bayern Monaco.

Già in passato la Germania aveva visto la presenza di diverse importanti giocatrici australiane: Tameka Yallop aveva indossato la maglia del Francoforte nel 2013; Emily van Egmond nel 2016-17 ha vinto campionato e coppa di Germania con la maglia del Wolfsburg, dopo una stagione passata al Turbine Potsdam con la compagna di nazionale Elise Kellond-Knight e anche con l’azzurra Ilaria Mauro.

Se oggi le australiane sono attratte dai maggiori campionati europei, un tempo arrivavano nel vecchio continente per giocare soprattutto in campionati del nord Europa, i cui calendari complementari alla W-League permettevano loro di tornare a giocare anche in Australia.
Tra le diverse australiane passate da Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda, oltre alle già citate De Vanna, Logarzo, van Egmond, KellondKnight, Yallop e Gielnik, ci sono Lydia Williams, Mackenzie Arnold, Jenna McCormick e Aivi Luik.

Questo esodo delle Matildas verso l’Europa che effetto potrà avere sulla W-League? Secondo Steph Catley, difensore di Melbourne City e Reign FC nel giro della nazionale australiana dal 2012, l’immagine del campionato potrebbe soffrirne un po’ e sembra che sia in atto un cambiamento che sta portando molte sue colleghe a preferire l’Europa all’America (meta che permette di partecipare sia alla W-League che alla Nwsl grazie alla complementarietà dei calendari) e che “questa è la strada da percorrere”.
Secondo il capitano del Melbourne City l’esodo australiano verso l’Europa può avere un impatto positivo sulla nazionale e aggiunge: “Se la nazionale fa bene, questo aiuta anche la W-League”.

Tutte queste partenze non vanno viste come una crisi ma come un nuovo passo avanti nell’evoluzione del calcio femminile, in cui sono i campionati nazionali ad essere elemento chiave della crescita del movimento femminile grazie anche agli investimenti dei grandi club del calcio maschile (tra cui Lione, Arsenal, Chelsea, Bayern Monaco, Barcellona e Juventus).

La WSL è un campionato totalmente professionistico e proprio questo lo rende l’attuale meta preferita per le australiane. E proprio il professionismo potrebbe essere la soluzione per la W-League, che è attualmente un campionato semi-professionistico, per non risentire di questo esodo e allo stesso continuare ad attrarre giocatrici da tutto il mondo.

Finora, il campionato australiano, fondato nel 2008 e attualmente formato da sole 9 squadre, è riuscito ad attrarre principalmente calciatrici americane o più in generale giocatrici provenienti, solitamente in prestito, dalla Nwsl, che utilizzano la W-League principalmente per tenersi in allenamento durante la offseason americana.

Tra queste giocatrici, però, non risultano nomi di spicco come Megan Rapinoe, Carli Lloyd, Christine Sinclair e Marta, ma quelli di giocatrici di livello più modesto: ciò fa sì che la W-League non risulti sullo stesso piano della Nwsl.
“Penso che sarebbe fantastico per l’Australia” ha detto Katrina Gorry,
calciatrice del Brisbane Roar, a proposito della possibilità di un campionato professionistico australiano “È qualcosa che dovremmo pensare
assolutamente pensare entro i prossimi due anni”.

In questa stagione di W-League, su 179 giocatrici le straniere sono 33, circa il 18,5% del totale. Di queste 33, le statunitensi sono 23. Tra i nomi di maggior rilievo delle straniere ci sono Kristen Hamilton, Lynn Williams, Sofia Huerta e Camila, tutte in prestito dai rispettivi club di Nwsl. La squadra con più straniere (6) è il Canberra United, mentre la rosa del Newcastle Jet è costituita interamente da calciatrici australiane

Martina Pozzoli


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