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Il professionismo nel calcio femminile: tre ipotesi a partire dalla stagione 2021/22

Nella giornata di ieri si è tenuto il Consiglio Federale della FIGC. Uno dei punti all’ordine del giorno riguardava la situazione del calcio femminile in Italia.

Il presidente Gabriele Gravina, si è dichiarato favorevole all’introduzione del professionismo nel calcio femminile valutando bene le tempistiche e l’effettivo impatto economico sulla Serie A.

A seguito degli approfondimenti svolti dalla FIGC e dopo gli incontri con i club femminili ed i rappresentanti delle diverse componenti federali, è stato presentato uno studio sul professionismo sportivo nel calcio femminile, al cui interno sono stati illustrati i numeri e le modalità adottate da altre Federazioni europee (su un totale di 1 milione 270 mila calciatrici in Europa, 1396 sono professioniste e 1457 sono semiprofessioniste).

Sono state avanzate quindi tre ipotesi che prevedono l’introduzione del professionismo a partire dalla stagione 2021/2022.

Ricordiamo inoltre che nella LEGGE 27 dicembre 2019, n. 160 l’art 1 comma 181 stabilisce: “Al fine di promuovere il professionismo nello sport femminile ed estendere alle atlete le condizioni di tutela previste dalla normativa sulle prestazioni di lavoro sportivo, le società sportive femminili che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo, ai sensi degli articoli 3 e 4 della legge 23 marzo 1981, n. 91, possono richiedere, per gli anni 2020, 2021 e 2022, l’esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi per l’assicurazione obbligatoria infortunistica, entro il limite massimo di 8.000 euro su base annua.”

Le decisioni della FIGC riguarderebbero quindi eventuali provvedimenti conseguenti post Art. 1 Comma 181 legge 160/19.

Guseppe Berardi

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