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Nazionale USA: si conclude l’era Jill Ellis

Dopo 5 anni, Jill Ellis lascia la USWNT. Quella contro la Corea del Sud è stata la sua ultima partita nel ruolo di CT della squadra

Per la nazionale USA, la partita contro la Corea del Sud non era soltanto l’ultima del Victory Tour: rappresentava anche l’ultima partita con Jill Ellis come CT, ovvero l’ultima partita del gruppo così come siamo abituati a vederlo.

L’allenatrice che ha saputo guidare la squadra statunitense verso una serie di traguardi straordinari ha deciso di lasciare la panchina della USWNT. Come le ha insegnato suo padre, dice, “Quando le persone restano per molto tempo in un posto o in una posizione, a volte non è salutare. Non hai una crescita, non hai un ricambio di idee e di menti.”

Il cambiamento è positivo, questa è la filosofia di vita di Ellis. E tenendo ciò in considerazione, non stupisce che abbia deciso di voltare pagina; anzi stupisce quasi che sia rimasta in questa posizione così a lungo (ben 5 anni).

La figura di Ellis è sempre stata in un certo senso inafferrabile, sfuggente. Nonostante la voce e la grinta non le mancassero quando era ora di incoraggiare le sue ragazze prima o durante le partite,  quando si trattava di parlare con i media la sua natura introversa la portava spesso a lasciare che prendessero parola alcune calciatrici al posto suo. (Personalità come Rapinoe e Lloyd, ad esempio, sono sempre state più pronte a stare di fronte ai microfoni).

Si può dire che, nella sua carriera, Ellis abbia parlato con i fatti, più che con le parole. Nel suo caso, i fatti sono un’impressionante serie di record:

  • Prima CT nella storia ad aver vinto due mondiali di seguito
  • Record per il maggior numero di partite in veste di CT della nazionale femminile USA (ben 132)
  • Record di risultati nella storia dell’USWNT, con 106 vittorie, 19 pareggi e solo 7 partite perse

Eppure lei sembra dare un’importanza solo relativa ai record personali. Spera più che altro di aver portato un miglioramento nella squadra nazionale e di lasciare una buona eredità. Anche e soprattutto a livello umano.

“Ho fatto questo lavoro per molto tempo, così tante partite… E’ stato un onore. Alla fine i numeri diventano sbiaditi col tempo, a restare sono soprattutto le calciatrici, lo staff, le persone in generale… Ho un’infinità di ricordi stupendi.”

Certamente non è stato tutto rose e fiori. Ci sono state le critiche (soprattutto dopo l’inaspettata sconfitta contro la Svezia alle Olimpiadi), ci sono state le incomprensioni e gli inevitabili piccoli contrasti con alcune calciatrici.

C’è stato chi ha messo in dubbio le sue qualità in quanto allenatrice e chi lo fa tutt’ora. La vittoria del secondo mondiale, però, ha rimesso in buona luce il suo operato di fronte allo sguardo dell’opinione pubblica.

Ed Ellis se ne va da eroina, com’è inevitabile. Il 6 settembre, giornata della sua ultima partita sulla panchina della USWNT, era il “Jill Ellis day”. Staff, calciatrici e tifosi hanno celebrato e detto addio a una leggenda che resterà nella storia del calcio statunitense.

Le giocatrici sanno che si tratta della fine di un’era. Con l’arrivo di un nuovo allenatore o una nuova allenatrice, molte cose cambieranno. La squadra potrebbe subire notevoli modifiche. Anche per questo il clima dopo la partita USA – Sud Corea era così pieno di malinconia.

Ma soprattutto, i messaggi di molte calciatrici erano pieni di gratitudine nei confronti di Ellis.

“Ha fatto così tanto, non solo per noi, ma per il calcio femminile in generale”, ha commentato ad esempio Julie Ertz. “Possiamo solo ringraziarla, perché […] è stata qui davvero a lungo e si è dedicata anima e corpo a noi e alla crescita della squadra. Adesso è un momento strano. Sappiamo che faremo grandi cose, ma dobbiamo abituarci all’idea di non averla più come CT. […] e probabilmente non ce ne renderemo davvero conto finché non vedremo il nuovo o la nuova CT.”

Qualsiasi sarà il futuro aspetto della nazionale USA, è molto probabile che il numero di traguardi e riconoscimenti continuerà a crescere.

Per quanto riguarda Ellis, invece, il suo futuro non è ancora ben definito: sicuramente avrà più tempo per stare con la moglie e la figlia, ma dal punto di vista professionale dice di non volere fare piani precisi, al momento.

Citando suo padre, in un’intervista per Pro Soccer USA ha affermato: “ Se sei una brava persona e hai un minimo di capacità, saprai sempre cadere in piedi, quindi puoi permetterti qualche azzardo.”

Martina Cappai

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