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Calcio femminile: gli scenari futuri tra professionismo e tutele

La nazionale italiana di calio femminile

Un risultato quello del Mondiale da capitalizzare in fretta in termini di crescita e sviluppo per il calcio femminile italiano

Un risultato da capitalizzare e in fretta. I quarti di finale raggiunti dall’Italia al Campionato del Mondo di Francia 2019 non si possono limitare al semplice risultato sportivo, comunque storico. È necessario andare oltre.

L’ultimo Rapporto Annuale sul calcio italiano, sviluppato dal Centro Studi Figc in collaborazione con Arel (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), ha registrato una leggera crescita del movimento femminile che ha sfiorato le 26.000 tesserate (25.896), +1.993 rispetto all’anno precedente.

Ancora molto lontano dagli standard delle maggiori nazioni europei, quindi. Numeri che dimostrano come lo sviluppo del movimento italiano abbia ancora bisogno di tanto lavoro e soprattutto di una programmazione pluriennale con obiettivi chiari.

L’eventuale modifica della legge n.91/1981 sul professionismo sportivo necessita di avere alle spalle un sistema in grado di autosostenersi economicamente. La rinuncia a disputare il prossimo campionato di serie A da parte del Chievo Verona Valpo, in seguito all’interruzione del rapporto con la società maschile del Chievo Verona, e ell’Atalanta Mozzanica dopo 17 anni di attività fa comprendere come ci sia ancora molto lavoro da fare.

La Divisione Calcio Femminile della federazione non ha ancora una governance operativa con un consiglio direttivo in grado di individuare le linee guida di sviluppo. Il Consiglio federale, finora, ha approvato solo il nuovo regolamento che ha demandato l’attività di indirizzo a un consiglio composto da quattro membri eletti dal consiglio federale, su proposta del presidente federale, e da tre componenti eletti dall’assemblea della società.

Tra loro verrà eletto anche il presidente della Divisione che non dovrà aver alcun rapporto con le società partecipanti o qualunque altra carica federale.
Se da un lato le calciatrici reclamano le giuste tutele economiche e previdenziali, dall’altro i club necessitano di strumenti legislativi adeguati per proteggere i loro investimenti. I numeri di share ottenuti dalla Nazionale in occasione del Campionato del Mondo francese devono essere tradotti in nuove strategie di marketing che possano sia attrarre nuovi sponsor per intercettare target differenti non ancora coinvolti nel calcio degli uomini sia per ampliare le opportunità di partnership con le aziende già promotrici del calcio maschile.

L’impiantistica è l’altra nota dolente per il calcio delle donne. Se la Juventus sta pensando a uno stadio ad hoc da 5.000 persone per la squadra femminile, le società minori hanno bisogno di impianti e strutture che possano permettere lo svolgimento dell’attività giovanile delle ragazze.

I tempi sono stretti. Il prossimo campionato di serie A partirà il 14 settembre, il giorno successivo sarà la volta della serie B, mentre la fase preliminare della Coppa Italia avrà inizio domenica 29 settembre. La Supercoppa italiana, infine, tra Juventus e Fiorentina Womens è in programma sabato 26 ottobre.

Tiziana Pikler

L’articolo “Calcio femminile: gli scenari futuri tra professionismo e tutele” è stato pubblicato su L Football Magazine, rivista interamente dedicata al calcio femminile.

L FOOTBALL MAGAZINE n°8 Giugno – Luglio – Agosto 2019

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