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Finisce l’avventura dell’Italia. Ma quante emozioni hanno regalato queste ragazze

Le azzurre escono dal Mondiale a testa alta facendo sognare milioni di italiani

A Valenciennes è iniziato tutto il 7 Giugno contro l’Australia, dove la nostra vittoria ha dato il via ad uno dei sogni più belli che tutto il movimento calcistico femminile italiano potesse vivere in questa competizione mondiale, a cui mancavamo da vent’anni.

A Valenciennes oggi tutto finisce, ma è un lieto fine bellissimo: le nostre 23 azzurre hanno stupito tutti, si sono divertite ed hanno fatto impazzire ed innamorare milioni di tifosi.

La semplicità e la voglia di giocare che le nostre ragazze hanno messo in campo partita dopo partita è stato un qualcosa di emozionante che ha travolto irrimediabilmente tutta Italia.

Kahlil Gibran disse: “Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte.” Le #RagazzeMondiali di notti buie ne hanno passate tante, di lacrime ne hanno versate altrettante ma in questi giorni hanno visto e vissuto delle albe bellissime, che ad oggi sembrano non voler tramontare mai.

Dopo i piacevoli exploit di Valentina Giacinti ed Aurora Galli nell’ultimo match, Milena Bertolini decide di mischiare le carte in tavola per questo quarto di finale, riconfermando solo in parte la formazione che a Montpellier ha battuto la Cina: fuori Cristiana Girelli, tridente abbandonato e totale affidamento a maggior rapidità offensiva e densità al rombo di centrocampo.

Cambio di fronte per i due terzini azzurri: Bartoli a destra e Guagni a sinistra, queste le contromisure prese per arginare il tridente fantasia in casacca orange.

Le campionesse d’Europa dell’Olanda rispondono invece confermando in blocco le undici che con non pochi crucci hanno avuto la meglio quattro giorni fa sul Giappone.

Abbiamo acquisito in questo percorso mondiale consapevolezza nei nostri mezzi ed un pizzico di spavalderia che ci permette oggi di affrontare ad armi pari una delle squadre più forti al Mondo grazie ad una mentalità da grandi e con il sogno reale di poter proseguire fino a Lione.

Tutto esaurito allo Stade de Hainaut di Valenciennes dove i 32° di temperatura accompagneranno le protagoniste in campo, stabiliti proprio per questo due “cooling breaks” che verranno chiamati dall’uruguaiana Claudia Umpierrez al 30’ del primo tempo ed al 75’ del secondo.

Nonostante le temperature torride entrambe le formazioni già dai primi minuti non si risparmiano minimamente: forte pressione offensiva messa in campo dalle azzurre nel riuscito tentativo di contenere la qualità tecnica del trio di centrocampo olandese, le quali rispondono con delle raffiche offensive improvvise sulla destra con Van De Sande e sulla sinistra con Martens.

La prima vera occasione del match capita sui piedi di Valentina Bergamaschi al 18’: palla in profondità dalla sinistra di Cernoia che pesca in area Bonansea, perfetta la sua spizzata di testa che trova lo stop ed il tentativo di pallonetto di Bergamaschi, facilmente bloccato dall’attenta Van Veenendaal.

Al 35’ seconda occasionissima per le azzurre con Giacinti, lesta a controllare bene in area una palla intelligente servitale da Bergamaschi, il suo sinistro è però troppo strozzato e termina la sua corsa fuori alla sinistra del numero 1 olandese.

È il 41′ quando Linari, nel tentativo di fermare Miedema lanciata a rete, commette fallo sui sedici metri: cartellino giallo per la numero 5 e punizione pericolosa al limite dell’area; calcia malamente Spitse e palla che arriva docile tra le braccia di Giuliani.

Italia che nei primi quarantacinque minuti soffre in fase difensiva, soprattutto sulla fascia destra, riuscendo però a limitare con ordine le sortite offensive dell’Olanda e rispondendo con scambi brevi a centrocampo ed immediata ricerca della profondità in attacco.

Primo tempo che si chiude in sostanziale equilibrio e che highlights alla mano ha visto l’Italia costruire meno in fase offensiva ma avvicinarsi di più al gol del vantaggio al cospetto di un’Olanda che ha sicuramente mantenuto maggior possesso palla (62%, ndr) ma ha impensierito poco la porta di Giuliani.

Primo cambio tra le fila azzurre con Boattin al posto di Bartoli.

Parte subito con il piede pigiato sull’acceleratore l’Olanda, dal 49 al 51′ si rende pericolose due volte dalle parti di Giuliano: Martens prima con un tiro al volo dal limite area e Miedema poi che sfiora a centro area un cross di Van Lunteren per poco non puniscono la difesa italiana.

Al 56′ prima sostituzione per l’Olanda, dentro Beerensteyn per Van de Sanden e seconda per l’Italia, fuori Barbara Bonansea, dentro Daniela Sabatino.

Olanda che si approccia molto meglio al secondo tempo continuando ad attaccare con cattiveria e fame, al 56’ tiro a giro da fuori di Van De Donk e Giuliani viene salvata in extremis dalla traversa.

Al 63′ altro brivido: Spitse calcia una punizione fortissima dai trenta metri, che si spegne però di poco alla destra dell’estremo difensore azzurro.

Italia che purtroppo non riesce più ad uscire dalla sua metà campo, facendo tantissima difficoltà ad interdire le folate offensive dell’Olanda.

Gli sforzi delle olandesi vengono premiati al minuto 70 grazie alla sua stella Miedema: punizione dalla sinistra calciata ancora da Spitse, che trova la numero 9 sola a centro area, stacco di testa perentorio e pallone alle spalle di Giuliani.

Al 75′ esordio Mondiale per la giocatrice classe 98′ AnnaMaria Serturini, che prende il posto di Bergamaschi.

Quattro minuti dopo l’Olanda sigilla la partita raddoppiando: stesso copione ma cambia la fascia, punizione di Spitse tesa in area e colpo di testa secco di Van der Gragt, Giuliani non arriva e 2-0 per le olandesi.

Le azzurre non riescono a rialzarsi. Il caldo, la fatica e due goal di passivo sono troppo anche per un gruppo così unito come quello azzurro.

In semifinale ci va l’Olanda, ma per l’Italia resta la gioia di aver disputato un Mondiale da protagonista. Da grande con le grandi!

Grazie ragazze, grazie mister Bertolini e grazie a tutto lo staff della Nazionale italiana di calcio femminile, ora non possiamo più voltarci indietro ma dobbiamo guardare con orgoglio ad un futuro, perché siamo vive da morire.


Federica Iannucci

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