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La più feroce partita di calcio femminile: racconto di una rissa epocale

Nel 1958 le Darlaston Ladies FC conducono per 1-0 la finale del torneo benefico chiamato “Battaglia di Inghilterra”. Le Handy Angles, operaie di una fabbrica di profilati in acciaio, però non ci stanno, mettono a ferro e fuoco il campo facendo scoppiare una rissa folle che si conclude con un invito a cena.

L’estate si avvicina e leggendo di Pamela Aston, di una rissa e di persone in pericolo, poteva sembrare di avere per le mani la versione tarocca di Baywatch, ma a Bilston, Inghilterra, è tutto vero.

Come spesso capita con queste storie d’epoca, alcuni dettagli sono confusi. Gli inglesi del Daily Mirror parlano di un rigore inizialmente assegnato ad una delle parti, poi riassegnato alle avversarie. Secondo gli italiani de La Stampa, invece, la colpa è di un’attaccante che ha trasformato una rimessa laterale in una punizione.

Quello che è certo è che, mentre correva verso la porta (non si sa se al rallentatore o meno), Pamela Aston delle Handy Angles è stata atterrata da Brenda Bytheway, la quale è stata a sua volta presa per il collo. Il tafferuglio in area sembrava essersi calmato, ma pochi minuti dopo la mezz’ala Margaret Parkes, con ben 100 gol all’attivo, è stata stesa mentre cercava di tirare una punizione.  A questo punto è iniziata una rissa memorabile in cui sono intervenute le ragazze, i guardalinee, centinaia di spettatori (notare il numero a tre cifre per un’amichevole degli anni ’50) tra cui i fidanzati delle calciatrici stesse.

Le dichiarazioni sono degne sia dell’ultima campagna elettorale italiana, sia della nostra mancata qualificazione al mondiale. Uno spettatore l’ha definita “La più feroce e terribile partita del calcio femminile”; l’allenatore delle Darlaston Ladies ha dichiarato al Daily Herald: “Non ho ho mai visto nulla di così disgustoso in 26 anni di sport al mio attivo. Le mie ragazze sono indignate e non giocheranno mai più contro le vostre. Alcune stavano combattendo come delle pazze e ho dovuto impedire loro di uscire dagli spogliatoi (dove si erano nel frattempo rifugiate, ndr.)”.

Il loro manager Mr. Frank Edwards rincara la dose:”Non dovremmo mai più giocare con Handy Angles fino a che non si comportano da gentildonne”. Brenda, by-the-way, ha aggiunto “Il guaio è stato che il Darlaston era l’unico team che le Handy Angles non avevano sconfitto, per questo ci rifiutammo di chiamarle campionesse”. Dal canto loro le Handy Angles replicano con la pacatezza tipica degli inglesi: “Per quanto ci riguarda Darlaston Ladies FC non esiste (o forse non è nel contratto)”.

L’unico che sembrava volerla concludere all’italiana, a tarallucci e vino, è Mr Kinnear. Il direttore della Handy Angles Manufacturing Company, infatti, con gentilezza e risolutezza ha dichiarato di voler invitare a cena tutte le ragazze:”Io so che entrambe le parti sono sul piede di guerra per quanto successo, ma stanno dimenticando che la partita era amichevole. Voglio che si stringano la mano”.

Quindi, mentre ancora si discute sul fatto che il calcio sia uno sport da uomini o da donne, la storia ci insegna che il calcio dovrebbe essere uno sport da persone civili, gentiluomini e gentildonne, e che poi alla fine l’importante è mangiare.

Giulia Beghini

 

https://www.britishnewspaperarchive.co.uk/viewer/bl/0000681/19580922/009/0001

https://www.britishnewspaperarchive.co.uk/viewer/bl/0000560/19580922/028/0005

http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1582_02_1958_0225A_0013_23676718/

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