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I segreti dello sviluppo del calcio femminile in un congresso: l’unione fa la forza

“Calcio femminile: una realtà”, questo il titolo del terzo congresso sul calcio femminile spagnolo, che si è tenuto il 24 aprile a Madrid presso la nuova sede de LaLiga. Un appuntamento fortemente voluto dalla lega spagnola per testimoniare la ferma volontà di proseguire sulla strada dello sviluppo e della professionalizzazione di tutto il movimento.

Uno sviluppo che sembra inarrestabile e che in questi anni ha portato a varcare importanti traguardi: 58 club su 76 si sono riuniti in un’unica associazione; 25 club maschili sui 40 che fanno parte della Liga hanno creato un team femminile e 10 grandi stadi hanno ospitato almeno una partita di calcio femminile.

Un primo grande obiettivo è stato ottenuto tramite il mezzo televisivo: le giovani ragazze possono guardare le partite in tv e questo sta permettendo un aumento delle appassionate e delle tesserate. Il presidente de laLiga, Javier Tebas, però guarda già al futuro e indica il prossimo passo da seguire. Ottimizzare il prodotto per poter monetizzare: “bisogna riuscire ad avere un campionato che duri almeno 9 mesi, con una buona media di spettatori, perché se l’evento non è seguito, gli sponsor non investono”. Gli fa eco il presidente del Comitato del calcio femminile della RFEF, Rafael del Amo, che sottolinea l’importanza dell’unità di intenti per poter raggiungere gli obiettivi preposti: “non possiamo andare ognuno per la propria strada. Dobbiamo crescere, ottenere più visibilità. Se saremo uniti, senza fare errori, sarà più facile per tutti”.

Importanti riconoscimenti al movimento sono arrivati anche da Daniel Margalef, di Mediapro, la società che trasmette le partite in tv: un futuro sicuramente in crescita, per uno sport che attira molto interesse, ma il lavoro futuro dovrà concentrarsi in modo da coinvolgere tutti i club allo stesso modo e non solo quelli più importanti. Javier Lozano, presidente della National Futsal League, riconosce il mutamento inarrestabile in atto nella società, verso un ruolo della donna più importante e maggiormente integrato.

La chiusura è affidata al direttore generale de LaLiga, Javier Gomez che sottolinea l’importanza della collaborazione con i club per dar loro maggior visibilità nazionale e internazionale. L’impegno è quello di migliorare costantemente la qualità del prodotto audiovisivo. Attualmente gli ascolti vantano una crescita del 30%, un risultato impensabile all’inizio del progetto, appena due anni fa.

Fa un po’ invidia gettare uno sguardo ai cugini iberici da quest’altro lato del Mediterraneo e non solo per i risultati ottenuti o per la grande considerazione di cui sembra godere il calcio in rosa. Nonostante i notevoli miglioramenti che ci sono stati negli ultimi due anni in Italia, il calcio nostrano sembra sempre in affanno rispetto alle controparti europee, sempre costretto ad inseguire. La cosa però che dovrebbe far riflettere maggiormente è l’estrema frammentazione del nostro movimento. L’inutile arroccarsi in sterili personalismi che ostacolano qualsiasi forma di progresso. Solo qualche settimana fa si assisteva a un’assemblea federale in cui alcuni importanti personaggi del calcio nostrano, andavano via sbattendo la porta, per difendere le proprie posizioni di privilegio. Abbiamo presidenti di club che, per un insano istinto di protagonismo, si lasciano andare a insensate dichiarazioni a mezzo stampa, volte solo a infangare il lavoro di altre persone.

Sarebbe bello che almeno una volta si provasse a lavorare davvero tutti insieme verso un’unica direzione. Coesi, compatti, in armonia, tutti orientati verso l’unico obiettivo, che deve essere necessariamente lo sviluppo del movimento femminile. “Juntos” direbbero gli spagnoli. Uniti.

Paolo Di Padua

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