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L’altro lato della medaglia della riforma inglese sul calcio femminile: i rischi per i club minori

Dopo cinquanta giorni dall’ufficialità della riforma dei sistema inglese, Watford e Sunderland hanno comunicato che non si iscriveranno al campionato professionista e semiprofessionista per la stagione 2018/2019.


La Federazione inglese ha deciso di ristrutturare la Women’s Super League 1 e Women’s Super League 2, introducendo una serie di criteri da soddisfare per poter partecipare ai tornei. I club dovranno garantire contratti da professionisti in WSL 1 e semiprofessionisti alle WSL 2 alle giocatrici ed investimenti nei settori giovanili.

La riforma rappresenta un punto di svolta per il calcio femminile inglese, che potrà consacrarsi definitivamente come super-potenza mondiale se i prerequisiti richiesti alle squadre poteranno i benefici auspicati. In caso contrario, potrebbe disincentivare le società minori ad aumentare l’impegno nel femminile, creando un movimento spaccato tra club di “prima” e “seconda” fascia da un punto di vista economico.

La mancata iscrizione di Watford e Sunderland ha fatto scattare il primo campanello d’allarme. Il Watford, che milita in WSL 2, ha comunicato che il prossimo anno parteciperà alla Women’s Premier League, la massima serie tra i dilettanti. Il Sunderland è iscritto per la stagione 2017/2018 alla WSL 1, ma in estate aveva già ridotto il budget per la selezione femminile, obbligando le giocatrici a passate da professioniste a semi-professioniste. Non riuscendo a soddisfare i criteri di iscrizione, dovrà lasciare il suo posto nella massima divisione, ripartendo dalle serie minori.

Altri club hanno rischiato di non rientrare nei parametri imposti dalla Federazione. Lo Yeovil Town ha inviato la richiesta di iscrizione solo negli ultimi giorni possibili, dopo settimane di campagne e crowdfunding. Tuttavia non è ancora chiaro se lo Yeovil è riuscito a garantire il livello minimo di investimenti richiesti.

Ad oggi cinque società presentano selezioni professioniste: Arsenal, Chelsea, Everton, Liverpool e Manchester City. Il Reading ha una struttura simile, mentre Bristol City e Birmingham sono riuscite a soddisfare i criteri. Solo il Sunderland perderà il diritto a partecipare alla prossima WSL 1. Delle squadre che partecipano alla WSL 2, quattro si sono iscritte al prossimo campionato di prima divisione professionista: West Ham, Derby County, Tottenham e Brighton. La new entry potrebbe essere il Manchester United che sembra intenzionato ad investire definitivamente nel femminile.

Il dubbio su cui si stanno interrogando gli addetti ai lavori inglesi è l’effettivo valore della riforma. Nessuno mette in dubbio il ruolo fondamentale del professionismo, ciò che non convince è lo scarso tempo messo a disposizione ai club per programmare gli investimenti e al movimento per creare una piramide strutturale più stabile.

Laura Brambilla

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