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I calciatori della Danimarca rinunciano a 67 mila euro in favore delle ragazze per porre fine allo sciopero della selezione femminile



Continua la querelle fra le calciatrici della nazionale e la Federazione danese. Le due parti infatti non hanno ancora trovato un accordo per porre fine allo sciopero indetto dalle calciatrici. 

Nei giorni scorsi il presidente della DBU, la federazione danese, Kim Hallberg aveva dichiarato che nonostante le tante migliorie proposte, le calciatrici erano fermamente decise a non intavolare una trattativa seria. L’aumento salariale proposto più i bonus, fra cui una percentuale dei ricavi dei biglietti venduti per le partite della nazionale, non erano stati sufficienti a far desistere le Danesi dal continuare la loro protesta. Nelle parole del presidente era intuibile un “velato” attacco alle calciatrici, interessate soltanto ad ottenere maggiori guadagni. 

Nel weekend Jepper Curth, presidente della PFA danese, porta alla luce interessanti retroscena, che spiegano meglio la posizione delle nazionali danesi. Il nodo gordiano della contesa è rappresentato dalla perdita dello status di dipendenti della federazione, da parte delle calciatrici. E la federazione su questo delicato punto ha mostrato di non voler intavolare alcuna discussione. In più la DBU avrebbe rifiutato un’altra proposta, avanzata dai calciatori della nazionale. Questi infatti, avrebbero deciso di rinunciare a 60.000 sterline del loro ingaggio, per devolverlo alle colleghe della nazionale: in questo modo si sarebbe fatto un primo importante passo per l’equiparazione tra uomini e donne in seno alla federazione. Le parole del portavoce della DBU Jakob Hoyer, pur apprezzando il gesto dei calciatori, non ammette discussioni: “È una cosa molto positiva che gli uomini hanno fatto, ma non fa parte dei nostri negoziati”. 

Le calciatrici danesi proseguono nel loro sciopero, e dopo aver già annullato l’amichevole di venerdì 15 contro l’Olanda, alla federazione non resta altro che riuscire a trovare un accordo in extremis o trovare altre atlete disposte a difendere i colori della Danimarca. L’ipotesi più probabile al momento è che la federazione sia costretta a dare forfait per la partita di martedì contro l’Ungheria, valida per la qualificazione ai prossimi Mondiali di Francia nel 2019.

Paolo di Padua

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