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Calcio femminile e TV: lo sviluppo del movimento passa dalla visibilità al grande pubblico



Sviluppo del calcio femminile e televisione: un binomio imprescindibile. La televisione è un passaggio obbligato dal quale deve passare necessariamente lo sviluppo del movimento mondiale.

Almeno questa è la conclusione alla quale si è giunti al primo Women’s football summit, tenutosi a Madrid il 13 settembre scorso. Una tavola rotonda attorno alla quale si sono alternati personaggi di spicco del panorama calcistico mondiale: Juan Ignacio Gallardo, direttore di Marca; Pedro Malabia, direttore del dipartimento femminile della Liga; Linda Wikström, segretaria generale della federazione di calcio femminile svedese; Katie Brazier, responsabile del settore femminile della federazione inglese. 

Argomento principale della discussione è stata la ricerca di possibili modelli economici sostenibili e redditizi nel calcio femminile, uno sport che per anni sembrava esser finito nel dimenticatoio delle grandi organizzazioni mondiali. A partire dal mondiale canadese del 2015 qualcosa è però cambiato. Fifa, Uefa e Major League statunitense hanno profuso grandi sforzi per far uscire il calcio femminile dall’ anonimato e sfruttare tutto il suo enorme potenziale, abbandonando definitivamente lo status di eterna promessa incompiuta. Dal punto di vista dell’interesse mediatico si sono già ottenuti importanti risultati, come testimoniato dal recente Europeo, svoltosi in Olanda, che ha registrato un aumento dell’audience televisiva del 43%. 

Il mezzo televisivo pare proprio la pietra angolare sulla quale fondare lo sviluppo dei vari movimenti nazionali e di conseguenza di tutto il movimento mondiale. Esempi significativi in questo senso provengono dalla Svezia e dall’Inghilterra. Oltremanica credono fortemente nel calcio femminile, tanto che la federazione inglese ha investito quasi 50 milioni di euro nell’ ultimo triennio. Come se ciò non bastasse, la Football Association ha appena varato il piano di riforma per la stagione 2018-19 che farà del campionato inglese, il primo campionato al mondo ad essere composto esclusivamente da squadre professionistiche. Una vera rivoluzione economica, ma soprattutto culturale, dato che fino ad oggi la maggior parte delle calciatrici è ancora dilettante. A tutto ciò si deve aggiungere il fatto che la federazione già da qualche anno vende i diritti televisivi del calcio femminile, inserendoli nel pacchetto della Coppa di Lega. 

Anche la Svezia si dimostra all’ avanguardia nella vendita dei diritti TV. Nel paese scandinavo il campionato femminile gode della stessa considerazione di quello maschile già da alcuni anni, tanto da occupare uno spazio quasi uguale all’ interno del palinsesto televisivo. Ciò ha sicuramente contribuito all’ enorme sviluppo del movimento svedese che può contare su circa 180.000 tesserate! La segretaria della federazione svedese, Linda Wikström, ha affermato che sono due i prossimi step da superare. Il primo è la cautela dei media a investire cifre maggiori per un campionato che può contare solo su 22 partite: l’incremento dei ricavi è fondamentale per un maggior sviluppo del movimento. Il secondo step è quello di convincere più sponsor a investire nel calcio femminile. Allo stato attuale gli investimenti delle sponsorizzazioni nel calcio svedese sono appannaggio degli uomini per circa l’80%.

La situazione spagnola è stata analizzata da Daniel Margalef, responsabili dei diritti tv del gruppo Mediapro. La Liga Iberdrola ha bisogno dei diritti tv in chiaro per poter esprimere tutto il suo potenziale. Nell’ ultimo anno grazie alla trasmissione delle partite in chiaro, il calcio femminile spagnolo è riuscito a raggiungere un pubblico più ampio e accrescere l’interesse nei suoi confronti. A testimonianza di ciò c’è la crescita che il movimento spagnolo ha registrato nell’ultimo anno, dopo un periodo difficile di forte contrazione. Per il prossimo anno c’è grande ottimismo per un’ulteriore crescita ed espansione. 

E l’Italia? Il Belpaese sembra non reggere il passo dei colleghi internazionali e faticare molto nel riuscire a individuare strade concrete di sviluppo. Negli ultimi anni qualcosa si è mosso e si sono registrati alcuni progressi, ma la situazione in casa nostra resta ancora molto incerta. L’ingresso dei club maschili nel mondo del calcio femminile, sicuramente favorirà un interesse mediatico maggiore, e lo sta già facendo; tuttavia è ancora troppo presto per prevedere ulteriori sviluppi. Nei giorni scorsi, Mario Merati, decano dei giornalisti del calcio femminile, aveva denunciato dalle colonne del portale calciodonne.it la mancata trasmissione delle partite in televisione. In realtà, pur rimanendo ancora incerto il rinnovo della collaborazione con Professione Sport, che mandava in onda sul digitale terrestre una partita per ogni giornata, la LND ha annunciato novità al riguardo. Come lo scorso anno per ogni giornata sarà scelta una partita, che non andrà più in onda in televisione, ma in diretta streaming sul canale Facebook della Lega Nazionale Dilettanti. 

L’augurio di tutti noi è che questa mossa possa avvicinare un numero maggiore di persone a questo sport, che tanto amiamo; e che un aumento di interesse da parte del pubblico possa finalmente portare ad un incremento degli investimenti e alla trasmissione di tutte le partite.

Paolo di Padua

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